skip to Main Content

Vi Governo Indiano

India, ecco come governo e Vodafone non fanno gli indiani

L'India deterrà il 35,8% dell'operatore telefonico Vi (ex Vodafone Idea) 

L’India nazionalizza l’operatore telefonico Vi, una joint venture nata nel 2018 tra il gruppo di telecomunicazioni britannico Vodafone e il conglomerato del miliardario locale Kumar Mangalam Birla.

Il governo indiano diventerà l’azionista di maggioranza di Vi (ex Vodafone Idea) convertendo 2,1 miliardi di dollari di interessi dovuti in una partecipazione.

“Dopo la conversione (di 160 miliardi di rupie), il governo dovrebbe detenere circa il 35,8% del totale dei titoli in circolazione” ha affermato Vi in una nota. Di conseguenza, il gruppo britannico Vodafone e il gruppo indiano Aditya Birla diluiranno le loro quote, rispettivamente al 28,5% e al 17,8%, ha affermato la controllata.

Vi, terzo operatore telefonico nel paese, ha tentato di evitare un crollo per diversi anni dopo l’arrivo di Reliance Jio, che ha scalzato i concorrenti con dati economici e offerte di chiamate gratuite.

Vi (ex Vodafone Idea) ha accumulato un debito di 1,94 trilioni di rupie (26 miliardi di dollari) a fine settembre e si è trovata nell’impossibilità di pagare determinati interessi, ricorda Radiocor. Il governo indiano ha consentito, dopo intense trattative, agli operatori di telecomunicazioni di convertire gli interessi dovuti sui canoni di licenza in azioni, oltre a una moratoria di quattro anni sui pagamenti. Sia Vi che Bharti Airtel hanno scelto di ritardare i pagamenti di quattro anni, ma Vi è l’unico operatore ad aver deciso di convertire gli interessi dovuti in capitale pubblico. Il leader di mercato Jio ha rinunciato a queste opzioni.

Le azioni di Vi sono scese del 13% alla Borsa di Bombay.

IL GOVERNO INDIANO ENTRA NELL’AZIONARIATO DI VI (VODAFONE IDEA)

Martedì il cda di Vi ha approvato il piano di salvataggio che farà di New Delhi il suo maggiore azionista.

Vodafone Idea, inoltre, doveva a New Delhi quote per circa 6,76 miliardi di dollari. A seguito della conversione in equity, la partecipazione del Gruppo Vodafone sarà diluita al 28,5%. Quella del Gruppo Aditya Birla si ridurrà al 17,8%. Il governo indiano diventerà il maggiore azionista dell’operatore di telecomunicazioni wireless con il 35,8%.

COSA FANNO GLI ALTRI OPERATORI

Non tutti gli operatori telefonici hanno accettato la ciambella di salvataggio del governo indiano.

Bharti Airtel, il secondo operatore di telecomunicazioni, ha dichiarato la scorsa settimana che non convertirà gli interessi che deve al governo di New Delhi in azioni.

DOPO L’ARRIVO DI JIO

Il piano di salvataggio, tuttavia, è risultato fondamentale per entrambi gli operatori in affanno dall’arrivo di Jio. Gestito dall’uomo più ricco dell’Asia Mukesh Ambani, Jio è diventato il principale operatore tlc indiano con oltre 400 milioni di abbonati in soli cinque anni.

Molti operatori telefonici privati ​​sono usciti dal mercato, si sono fusi con i rivali o hanno dichiarato bancarotta negli ultimi anni quando Jio ha attirato gli abbonati. Vodafone Idea non registra profitti annuali dal 2017, ricorda TechCrunch.

EVITATO IL DUOPOLIO IN INDIA

Il salvataggio impedirà anche al settore delle telecomunicazioni indiano di diventare un duopolio effettivo, sottolinea il Financial Times. Allo stesso tempo, tutelerà le banche da un’ondata di crediti inesigibili in caso di fallimento della società. I debiti lordi di Vodafone Idea ammontano a quasi Rs2tn  27 miliardi di dollari).

SI DIVIDONO GLI ANALISTI

Gli analisti si aspettavano che Vodafone Idea non avrebbe dovuto ricorrere a diluire le sue quote in azioni.

A settembre 2020 i dirigenti di Vodafone Idea avevano dichiarato infatti che la società sperava di raccogliere con successo fondi per pagare le quote.

“Con i recenti aumenti tariffari del ~20% e Vi che probabilmente ha vincolato i fondi per il rimborso delle obbligazioni non convertibili in scadenza tra dicembre 2021 e febbraio 2022, le sue prospettive sono migliorate. A nostro avviso, è probabile che Vi continui i suoi sforzi di raccolta fondi dai suoi promotori e altri investitori piuttosto che lasciare che il governo acquisisca una quota significativa”, ha affermato lunedì la società di intermediazione IIFL.

Tuttavia, secondo il Ft è improbabile che Vi inverta le prospettive di business. La società in perdita ha perso quasi il 10% della sua base di abbonati nell’ultimo anno. A ottobre ne registrava  269 milioni. Gli analisti di ICICI Bank prevedono che l’operatore riporterà la perdita di altri 2 milioni di abbonati nel trimestre terminato a dicembre.

Back To Top