La Commissione dell’Europarlamento per gli affari giuridici in qualità di Commissione responsabile, in collaborazione con la Commissione per la cultura e l’istruzione, sta lavorando per una risoluzione congiunta che sottolinei l’importanza dell’Intelligenza artificiale (Ai) e delle tecnologie correlate come strumenti per servire le persone.
I sistemi algoritmici possono consentire l’accesso alle informazioni, compresi elenchi di diversi tipi di oggetti culturali rischiando violazioni di diritti di proprietà intellettuale (Ipr) quando si usano l’Ai e le diverse tecnologie con una molteplicità di fonti come documenti, foto, film.
Si osserva infatti che l’Ai potrebbe ridefinire la ricerca studiando modelli interessati all’acquisizione e al movimento di oggetti oltre i confini e che l’analisi predittiva può anche svolgere un ruolo importante nella messa a punto dell’analisi dei dati. Infatti un software di riconoscimento delle immagini migliorato dall’Ai potrebbe garantire notevolmente la capacità delle strutture educative e degli attori interessati a fornire e sviluppare metodi scolastici moderni e innovativi, assicurando nel contempo fonti di qualità e rispettando la protezione degli Idr.
Entrambe le Commissioni sottolineano che l’interazione tra l’Ai e le industrie creative è complessa e richiede una valutazione approfondita; accolgono con favore lo studio in corso “Trends and Developments in Artificial Intelligence – Challenges to the IPR Framework” e lo “Study on Copyright and New Technologies: copyright data management and Artificial Intelligence”; sottolineano l’importanza di chiarire l’uso di contenuti protetti da copyright come input di dati (immagini, musica, film, banche dati, ecc.) e nella produzione di prodotti culturali e audiovisivi; le due commissioni chiedono alla Commissione di valutare l’impatto dell’Ai e delle tecnologie correlate sul settore audiovisivo e creativo, in particolare per quanto riguarda la provenienza e gli autori.
Vero è che la questione della diffusione dell’Ai nel settore dell’istruzione e della formazione sta investendo e interessando anche le istituzioni nostrane, come quelle di tutti i Paesi industrializzati. Ma in che modo aggiornare il sistema di istruzione italiano per accompagnare in modo armonioso e sostenibile la diffusione dei sistemi Ai?
Sappiamo bene che di fronte all’affermazione dei sistemi di Intelligenza artificiale i modelli educativi tradizionali mostrano la corda. Serve un cambio di passo in grado di cogliere i vantaggi offerti dalle tecnologie a favore delle nuove generazioni. Garantendo un abbattimento delle barriere di accesso alla conoscenza.
L’Ai è una famiglia di tecniche in grado di rivoluzionare interi settori industriali, nonché la stessa interazione dei cittadini tra loro e con imprese, amministrazioni e società civile. Le sue potenzialità sono tali che tutti i governi dei paesi industrializzati hanno adottato negli ultimi mesi una strategia nel comparto Ai, e gli esperti concordano nel considerare l’intelligenza artificiale come un’opportunità senza precedenti per incrementare la produttività del lavoro e per consentire progressi straordinari verso lo sviluppo sostenibile.
Allo stesso tempo, vi è consapevolezza del fatto che l’Ai può, se utilizzata in modo incauto, generare notevoli rischi per la società, per la democrazia e per l’ordine globale. Tali rischi, connessi alla possibilità di esclusione o discriminazione di fasce sociali o minoranze, si estendono all’utilizzo dell’Ai per fini di manipolazione dell’opinione pubblica (come nel caso dei c.d. deepfakes) e anche per fini militari, sia nel contesto della cyberwarfare che nell’aggiornamento delle armi tradizionali.
Tali circostanze rendono l’Ai qualcosa in più di una tecnologia general-purpose: nella letteratura scientifica si fa spesso riferimento al concetto di tecnologia “duale”, per indicarne l’applicabilità sia a fini pacifici che militari. Vi è dunque un ampio spazio per politiche pubbliche in grado di stimolare, promuovere e governare l’utilizzo e la diffusione delle tecnologie di Ai. In questo contesto, l’Italia è chiamata a contribuire alla applicazione della una strategia continentale nell’ambito del Piano Coordinato varato dalla Commissione europea.