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INtelligenza Artificiale

Intelligenza artificiale, ecco idee e divergenze tra Google, Ibm e Microsoft

Come dibattono i colossi come Google, Ibm e Microsoft su Intelligenza artificiale e regole

Occorre una regolamentazione globale sull’intelligenza artificiale, una tecnologia in grado di avere il potenziale di portare con sé conseguenze negative accanto a quelle potenzialmente buone. A chiederlo nei giorni scorsi sono stati due colossi del settore, Google e Ibm secondo quanto riferiscono Ursula Perano, Kyle Daly e Ina Fried di Axios.

PICHAI (GOOGLE) CHIEDE UN ALLINEAMENTO DELLE NORMATIVE TRA USA E UE

I legislatori si stanno dando da fare per mettersi al passo con la normativa sull’intelligenza artificiale, visto che la tecnologia continua a crescere. Sundar Pichai, numero uno di Google, non ha fornito proposte specifiche, ma durante il suo intervento al think tank europeo di Bruegel, ha sollecitato un “allineamento internazionale” tra gli Stati Uniti e l’Ue che possa contribuire a garantire che l’Intelligenza Artificiale sia usata principalmente per fini benevoli.

LA TECNOLOGIA VA SFRUTTATA PER IL BENE COLLETTIVO

Pichai ha espresso il suo pensiero anche in un recente editoriale pubblicato sul Financial Times: “Ci sono preoccupazioni reali sulle potenziali conseguenze negative dell’Intelligenza Artificiale, dai fake agli usi nefasti del riconoscimento facciale. Anche se c’è già del lavoro da fare per affrontare queste preoccupazioni, ci saranno inevitabilmente altre sfide che nessuna azienda o industria potrà risolvere da sola”. Per questo, ha proseguito, “spetta anche a noi accertarci che la tecnologia venga sfruttata per il bene collettivo e che sia disponibile per tutti”.

ANCHE IBM HA LANCIATO UN APPELLO

Anche Ibm ha lanciato un appello per una “regolamentazione più precisa” dell’Intelligenza artificiale, ampliando i principi di responsabilità, spiegabilità ed equità che ha enunciato l’anno scorso e chiedendo standard globali. Non solo. L’azienda americana ha anche richiamato la questione del pregiudizio, sostenendo in particolare che la discriminazione “non dovrebbe mai essere considerata accettabile”, sia che sia fatta dall’uomo sia che venga fatta dalla macchina.

IL GOVERNO USA SOLLECITA UN CONSENSO TRANSATLANTICO CONTRO LA CINA

Secondo i tre analisti di Axios, “il governo degli Stati Uniti sta cercando di sollecitare un consenso transatlantico sulla regolamentazione dell’Intelligenza artificiale”, che potrebbe finire per portare “ad una contrapposizione unitaria rispetto all’uso autoritario della tecnologia da parte della Cina. Ma garantirebbe anche che l’Europa non si faccia carico di una regolamentazione dell’IA più severa di quella che la Silicon Valley è disposta ad accettare”.

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In questo senso, bisogna ricorda che Google è da tempo alle prese con le sfumature dell’Intelligenza artificiale e del governo. “L’azienda nel 2018 ha annunciato che non rinnoverà il controverso contratto del Pentagono per analizzare le riprese dei droni via IA, citando un conflitto con i suoi stessi principi”, ha ricordato Axios.

Ma non è tutto. Come fanno notare da Axios, “nello stesso discorso, Pichai ha suggerito che Google avrebbe preso un periodo di tempo di attesa per l’introduzione della tecnologia di riconoscimento facciale fino a quando cioè non sarà in vigore un quadro normativo. L’Europa sta soppesando un tale divieto temporaneo di utilizzo pubblico del riconoscimento facciale”.

MICROSOFT CONTRARIA ALLE POSIZIONI DI GOOGLE E IBM

Dall’altro lato si è però schierato il presidente di Microsoft, Brad Smith, dicendo che “c’è solo un modo, alla fine della giornata, per migliorare la tecnologia, ed è quello di utilizzarla”, ha detto a Reuters.

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