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Nasa Lockheed Martin

La Nasa accelera verso la Luna con maxi contratto a Lockheed Martin

La Nasa punta dritta sulla Luna e assegna a Lockheed Martin un contratto da 2,7 miliardi di dollari per 3 capsule Orion. Ma a Capitol Hill sorgono perplessità sulle tempistiche del programma spaziale

Il 2024 è sempre più vicino. Per quella data sia il numero uno della Nasa sia il presidente degli Stati Uniti sono convinti che gli astronauti americani torneranno sulla Luna tramite il programma Artemis. In quest’ottica si inserisce l’annuncio di ieri. La Nasa ha assegnato un nuovo contratto di produzione di veicoli spaziali Orion al contractor della difesa a stelle e strisce Lockheed Martin.

Questo contratto da 2,7 miliardi di dollari garantisce la produzione delle navicelle Orion per il prossimo decennio. Ma non tutti sono così certi che il suolo lunare sarà raggiunto entro quella scadenza.

IL CONTRATTO ASSEGNATO A LOCKHEED MARTIN

Lockheed Martin ha ottenuto dunque un contratto da 4,6 miliardi di dollari per costruire almeno sei navette spaziali Orion per la Nasa. “Questo contratto mostra chiaramente l’impegno della Nasa non solo nei confronti di Orion, ma anche nei confronti di Artemis e il suo audace obiettivo di inviare gli umani sulla Luna nei prossimi cinque anni”, ha dichiarato Rick Ambrose, vice presidente esecutivo di Lockheed Martin Space. “Siamo ugualmente impegnati con Orion e Artemis e produciamo questi veicoli con particolare attenzione ai costi, ai programmi e al successo della missione”.

La Nasa ha effettuato infatti un ordine iniziale per tre veicoli spaziali Orion per 2,7 miliardi di dollari. Ma l’agenzia spaziale prevede di ordinare altre tre navicelle nell’anno fiscale 2022 per ulteriori 1,9 miliardi di dollari. L’agenzia spera inoltre di riutilizzare ogni veicolo almeno una volta.

VOLO DI PROVA L’ANNO PROSSIMO

Proprio in occasione del 50esimo anniversario della missione “Apollo 11” che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna il 20 luglio del 1969, il vice presidente degli Stati Uniti d’America, Mike Pence ha dichiarato che la prima navetta Orion, costruita dalla Lockeed-Martin per le nuove missioni interplanetarie come i viaggi verso la Luna e, auspicabilmente, Marte, è già pronta e ha avuto il via libera dalla Nasa per la missione di test “Artemis 1” che prevede un sorvolo della Luna senza equipaggio nell’estate del 2020.

LA TABELLA DI MARCIA DELLA NASA

È previsto invece nel 2022 il lancio di Artemis 2, il primo volo del razzo Space Launch System (SLS) e Orion con equipaggio. Nei piani della Nasa gli astronauti sbarcheranno sulla Luna entro il 2024 nella missione Artemis 3 e in seguito circa una volta all’anno. Ma a differenza dell’Apollo 11, questa volta la Nasa punta ad andare sulla Luna e a restarci. Oltre a trasportare gli astronauti, la navicella Orion sarà in grado anche di attraccare su una piccola stazione spaziale, il Lunar Gateway, in orbita attorno alla Luna entro il 2023.

I RITARDI DI ARTEMIS

Progetto ambizioso, ma la Nasa deve fare i conti con il tipo di ritardi comuni in ogni missione spaziale così complessa come ha sottolineato Axios. Una delle maggiori sfide in questo momento è far volare il razzo Space Launch System l’anno prossimo. L’enorme razzo, costruito principalmente da Boeing per la Nasa, ha un budget di miliardi di dollari ed è stato posticipato di anni, ma tutti i futuri piani lunari dell’agenzia dipendono da questo. Un recente rapporto del Gao (Government Accountability Office) ipotizza che il primo volo del razzo potrebbe svolgersi nel 2021. Il contratto con Lockeed Martin dimostra che l’agenzia è imperterrita e sta già pensando ben oltre il 2024.

NECESSARI PARTNER INDUSTRIALI PRIVATI

Proprio per non rallentare il programma, la Nasa sta facendo affidamento anche a compagnie aerospaziali private per lo sviluppo delle tecnologie necessarie alla missione spaziale. A luglio sono state annunciate le tredici aziende che vantano ora un totale di 19 partnership con la Nasa. Quest’ultime potranno far affidamento sulle competenze e risorse da vari centri della Nasa per sviluppare tecnologie spaziali, senza alcun costo per le aziende stesse.

DA BLUE ORIGIN DI BEZOS

Uno dei grandi vincitori dell’iniziativa è Blue Origin che vanta tre partnership di sviluppo con la Nasa. A maggio la compagnia di Jeff Bezos, miliardario fondatore del colosso Amazon, ha svelato un concetto di lander chiamato Blue Moon per portare gli umani sulla superficie lunare. Ora Blue Origin svilupperà un nuovo sistema per la navigazione e l’atterraggio sulla Luna con l’aiuto della Nasa, oltre a testare nuovi materiali che potrebbero essere utilizzati sul motore del suo lander Blue Moon. La compagnia proverà anche a sviluppare un nuovo sistema di alimentazione per consentire il corretto funzionamento del lander durante la notte lunare: un periodo di due settimane di oscurità totale durante il quale le temperature possono scendere a -173 gradi Celsius.

A SPACEX DI ELON MUSK

Nel frattempo, anche la di Blue Origin, SpaceX, sta lavorando sempre con la Nasa per sviluppare tecnologie fondamentali per il futuro razzo della nave Starship, che sarà in grado di trasportare 100 persone nello spazio profondo. La compagnia del visionario Elon Musk sta ancora sviluppando la navicella ma ora SpaceX riceverà aiuto dall’agenzia per capire come far atterrare grandi razzi come l’astronave sulla superficie della Luna, e la compagnia studierà anche quanta polvere lunare generano questi atterraggi. Musk sembra sulla strada giusta: lo scorso 3 aprile SpaceX ha completato il primo lancio di Starhopper, prototipo suborbitale di Starship. La versione finale della navicella sarà utile per la colonizzazione di Marte, che rappresenta da sempre l’obiettivo finale del miliardario e visionario Musk.

ULTERIORI INVESTIMENTI

Insomma, tutto molto bello fino a questo punto ma a frenare le ambizioni statunitensi potrebbero essere i problemi di budget. A giugno il capo della Nasa Jim Bridenstine ha rivelato la  stima dei costi totali per Artemis: da 20 a 30 miliardi di dollari. Si tratta di budget extra di cui l’agenzia spaziale avrà bisogno in aggiunta a quello annuale medio. Tuttavia, non è ancora chiaro se il Congresso “salirà a bordo” di questa missione.

L’AMMINISTRAZIONE TRUMP SPINGE SULLO SPAZIO

Tornando al principio, il contratto con Lockheed Martin è stato annunciato tra una rinnovata attenzione all’esplorazione dello spazio sotto l’amministrazione Trump. A maggio, l’inquilino della Casa Bianca ha annunciato via Twitter che avrebbe aumentato il budget della Nasa di 1,6 miliardi di dollari.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1128050996545036288

LO SCETTICISMO DEI LEGISLATORI STATUNITENSI

Ma il recente piano di Trump non è ancora stato finanziato, in quanto la Nasa sta cercando di convincere il Congresso — e i legislatori scettici sull’effettiva durata del programma — a fornire l’extra di  1,6 miliardi di dollari nell’esercizio finanziario che inizia il 1 ° ottobre.

LA CORSA ALLO SPAZIO

È certo che la Casa Bianca continuerà a spingere affinché si rispetti l’obiettivo del 2024, in quanto supera di gran lunga la data obiettivo della Cina per raggiungere la luna.

L’Amministrazione spaziale nazionale cinese mira a portare i suoi astronauti in una stazione di ricerca sulla Luna solo intorno al 2030.

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