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Cy4gate Aurora

Intercettazioni, che cosa succede a Rcs Lab (che finirà a Elettronica)

Affari e numeri di Rcs, controllata da Aurora spa, che sta per essere comprata dal gruppo Elettronica della famiglia Benigni tramite Cy4gate

Evoluzioni e tensioni nelle società che curano le intercettazioni. Ecco che cosa sta succedendo a Rcs Lab. Tutti i dettagli

Elettronica pronta ad acquisire — tramite Cy4gate — Rcs Lab, principale fornitore in Italia di strumenti per le intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche alle procure, forze dell’ordine e servizi.

Lo scorso 4 maggio la società del gruppo Elettronica ha annunciato di aver avviato una trattativa per acquisire Rcs Lab.

La società milanese Rcs Etm Sicurezza Spa (titolare del marchio Rcs Lab) svolge, sin dalla sua costituzione nel 1993, attività di produzione e noleggio di apparecchiature elettroniche a supporto delle attività investigative disposte dell’Autorità giudiziaria italiana. A oggi l’azienda presieduta da Alberto Chiappino conta un giro d’affari di superiore ai 36 milioni di euro e un utile di circa 4 milioni.

Il capitale di Rcs Lab è detenuto dalla holding Aurora, a sua volta controllata con l’81% dal presidente Marco Chiappini.

Ma c’è un colpo di scena per Rcs. Proprio il 4 maggio le attività della società che — su mandato della procura di Perugia — ha eseguito l’attività di intercettazione con il trojan nei confronti dell’ex consigliere del Csm, Luca Palamara, sono state sospese dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, come aveva rivelato il quotidiano La Verità.

E venerdì 4 giugno la procura di Perugia ha disposto nuovi accertamenti irripetibili sui server di Napoli di Rcs. Accertamenti disposti anche dal procuratore di Firenze, Luca Turco, nell’ambito nell’ambito del procedimento aperto nella città toscana dopo gli esposti di Palamara e Cosimo Ferri.

LA TRATTATIVA AVVIATA DA CY4GATE PER RCS LAB

“Aurora S.p.A.è azionista di controllo di Rcs Etm Sicurezza S.p.A. (titolare del marchio “ RCS Lab”) e di talune società in Italia e all’estero”, si legge nella nota di Cy4gate, “CY4, nell’ambito del suo piano di sviluppo nel settore della cyber intelligence e della cyber security, sta valutando l’effettuazione di una potenziale operazione avente a oggetto l’acquisizione di una o più di tali società”. Cy4gate ha precisato che con i soci di Aurora “è stata definita una mera puntuazione non vincolante al fine di avviare, in regime di esclusiva, un’attività di due diligence attualmente in corso”.

AUMENTO DI CAPITALE IN VISTA

Al momento non sono ancora stati definiti né la struttura né il perimetro dell’operazione. Tuttavia, il cda di Cy4gate ha comunicato di aver sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei soci “un possibile aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione riservato a investitori istituzionali fino a un importo massimo di 110 milioni”.

COS’È CY4GATE

Cy4gate è la società nata nel 2014 come joint venture tra Elettronica S.p.A e Expert System S.p.A. Quest’ultima è uscita dal capitale nel giugno 2020 con la quotazione di Cy4gate al listino Aim della Borsa. Concepita per progettare, sviluppare e produrre tecnologie e prodotti, sistemi e servizi, che siano in grado di soddisfare i più stringenti e moderni requisiti di “Cyber Intelligence & Cyber Security” espressi dalle Forze Armate, dalle Forze di Polizia, dalle Agenzie di Intelligence e dalle aziende, sul territorio nazionale e sul mercato estero.

L’ATTENZIONE DELLA DIFESA

“I settori digital e cyber — in cui Cy4Gate opera — rientrano, peraltro, tra i temi centrali del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)” ha dichiarato la sottosegretaria alla Difesa, Stefania Pucciarelli, nel corso di un incontro con l’ad Emanuele Galtieri, presso la sede di Cy4Gate a Roma lo scorso 22 aprile. “Sono certa che sapremo cogliere anche l’opportunità offerta dal Pnrr per valorizzare iniziative imprenditoriali come Cy4Gate che consentiranno al nostro Paese di consolidare il dominio su tecnologie allo stato dell’arte che si riveleranno sempre più determinanti, un valore aggiunto nella tutela degli interessi e sicurezza dei cittadini e delle istituzioni”, aveva concluso Pucciarelli.

E ora Cy4gate ha manifestato l’interesse di integrare Rcs Lab.

COSA FA RCS LAB

Come si legge sul sito, Rcs opera dal 1993 nel mercato mondiale dei servizi a supporto dell’attività investigativa.

La società milanese si occupa di progettazione, produzione e assistenza all’esercizio di apparecchiature destinate al controllo elettronico delle telecomunicazioni dotate di tutte le funzionalità previste per l’impiego nelle indagini dell’Autorità Giudiziaria.

Rcs conta circa 200 dipendenti.

AUTORITÀ GIUDIZIARIE, FORZE DELL’ORDINE E SERVIZI SEGRETI TRA I CLIENTI

Sono tre le categorie di clienti che si affidano ai servizi e prodotti di Rcs, come si legge sul sito.

In primo luogo le autorità Giudiziaria e forze dell’Ordine: utilizzano essenzialmente dispositivi e apparecchiature per il monitoraggio telefonico e ambientale su vasta scala. Operano principalmente nelle Sale Ascolto delle 167 Procure della Repubblica.

In secondo luogo i corpi speciali: sviluppano attività mirate e specializzate, operando in un ambito tecnologico sofisticato, in campi d’azione specifici. E in terzo luogo i servizi segreti e Intelligence: le loro necessità si concentrano su piccole apparecchiature dedicate all’intercettazione diretta di singoli bersagli, al trattamento e alla decodifica dei dati ottenuti.

LA PROPRIETÀ

Con un capitale sociale di 7.000.000 euro, l’azienda è controllata al 100% da Aurora Spa.

I VERTICI

Compongono il cda oltre al presidente Alberto Chiappino, Fabio Cameirana (ad) e Michele Tomba.

I NUMERI

La milanese Rcs Spa ha registrato nel 2019 un fatturato pari a 32.526.163 euro, in salita rispetto ai 28.335.276 euro del 2018. Anche l’utile cresce a 4.001.077 euro (contro i 2.982.896 euro del 2018). I costi della produzione si attestano a 31.191.780 euro.

La società vanta un totale di immobilizzazioni materiali dal valore di 1.642.304 euro, ed un totale debiti di 24.144.971 euro.

LA SOSPENSIONE DI RCS PER IL CASO PALAMARA

Ma proprio nel giorno della comunicazione di interessa da parte di Cy4gate per Rcs, quest’ultima finisce nel mirino della procura.

Nel provvedimento dello scorso 4 maggio, il procuratore Giovanni Melillo ha disposto “la sospensione, con effetto immediato, e fino a nuova disposizione, dell’ affidamento alla società Rcs Spa di nuovi incarichi di fornitura di prestazioni funzionali per lo svolgimento di attività di intercettazione telematica passiva ed attiva” come riportato dal quotidiano La Verità.

SOTTO INDAGINE IL RESPONSABILE DELLA DIVISIONE IP DI RCS

“Il responsabile delle captazioni di Rcs, l’ingegner Duilio Bianchi, — prosegue La Verità — è finito sotto inchiesta a Firenze con le accuse di frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico per induzione e falsa testimonianza innanzi al Csm”.

Motivo? “La sua divisione usava all’insaputa di tutti due server collocati presso la Procura di Napoli anziché negli uffici giudiziari di Roma, come era stato dichiarato e autorizzato dagli inquirenti perugini” riporta la Verità.

L’indagine è stata avviata in seguito a un esposto di Palamara e di Cosimo Ferri, parlamentare e magistrato in aspettativa. Nelle settimane scorse, sempre su mandato della procura di Firenze, in coordinamento con quella di Napoli, la polizia postale ha eseguito una ispezione al server della città partenopea, dalla quale era emerso, tra le altre cose, un contatto datato 8 settembre 2019, dal virus informatico inserito nel cellulare di Palamara al server di Napoli, dopo che le attività di intercettazioni si erano formalmente concluse il 30 maggio dello stesso anno.

NUOVI ACCERTAMENTI SUI SERVER RCS DISPOSTI SIA DALLA PROCURA DI FIRENZE…

Ora il procuratore aggiunto di Firenze “visto, in particolare, l’esito delle attività di ispezione eseguite” , “rilevato che la polizia giudiziaria delegata ha dato atto di non aver proceduto all’acquisizione delle menzionate tracce” e ritenuto dunque “che occorre procedere ad attività irripetibile diretta ad acquisire copia delle tracce dell’intercettazione telematica disposta dalla procura della Repubblica di Perugia, compreso i file di log” ha disposto che la polizia giudiziaria proceda all’acquisizione di copia delle tracce già individuate.

Sempre su richiesta del procuratore Turco dovranno essere estratti “copia dei file di log di interesse, riferibili al periodo temporale che intercorre dalla data di inoculazione del captatore informatico alla data di esecuzione degli accertamenti tecnici irripetibili”.

I nuovi accertamenti saranno eseguiti dagli ufficiali di polizia giudiziaria in servizio presso il Cnaipic della polizia postale. Nell’ambito del procedimento fiorentino sono indagate due persone, mentre sono invece parte offesa Palamara e Ferri.

… SIA DA QUELLA DI PERUGIA

Infine, il gup di Perugia Piercarlo Frabotta “al fine di decidere sulla richiesta di perizia avanzata dalla difesa Palamara” ha disposto, nel corso dell’udienza preliminare svoltasi ieri mattina al centro Capitini, che siano eseguiti accertamenti irripetibili sui venti file, riferibili al trojan sul telefono dell’ex consigliere del Csm, ancora presenti sul server a Napoli di Rcs.

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