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Dell

L’autunno di Dell, tra tagli e licenziamenti

Dopo aver lasciato a casa circa 25mila persone in due anni, Dell, l'azienda americana nota per i suoi PC e i suoi laptop, informa l'autorità di vigilanza dei mercati di voler ridurre ancora il personale

Non era certo passato inosservato che il gigante tecnologico texano lo scorso anno avesse varato un maxi piano di esuberi da oltre 12mila unità. Per questo sorprende la notizia che Dell abbia nuovamente deciso di procedere con altri tagli al personale, specie considerando i timidi segnali di ripresa intravisti dalla società nota per i suoi computer e i suoi monitor nell’ultima trimestrale.

DELL, ALTRI LICENZIAMENTI IN ARRIVO

Come spesso avviene in questi casi la notizia, anziché essere sbandierata a quattro venti dalla società che intende ridimensionare il proprio personale, si può trovare tra le pieghe di documenti depositati presso la Sec (Securities and Exchange Commission) statunitense.

L’azienda di Round Rock a febbraio 2024 contava circa 120.000 dipendenti; nel 2023, a seguito del crollo delle vendite di PC e portatili nell’anno precedente, aveva lasciato a casa 12.000 persone, mentre quest’estate aveva annunciato altri 12.500 esuberi (il numero non è stato mai ufficializzato). E adesso torna ad affilare la mannaia.

“Rimaniamo impegnati in una gestione disciplinata dei costi in coordinamento con le nostre iniziative di trasformazione aziendale in corso e continueremo ad adottare alcune misure per ridurre i costi, tra cui la limitazione delle assunzioni esterne, la riorganizzazione dei dipendenti e altre azioni per allineare i nostri investimenti alle nostre priorità strategiche e alle esigenze dei clienti”, ha dichiarato Dell nel suo documento Sec.

“Continuiamo a far progredire le nostre capacità […] sfruttando le nuove tecnologie e ottimizzando i processi aziendali”, ha aggiunto Dell. “Prevediamo che queste azioni porteranno a una continua riduzione del nostro organico complessivo”.

LE MONTAGNE RUSSE DEGLI ULTIMI 10 ANNI

Dell è senza dubbio reduce da un periodo arzigogolato se si considera che nel 2013 si era ritirata dal mercato azionario con un’operazione di buyback totale delle quote guidata dal suo fondatore Michael Dell salvo poi quotarsi nuovamente in Borsa nel 2018. Qui però è stata travolta dalla crisi che ha colpito tutti i costruttori di computer pagando lo scotto ben più di altri competitor – secondo Bloomberg il 55% delle sue entrate derivano dalle vendite di laptop e desktop.

LA DIVISIONE CONSUMER SOFFRE ANCORA

La Big Tech texana tra alterne fortune ha comunque riportato un fatturato di 25 miliardi di dollari, pari a un incremento del 9% su base annua, principalmente grazie al boost dato dalla divisione networking e infrastrutture, mentre quella che si occupa di dispositivi e periferiche è in contrazione del 4%, sempre su base annua.

La vera malata del gruppo continua però a essere la divisione consumer, crollata di addirittura il 22% rispetto all’anno precedente. Già nel 2022, secondo il report di IDC, in un contesto in cui i produttori di PC nell’ultimo trimestre del 2022 avevano spedito il 28,1% di unità in meno rispetto al 2021, quelle di Dell si erano contratte di oltre il 37%.

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