Caro direttore,
come sai la mattina presto mi aggiorno subito dedicandomi alla lettura dei grandi giornali d’opinione, per essere sempre aggiornato in modo affidabile e veritiero sulla realtà.
In questi giorni tutti parlano di Intelligenza Artificiale: in Europa abbiamo le “tavole della legge” e in Italia abbiamo approvato “la strategia”. Quindi, quando ho visto che uno dei maggiori quotidiani nazionali aveva pubblicato l’elenco dei “500 italiani e italiane che contano nell’Intelligenza Artificiale” mi son detto: questa sarà la mia bibbia! Così ieri mi sono tuffato avidamente nella lettura.
Poi ieri sera, da totale imbelle digitale ma con una normale “Intelligenza Naturale” e in grado comunque di parlare con chi se ne intende, ho sentito qualche amic* (a proposito, perché il titolo esclude i non binari dell’IA italiana? C’è forse, absit iniuria verbis, una strisciante sotterranea discriminazione in corso?) e mi è venuta qualche perplessità.
Molti nomi, mi hanno riferito, non c’entrano proprio niente con l’intelligenza artificiale. Si occupano sì di informatica (al cui interno è nata l’IA), ma di altri campi. O magari si occupano in generale di digitale in un’ottica sociale, sociologica, psicologica, economica, etc. etc. Poiché i bit si sono infiltrati dappertutto, ormai sono tutti esperti (io continuo ad usare l’agendina di carta, ma temo che – come accaduto per i dinosauri – la mia genìa sia destinata all’estinzione), oggi di Intelligenza Artificiale, ieri di Cybersecurity (che poi sarebbe la sicurezza informatica, ma vuoi mettere come si arrotonda la bocca declamando “saibersechiuriti”?), ieri ancora di multimedialità, e via dicendo.
E poi, mi dicono che esista in Italia un Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, che racchiude pressoché tutti gli atenei pubblici italiani che si occupano di Informatica (quindi di intelligenza artificiale), e che ha addirittura un Laboratorio Nazionale “Artificial Intelligence and Intelligent Systems” che terrà quest’anno il quarto Convegno Nazionale sull’Intelligenza Artificiale in Italia.
Orbene, ti pare possibile che un “grande giornale di opinione” non parli di questo Laboratorio, una bellissima realtà della ricerca italiana (mi riferiscono) né del suo direttore, né del Consorzio CINI, che è ormai il punto di riferimento della ricerca informatica in Italia?
Mi hanno poi segnalato l’assenza di alcuni nomi femminili importanti, che non cito perché mi arrivano da segnalazioni parziali. Però, è sorprendente che italiane che organizzano convegni di Intelligenza Artificiale a livello internazionale siano assenti in questo elenco.
Se questo è il livello attuale dei giovani giornalisti (sappiamo bene che un pezzo così è roba da apprendisti, da collaboratori o da precari che guadagnano solo sfornando più pezzi possibile) allora c’è spazio di sopravvivenza anche per un matusa come me (nonostante gli stipendi, tranne che per i mega direttori come te, siano ormai sempre più magri!).
Poi, però ho capito l’inghippo: il sommario sotto il titolo dice, testualmente, “Un censimento mai fatto prima, in continuo aggiornamento con le vostre segnalazioni”.
È vero, una “rarità” di questo genere non l’avevo mai vista pubblicata. E devo fare i complimenti al “grande quotidiano” perché ha inventato il “pezzo in collaborazione”: noi scriviamo la qualunque, voi ci segnalate cosa non va e noi, se ci piace e se siete coerenti con la nostra linea editoriale, magari lo pubblichiamo, magari…
Benvenuta ChatGPT, ormai per fare giornalismo in questo modo basti tu!
Cordiali saluti e buon lavoro,