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Leonardo-Finmeccanica e Thales, ecco come gli Usa ordinano all’Italia di rottamare gli accordi Italia-Cina sullo spazio (Tiangong-3)

Repubblica svela che l'Italia su "pressioni fortissime" degli Stati Uniti ha congelato gli accordi spaziali con la Cina. Il ruolo di Thales Alenia Space (tra Leonardo-Finmeccanica e la francese Thales). Fatti, approfondimenti e analisi

L’Italia si rimangia l’accordo con la Cina sullo spazio, scrive oggi Repubblica: “Le pressioni politiche americane sono state fortissime, ai massimi livelli”, svela il corrispondente da Pechino del quotidiano diretto da Carlo Verdelli.

Che cosa è successo? Ecco quello che scrive oggi Repubblica: “In un capitolo celeste della Via della Seta, la nostra Agenzia spaziale avrebbe dovuto collaborazione alla realizzazione della nuova, prima vera stazione orbitale cinese, la Tiangong-3, il Palazzo celeste, fornendo uno dei modelli pressurizzati della struttura, gioielli di tecnologia prodotti nello stabilimento di Thales Alenia Space a Torino. Quel modulo non arriverà”. Perché? “Un crescendo di pressioni degli Stati Uniti ha messo il governo Conte spalle al muro, spingendo a sospendere la collaborazione con la Cian, proseguendo solo quella  strettamente scientifica”.

Ma la presidenza del Consiglio non ha ancora formalizzato e comunicato la decisione, aggiunge il quotidiano diretto da Carlo Verdelli: “Lasciando gli scienziati dell’Asi in una scomoda impasse con l’omologa cinese”, svela il corrispondente da Pechino di Repubblica, Filippo Santelli.

I PRODROMI DELLE FIBRILLAZIONI

Segnali premonitori delle tensioni fra Usa e Cina in materia spaziale che lambivano anche l’Italia sono giunti nelle scorse settimane su alcune iniziative dell’allora ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, quando il Foglio ha scritto: “A fine novembre, durante una visita di ben dieci giorni in Cina (una missione così lunga per un ministro è quantomeno anomala) il grillino Fioramonti ha annunciato a sorpresa la sospensione della collaborazione con la Cina per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong 3, che verrà messa in orbita nel 2022. Negli stessi giorni, però – notava Giulia Pompili del quotidiano diretto da Claudio Cerasa – partecipando alla Settimana Cina-Italia della Scienza, il ministro ha celebrato la firma di 15 accordi bilaterali nel settore scientifico e inaugurato, insieme con l’omologo cinese Wang Zhigang, il primo Parco Tecnologico Sino-italiano a Jinan (1,6 miliardi di euro). Come si deve interpretare lo stop alla collaborazione tecnologica negli stessi giorni di un rafforzamento nel campo della ricerca? Contattato più volte dal Foglio, il ministero dell’Istruzione non ha mai confermato o smentito l’annuncio di Fioramonti in Cina sulla collaborazione con l’Asi”.

GLI OBIETTIVI DI TIANGONG-3

A bordo del terzo palazzo celeste (Tiangong 3) ci sarà probabilmente anche l’Italia, scriveva lo scorso aprile Formiche: “Già alla fine del 2018, dal nuovo Comitato interministeriale di palazzo Chigi, presieduto dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, era arrivato il via libera a valutare la partecipazione italiana alla Tiangong-3. Secondo quanto ricostruito di recente dal commissario dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Piero Benvenuti, è stata la Cina “a identificare la costruzione di un modulo abitativo con capacità di osservazione, tipo cupola, che vorrebbe veder realizzato dall’industria italiana”, la quale può vantare su questo l’esperienza acquisita sulla Stazione spaziale internazionale (Iss). Un eventuale accordo è ancora in fase di definizione, ma la richiesta italiana è già stata presentata a Pechino: avere a bordo della nuova Tiangong esperimenti italiani e potervi spedire i nostri astronauti”.

GLI ACCORDI SULLA VIA DELLA SETA

Ma da dove nascono le tensioni? Italia e Cina decolleranno insieme per lo spazio, scriveva il 23 marzo del 2019 Repubblica: “Fra gli accordi appena firmati ce ne sono alcuni che riguardano l’esplorazione al di là della Terra. Insieme a Pechino, Roma lancerà un secondo satellite per il monitoraggio dei terremoti: il primo è al lavoro dal febbraio 2018. Il nostro paese costruirà inoltre uno dei moduli della Stazione Spaziale cinese, che si chiama Tiangong-3 (Palazzo Celeste) e verrà lanciata a partire dal 2022. Attualmente in orbita c’è un prototipo, il Tiangong numero due. Il Tiangong-1 fece notizia quando ricadde sulla Terra un anno fa, il 2 aprile 2018, finendo per fortuna in mare senza danni. L’intesa è stata firmata commissario straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Piero Benvenuti e dal vicedirettore della China National Space Administration, Zhang Jianhua”

IL RUOLO DI THALES E LEONARDO-FINMECCANICA IN THALES ALESIA SPACE

Dovendo costruire una stanza del palazzo celeste, l’Italia sarà anche invitata a bordo, aggiungeva Repubblica: “La nostra astronauta Samantha Cristoforetti ha già iniziato a studiare il cinese. Gli accordi firmati oggi prevedono l’ospitalità di italiani a bordo di Tiangong e l’allestimento di esperimenti scientifici ideati dagli scienziati di entrambi i paesi. Uno, in particolare, si chiama Herd e studierà i raggi cosmici ad alta energia: la radiazione che spazza l’universo in ogni direzione, prodotta da fenomeni estremi di tipo astrofisico. “Le Parti – si legge infatti nell’accordo di sabato – seguono con interesse le collaborazioni concrete in corso tra la China Manned Space Agency e l’Agenzia Spaziale Italiana” in vista anche della “partecipazione di astronauti italiani alle missioni di volo sulla stazione spaziale cinese”. Il modulo, che attualmente è in avanzata fase di progettazione, verrà costruito a Torino da Thales Alenia Spazio. Dall’Italia in fondo arriva oltre metà del volume abitabile della Stazione Spaziale Internazionale, quella gestita in buona parte dalla Nasa”.  Gli accordi spaziali in questione risalivano al 2017, quando il presidente italiano Sergio Mattarella in visita a Pechino e il presidente cinese Xi Jinping avviarono la collaborazione scientifica, chiosava Repubblica. E all’Asi c’era il presidente Roberto Battiston, poi silurato ai primi passi del governo M5s-Lega e di recente premiato dalla Cina, come ha sottolineato l’Ansa.

LE PREMESSE GEOPOLITICHE DELLE PRESSIONI AMERICANE SULL’ITALIA

“Oggi da parte degli Stati Uniti il presidio della periferia dell’impero (anche della periferia delle potenze spaziali europee) diviene più importante perché occorre arrestare la penetrazione cinese”, scrive sul numero appena pubblicato di Limes l’analista Alessandro Aresu: “Se scorriamo l’ultimo rapporto al Congresso della U.S. – China Economic and Security Review Commission di novembre 2019, possiamo scorgere la profondità della preoccupazione americana per gli sviluppi cinesi in materia spaziale. Il ruolo cinese nello spazio è considerato nella sezione dedicata alle ambizioni globali di Pechino, assieme all’apparato militare, i rapporti con la Russia e le dinamiche regionali in Oceania e Singapore. Pechino contende la final frontier a Washington, nel linguaggio del Congresso col tocco di Gene Roddenberry. L’obiettivo di Pechino è quello di alimentare una via della seta spaziale, anche usando società basate a Hong Kong per aggirare il controllo americano sulle esportazioni”.

DIBATTITO SUI SOCIAL TRA FORCHIELLI E CROSETTO

LA VERSIONE DI FORMICHE

“Più che di marcia indietro dell’Italia – ha commentato Formiche – sembra trattarsi di un riallineamento della linea spaziale della Penisola dopo le deviazioni derivanti dai fascini orientali dell’era gialloverde. Una correzione di rotta, insomma, nell’ambito di un ancoraggio atlantico inevitabile a fronte della competizione a tutto tondo tra Washington e Pechino”.

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