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Leonardo Riassetto

Leonardo-Finmeccanica, ecco i 3 dossier su risorse e decisioni della Difesa

L’approfondimento dell’analista ed esperto di cose militari, Aurelio Giansiracusa

 

L’Italia sulla Difesa deve scegliere le priorità e lo deve fare in fretta. E’ quello che in sostanza l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha detto nei giorni scorsi in un seminario di Aiad, l’associazione che riunisce le imprese del settore difesa.

CHE COSA HA DETTO PROFUMO (LEONARDO-FINMECCANICA)

Il capo azienda di Leonardo (ex Finmeccanica), nel suo intervento, per quanto riguarda settore spaziale ha ricordato che in tale ambito “l’azienda ha già partnership con Thales” e che si tratta di “un campo che va verso un consolidamento e in cui è necessaria una profonda convergenza tra industria, Forze armate e governo”.

TRA SPAZIO E DIFESA

In questo settore, ha evidenziato Profumo, “l’Italia deve capire in quali aree ha capacità da tutelare in ambito europeo”, mentre la Difesa è ancora un settore nazionale e lo resterà a lungo, ma anche in questo caso vanno capite le capacità da difendere, “mentre alcune andranno necessariamente abbandonate: se vogliamo essere dappertutto, rischiamo di perdere su tutti i fronti”. Per questo settore, i grandi progetti europei sono fondamentali. “I grandi programmi del futuro o saranno europei, o non saranno”, ha aggiunto il capo azienda del gruppo ex Finmeccanica.

LE TRE QUESTIONI PER LEONARDO

Sulla decisione nell’allocazione delle risorse, il ceo di Leonardo parla avendo come obiettivo tre questioni; a) quella relativa all’UAV MALE (Medium Altitude Long Endurance) che vede la lotta fratricida tra il moribondo programma Piaggio P1HH, il programma Euromale RPAS dove è presente con quota di minoranza Leonardo e il programma Xplorer di cui, invece, Leonardo è proprietaria al 100% fatto salvo l’apparato propulsivo.

L’OTTICA DELL’EX FINMECCANICA

E’ evidente che nell’ottica Leonardo, il Piaggio P1HH è un concorrente che frena risorse (e che non incontra neppure il favore dell’Aeronautica Militare che voleva, invece, far sviluppare con Leonardo alla testa dell’impresa la versione 2HH molto più performante sotto tutti gli aspetti). Lo stesso Euromale vive i primi problemi perché i costi sono fuori controllo (Airbus è capofila del progetto).

IL RUOLO DI XPLORER DI LEONARDO-FINMECCANICA

Leonardo ha, perciò, colto l’occasione nel recentissimo salone di Parigi-Le Bourget, per presentare il suo Xplorer, ufficialmente destinato al mercato internazionale ma con occhio alle esigenze nostrane (sia dell’Aeronautica, sia della Marina).

LA SECONDA QUESTIONE

b) altra questione aperta è quella del nuovo MPA (Multiruole Patrol Aircraft) che è tornato ad essere di attualità viste le crescenti tensioni navali nel Mediterraneo e nei bacini limitrofi di nostro interesse.

IL VUOTO OPERATIVO

Qui, abbiamo un vuoto operativo, perché il ritiro della vecchia linea antisom basata sui Breguet Atlantic è stato compensato solo in parte con l’acquisto “ad interim” di quattro ATR P-72A che tutto sono tranne che pattugliatori antisom; si tratta di ottimi velivoli per la sorveglianza e per l’elint (electronic intelligence) ma non hanno alcuna capacità (sia pure implementabili) per il contrasto ai sottomarini ed alle navi di superficie. Anche in questo settore bisogna registrare che Parigi e Berlino l’anno passato hanno siglato l’intesa per lo sviluppo della versione MPA dell’Airbus A321 mentre tutta una serie di Paesi guardano ad un’altra piattaforma.

CHE COSA SI DICE NEGLI AMBIENTI MILITARI ITALIANI

Non è un mistero che negli ambienti militari italiani, non potendo arrivare al Boeing P-8A Poseidon, si guarda con estremo interesse al Kawasaki P-1, di cui i Giapponesi sarebbero ben lieti di venderci alcuni esemplari per far fronte alle nostre esigenze. Del resto, questi velivoli sono transitati in Italia più volte a Sigonella, dove era concentrata la linea antisom italiana e dove oggi sono schierati i P-72A. In questo delicato settore, Leonardo, oltre ad offrire una versione antisom del P-72 che, però, non desta interesse nell’Aeronautica e nella Marina, ha presentato il modello del C-27J dotato di avionica ed armamento senza peraltro ottenere successo né in Patria né all’Estero. Unica parziale eccezione è data dalla conversione dei C-27J ex USAF dati in carico alla USCG che li sta trasformando in Marittime Patrol Aircraft per missioni di sorveglianza e soccorso in mare aperto. Concludendo, l’interesse di Leonardo sarebbe quello di capire quale sarebbe la sua quota economica e di lavoro per l’italianizzazione del giapponese P-1.

LA TERZA QUESTIONE IN BALLO: I CONVERTIPLANI

3) infine, la questione convertiplani. Qui, il problema ha un nome e cognome e si chiama AW609, il quale dopo diversi problemi, è nella fase conclusiva dell’iter delle complesse certificazioni. Al di là dell’ordine annunciato dagli Emirati Arabi Uniti per tre esemplari da destinare alla ricerca e soccorso nel deserto, ordine di cui però non c’è certezza che sia stato effettivamente siglato, e dalle lettere di intenti sottoscritte da alcune compagnie aeree private, la mancanza di ordini da parte di committenti istituzionali nazionali rischia di essere la pietra tombale al programma. Del resto, nel settore militare, al momento si conta solo il Bell V-22 Osprey in forza all’USMC, USAF ed US Navy che è macchina ben diversa rispetto al nostrano 609. Peraltro, trovare uno o più impieghi militari al 609 è compito estremamente difficile perché è una macchina pensata per il trasporto civile di sei-otto persone, con carlinga affusolata e senza vano di carico. Insomma, più del trasporto VIP è difficile pensare.

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