skip to Main Content

Francia Psa Renault

Francia hub europeo dell’intelligenza artificiale. Il sogno di Macron

Emmanuel Macron vuole fare della Francia la numero uno europea dell’intelligenza artificiale: per questo ha previsto una strategia da 1,5 miliardi di euro che punta su ricerca, formazione, startup e progetti sperimentali, possibilmente disruptive. La Francia vuole essere uno dei grandi dell’intelligenza artificiale, al pari degli attuali leader Stati Uniti e Cina, possibilmente il numero…

Emmanuel Macron vuole fare della Francia la numero uno europea dell’intelligenza artificiale: per questo ha previsto una strategia da 1,5 miliardi di euro che punta su ricerca, formazione, startup e progetti sperimentali, possibilmente disruptive. La Francia vuole essere uno dei grandi dell’intelligenza artificiale, al pari degli attuali leader Stati Uniti e Cina, possibilmente il numero uno europeo, ha scritto Forbes France.

Quanto investirà la Francia

Il piano Macron sull’intelligenza artificiale è stato annunciato con un discorso tenuto al College de France e incorpora molte delle indicazioni del recente rapporto Villani, lo studio sulle tecnologie AI presentato alla Camera dal parlamentare e matematico Cédric Villani del partito di Macron La République en marche e commissionato dal governo lo scorso settembre. La strategia si snoda su quattro direttrici: “Sostenere l’ecosistema dell’AI, sviluppare una politica di apertura proattiva dei dati, avere un quadro regolatorio francese e europeo, stimolare un dibattito politico e etico”. Queste le cifre dell’impegno dell’Eliseo: 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici per cinque anni (2018-2022), di cui 400 milioni destinati ai progetti di innovazione disruptive. I finanziamenti saranno prelevati dal più vasto pacchetto (10 miliardi di euro) di Fondi per l’Innovazione e l’industria annunciati a inizio anno. Le startup dovranno beneficiare di 100 milioni di euro; il 70% di questa somma sarà indirizzato verso le imprese innovative del deep tech.

Una nuova rete per la formazione

Siccome la partita dell’intelligenza artificiale si gioca sui talenti, Macron vuole potenziare anche la ricerca e la formazione con un programma, coordinato su scala nazionale dall’Inria (l’Istituto della ricerca su informatica e automazione) che darà vita (come suggerito da Villani) a una rete di 4 o 5 “istituti interdisciplinari dell’AI”; Macron li ha definiti “la nave ammiraglia della ricerca francese nell’intelligenza artificiale realizzati con la vocazione di essere aperti ai finanziamenti privati”. Macron vuole anche riportare in Francia i ricercatori che sono andati a lavorare all’estero, spesso nelle imprese della Silicon Valley. Non verrà per ora seguita l’indicazione del rapporto Villani di aumentare lo stipendio di ingresso dei giovani ricercatori, ma ci sono misure per semplificare l’iter per la creazione delle startup e l’aumento del tempo (dal 20% al 50%) che un ricercatore pubblico può dedicare a un’impresa privata.

Niente più Cambridge Analytica

In linea con quanto suggerito da Villani, l’innovazione digitale dovrà tenere conto delle ripercussioni su etica e privacy: Macron punta a una politica di condivisione dei dati su base volontaria e in pieno rispetto del Gdpr europeo, a difesa dei dati personali contro “incidenti” in stile Cambridge Analytica. L’eticità dell’utilizzo dei dati e degli algoritmi di intelligenza artificiale dovrà essere garantita da un codice e gli algoritmi pubblici saranno tutti aperti e liberamente accessibili.

Le prime sperimentazioni

I settori prioritari per le sperimentazioni delle nuove tecnologie basate su analisi dei dati e intelligenza artificiale sono la sanità, con la creazione di un hub nazionale dei dati sanitari (anonomizzati), e la mobilità , dove si prevedono test per l’auto autonoma già nel 2019. Macron ha anche ribadito l’impegno sul progetto Jedi (Joint European Disruption Initiative) avviato con la Germania sul modello dell’agenzia americana Darpa e che chiede un fondo pan-europeo da 1 miliardo di euro per la ricerca e i progetti innovativi con capacità di arrivare velocemente al mercato.

Che cosa dice il rapporto Villani

Il rapporto Villani insiste sulla necessità di legare indissolubilmente lo sviluppo tecnologico alle considerazioni etiche, perché gli algoritmi di intelligenza artificiale saranno sempre più spesso incaricati di assumere decisioni cruciali, come accade nei veicoli autonomi. Villani chiede anche di evitare che l’AI diventi la nuova “macchina della discriminazione”, un territorio dominato da ricercatori e professionisti uomini a scapito della partecipazione femminile all’innovazione. Per questo il parlamentare francese ha chiesto di modificare i programmi scolastici e i progetti di ricerca in modo da favorire l’inclusione: la Francia ha bisogno di tre volte più esperti di AI e di portare almeno al 40% la quota di donne che studiano materie informatiche (oggi sono il 10%). Tra le altre raccomandazioni del “Rapport Villani”: rendere accessibili ai cittadini i dati delle Pubbliche amministrazioni, allargare l’innovazione digitale nella PA, concentrare gli sforzi su settori chiave (sanità, trasporti, ambiente e difesa-sicurezza), riflettere sulle ricadute occupazionali con degli osservatori su AI e lavoro, creare un supercomputer dedicato alle applicazioni dell’AI a disposizioni dei ricercatori e dei loro partner dell’industria e istituire un comitato etico sull’intelligenza artificiale.

Back To Top