La più volte decantata legge nazionale sullo spazio è in arrivo con la prossima manovra nel nostro paese.
È quanto ha indicato il ministro dell’Imprese e del Made in Italy con delega allo Spazio, Adolfo Urso, nel corso della sua audizione, ieri, in Commissione Attività produttive sulla politica spaziale e aerospaziale del governo.
All’Italia serve una legge per lo spazio che normi “il settore spaziale” perché il nostro Paese non ha norme a riguardo eppure “la geopolitica è sempre più preminente” nelle attività in orbita, per questo la norma potrebbe arrivare già “nel collegato alla prossima manovra finanziaria” ha spiegato il titolare della delega allo Spazio.
Ma oltre al contesto geopolitico, il ministro ha ricordato l’importanza strategica del settore spaziale anche dal punto di vista industriale per il nostro Paese. Alla luce soprattutto delle potenziali ricadute: “nel 2013 il valore economico della space economy aveva raggiunto i 260 miliardi di dollari, cifra che oggi ha superato i 480 miliardi e che nel prossimo decennio raggiungerà i mille miliardi di dollari, per superare i 2.700 miliardi di dollari nel 2040”. “Si tratta di una crescita continua, inarrestabile”, ha concluso Urso.
Dal punto di vista industriale inoltre Urso mette il dito nella piaga e richiama ad un maggiore impegno comune con il partner francese sul sistema del lanciatore Vega C, rileva il Sole 24 Ore. “Le criticità emerse, che si spera di superare in tempi rapidi, unite ai ritardi del primo lancio di Ariane6, mettono in discussione la messa in orbita di importanti satelliti di costellazioni europee come Galileo e Copernico, e delle stesse costellazioni satellitari future come la nostra Iride e quella europea Iris2” ha ammesso il ministro Urso.
Tutti i dettagli.
LEGGE SPAZIALE PRONTA IN AUTUNNO
“Prevediamo di presentare la norma come collegato alla prossima manovra finanziaria” ha detto Urso.
“Abbiamo intenzione – ha spiegato Urso nel corso della sua audizione – di presentare il collegato su quello che riguarda lo spazio nella prossima manovra finanziaria in modo da lavorarci in Parlamento il prossimo anno e concluderlo entro la manovra successiva”. L’obiettivo, ha illustrato il ministro è “avere la legge entro l’autunno del prossimo anno approvata dal Parlamento” perché “è una legge importante in cui vanno affrontate le criticità che noi riteniamo importanti”.
Inoltre, “Serve un intervento che integri e aggiorni la vigente normativa nazionale, anche in merito alla governance di enti come l’Agenzia spaziale italiana e favorisca la crescita del settore aerospaziale nazionale”, ha aggiunto Urso.
PER AFFRONTARE LE CRITICITÀ
D’altronde, ha osservato o il ministro delle Imprese e del made in Italy, nel corso dell’audizione, lo spazio “offre molte opportunità ma si presta sempre più alle ambizioni delle superpotenze terrestri, che complicano l’utilizzo pacifico e sicuro delle orbite terrestri, soprattutto quella più bassa. Ciò rende ancora più attuale un riassetto normativo nazionale e multilaterale dell’utilizzo dello spazio”.
“Le criticità maggiori – ha precisato Urso – sono quattro: la gestione della spazzatura spaziale, la militarizzazione dello spazio, lo sfruttamento di risorse primarie importanti dello spazio e le conseguenze del conflitto della Russia in Ucraina”.
Riguardo la prima criticità, la spazzatura spaziale, ci “stanno lavorando delle aziende spaziali come Thales Alenia Space, con velivoli che recuperano detriti o li spostano su altre orbite, una tecnologia italiana molto importante e significativa e noi vogliamo valorizzarla”.
SPAZIO DOMINIO STRATEGICO
LE RICADUTE INDUSTRIALI
Inoltre, il settore spaziale è strategico per il nostro Paese anche dal punto di vista industriale visto che sul nostro territorio operano “300 aziende” e che il Paese fattura “4,5 miliardi di euro l’anno nel settore spaziale”. Il ministro ha rilevato anche che “sono 50mila gli addetti specializzati, su un totale di 200mila nella filiera, che impegna oltre 4000 aziende che costituiscono l’indotto” e “circa il 90%, come accade nel modello italiano anche per questo settore così innovativo, sono piccole e medie imprese”.
NECESSARIA UNA POLITICA INDUSTRIALE EUROPEA
Dopodiché, il ministro ha posto l’accento sull’importanza di una forte politica industriale europea, come già emerso in occasione della ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e del vertice trilaterale delle imprese tedesche, italiane e francesi, che da sole rappresentano il 55% del Pil europeo, in 3 rappresentiamo la terza forza manifatturiera mondiale dopo Usa e Cina.
“Con Le Maire abbiamo trovato soluzioni per una filiera spazio europea. Le nostre imprese italiane e francesi e tedesche hanno dato risposte in un trilaterale e bisogna farlo a livello europeo” ha spiegato Urso. A questo proposito ricordiamo che nella prima giornata della conferenza ministeriale dell’Esa lo scorso novembre, Francia, Germania e Italia hanno firmato una dichiarazione congiunta sul futuro quadro di utilizzo dei lanciatori europei.
La famiglia dei lanciatori europei comprende i lanciatori Ariane e Vega e le versioni aggiornate Ariane 6 (destinato a portare i satelliti in orbita alta) e Vega C (per i satelliti medio-piccoli in orbita bassa). Per Ariane 6 e Vega-C, “l’assegnazione dei finanziamenti sarà commisurata ai rischi commerciali assunti” per garantire la loro competitività a lungo termine,avevano concordato i ministri.
E ora Urso anticipa che “Ne parlerò la prossima settimana col commissario Breton: siamo in grado di elaborare una politica industriale europea. Abbiamo la possibilità di essere protagonisti globali. Una politica industriale europea che si basi su una politica energetica comune, e anche e non soltanto su una politica commerciale”.
A PROPOSITO DEL PNRR SPAZIALE
Infine, nel corso della sua audizione il ministro Urso ha chiarito che “il Pnrr prevede investimenti per 1,2 miliardi di euro, per potenziare i sistemi di osservazione della Terra, per il monitoraggio dello spazio extra-atmosferico e per rafforzare le competenze nazionali nella ‘space economy'” e “sono stati conclusi tutti i contratti previsti” e l’Italia “sullo spazio l’Italia scommette molto”.
“Tutti i contratti previsti sono stati conclusi nei tempi utili” e dei fondi a disposizione nell’ambito del Pnrr “ne usufruiranno sia le grandi sia le piccole e medie imprese” ha riferito.(Qui l’approfondimento di Startmag su Come Thales e Leonardo utilizzeranno i fondi del Pnrr).
Nell’ambito dei finanziamenti dedicati allo spazio Urso ha anche ricordato che c’è “un ulteriore stanziamento da gestire con un’apposita convenzione stipulata con l’Esa” ed “a ciò si aggiungono ulteriori 2 miliardi di investimenti approvati dal Comint, il Comitato interministeriale per lo Spazio, che presiedo su delega del presidente del Consiglio”.