skip to Main Content

Lensa

Lensa, perché esperti e artisti criticano l’app degli avatar magici?

Spopola sui social l'app Lensa, che tanti utenti stanno utilizzando per creare avatar che sembrano ritratti da un illustratore professionista. L'app utilizza l'intelligenza artificiale che elabora selfie e foto. Ma per gli esperti l'app pone qualche dubbio sulla privacy e molti artisti mettono in discussione l'etica dell'arte AI

Gli avatar magici di Lensa hanno invaso i social media.

In questo momento è in voga l’app per fotoritocco Lensa che grazie all’intelligenza artificiale crea interpretazioni artistiche di selfie e foto degli utenti realizzando dipinti fotorealistici fino a illustrazioni più astratte.

In realtà la società che ha lanciato l’app per iOS e Android, Prisma Labs, nel 2016 aveva creato un’applicazione simile. E Lensa stessa risale al 2018. Ma, il progredire dell’intelligenza artificiale generativa consente risultati migliori. E alla fine di novembre la società ha lanciato la funzione virale “avatar magici”, portando l’app Lensa al primo posto nelle classifiche “Foto e video” dell’App Store iOS. Secondo le stime della società di analisi Sensor Tower, oltre 4 milioni di persone nel mondo hanno scaricato Lensa nei primi giorni di dicembre.

Tuttavia, dietro a questa esplosione di popolarità, gli esperti sollevano qualche dubbio sulla privacy e l’uso delle immagini. Non solo, molti artisti mettono in discussione l’etica dell’arte AI ovvero immagini con modelli addestrati utilizzando il lavoro originale di altre persone.

Inoltre, l’app dopo la prova gratuita di 7 giorni spinge l’utente a spendere sempre più soldi per utilizzarla.

Tutti i dettagli.

COME FUNZIONA L’APP LENSA

FaceApp remember? Il fenomeno della condivisione social dei selfie ritoccati (ringiovaniti o invecchiati) era diventato virale nell’estate 2019 con FaceApp, l’applicazione di proprietà russa.

Dopo l’alterazione dell’età dei nostri selfie, adesso spopola la re-interpretazione artistica con Lensa, l’app sviluppata da Prisma Labs.

Con sede in California, Prisma Labs viene fondata nel 2016 da Alexey Moiseenkov e un team di sviluppatori russi. La società ha messo a punto Lensa AI, l’app che funziona invitando gli utenti a caricare 10-20 foto di se stessi. Utilizzando il modello open source Stable Diffusion, l’app elabora le tue foto per generare avatar di te che sembrano creati da un artista digitale.

OCCHIO ALLO SCADERE DELLA PROVA GRATUITA

E per queste illustrazioni, gli utenti sono disposti a pagare: hanno speso oltre 8 milioni di dollari nell’app in questo ultimo periodo.

Alla prima apertura, un pop-up invita ad attivare la prova gratuita di 7 giorni che se non viene annullata in tempo porta al pagamento di una cifra (29,99 euro in Italia). Puoi ignorare questa schermata senza impegnarti nella versione di prova, ma la versione gratuita dell’app è molto limitata e non include la funzione avatar magico diventata virale.

E IL DIRITTO D’AUTORE?

Ma l’ascesa dell’arte generata dall’intelligenza artificiale negli ultimi mesi ha riacceso la discussione sull’etica della creazione di immagini con modelli che sono stati addestrati utilizzando il lavoro originale di altre persone.

Diversi artisti hanno accusato Stable Diffusion di usare la loro arte senza permesso, come documenta Nbc News. Molti nello spazio dell’arte digitale hanno anche espresso scrupoli sui modelli di intelligenza artificiale che producono immagini in massa a un prezzo così basso, specialmente se quelle immagini imitano stili che gli artisti reali hanno impiegato anni a perfezionare.

ATTENZIONE ALLA PRIVACY

Non ultimo il consiglio degli esperti in tema di privacy: leggere i termini di utilizzo per capire meglio cosa fa l’app con i dati.

Ad esempio, Lensa può utilizzare le tue foto caricate per addestrare la sua intelligenza artificiale. La politica sulla privacy di Lensa afferma che non utilizza le foto caricate per nient’altro che per applicare filtri ed effetti. Tuttavia, come riporta Cnet, aggiunge una serie di modi in cui può utilizzare le tue informazioni (diverse da foto e video), inclusi i seguenti: per addestrare i suoi algoritmi di rete neurale; fornire, migliorare, testare e monitorare l’efficacia di Lensa, per fornire contenuti e informazioni personalizzati in relazione a Lensa e per diagnosticare o risolvere problemi tecnologici in relazione a Lensa.

Ma qualsiasi app che raccolga dati da un telefono potrebbe prelevare altri dati privati. Nei termini di servizio di Pisma Labs, la società afferma che non “richiede alcun metadato allegato alle foto che carichi, i metadati (inclusi, ad esempio, i geotag) possono essere associati alle tue foto per impostazione predefinita”. Ciò significa che non è chiaro se stai condividendo o meno la posizione o i dati personali con l’app, anche se lo fai involontariamente.

LE RASSICURAZIONI DI PRISMA LABS

Prisma Labs, il team dietro Lensa AI, ha dichiarato a TechCrunch che utilizza i servizi cloud AWS per elaborare le foto degli utenti. Non appena un modello AI viene addestrato sulle foto di un utente, le immagini vengono immediatamente eliminate.

Inoltre, la società ha replicato anche alle polemiche degli artisti sostenendo che le immagini generate dall’intelligenza artificiale “non possono essere descritte come repliche esatte di una particolare opera d’arte”.

“Poiché il cinema non ha ucciso il teatro e il software di contabilità non ha sradicato la professione, l’intelligenza artificiale non sostituirà gli artisti ma può diventare un ottimo strumento di assistenza”, ha twittato la scorsa settimana la società. “Riteniamo inoltre che la crescente accessibilità degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale non farebbe altro che rendere l’arte artificiale nella sua eccellenza creativa più apprezzata e apprezzata, dal momento che qualsiasi industrializzazione apporta più valore alle opere artigianali”.

Back To Top