Apple e Amazon, ormai è noto, stanno vivendo lo stesso psicodramma interno. Entrambe avevano presidiato con profitto il mercato degli assistenti digitali ed entrambe sono state prese in contropiede dall’arrivo dell’Intelligenza artificiale. Alexa e Siri sono così destinate a un veloce prepensionamento, sostituite da algoritmi molto più reattivi, disponibili e capaci. Necessario, insomma, aggiornare i software, ma mentre di Siri 2.0 non si intravede nemmeno l’ombra, Alexa+ (o Alexa Plus, che dir si voglia) dopo innumerevoli ritardi è finalmente riuscita a fare capolino almeno su di un numero ristretto di device. Ma l’attesa non sembra servita a far atterrare sul mercato un prodotto impeccabile, come risulta dal resoconto fresco di pubblicazione sul New York Times.
IL NEW YORK TIMES NON E’ RIMASTO IMPRESSIONATO DA ALEXA+
Chiariamo anzitutto un aspetto importante: non siamo ancora al fatidico momento della commercializzazione su larga scala, quanto piuttosto a una fase di beta testing collettiva che Amazon ha voluto allargare a diversi utenti per raccogliere i loro pareri ed eventualmente correggere la rotta prima del lancio vero e proprio.
Tra chi ha avuto modo di testare Alexa+, versione potenziata che combina capacità agentiche, LLM avanzati con le feature classiche dell’assistente digitale di prima generazione, anche il New York Times che restituisce però un’anteprima ‘luci e ombre’ sulle capacità dell’AI integrata nel dispositivo.
Benché la testata della Grande Mela riconosca gli innegabili passi avanti fatti grazie alla capacità dei nuovi algoritmi, sottolinea anche il fatto che il sistema abbia ignorato spesso comandi semplici come l’annullamento di una sveglia che erano già nel novero delle azioni che poteva fare la prima Alexa, ha fornito informazioni errate e a quanto pare persino “inventato” suggerimenti di acquisto.
QUALCHE PASSO AVANTI E ALCUNI INDIETRO?
Quello che sorprende maggiormente è che Alexa+, vedendo la coesistenza dei vecchi algoritmi con quelli nuovi di AI, sembra aver disimparato ad assolvere le proprie funzioni più semplici e basilari. Un bel problema che potrebbe rallentarne il lancio ufficiale.
La stessa Amazon ha ricordato che quella testata dal New York Times è comunque una versione del software tutt’altro che definitiva, diversa insomma dal prodotto che verrà successivamente commercializzato. Resta da capire quando.
IL LANCIO DI ALEXA+ ANCORA LONTANO?
Benché di Alexa+ se ne parli da parecchio, la presentazione ufficiale è avvenuta solo il 26 febbraio scorso. Da allora però oltre al rilascio di una build tutt’altro che definitiva (lo stesso Washington Post di proprietà di Jeff Bezos e dunque molto vicino ad Amazon aveva chiarito che mancassero molte funzionalità che saranno invece presenti nella versione destinata alla vendita) non ci sono stati altri aggiornamenti di sorta e i giudizi del NY Times lasciano supporre che il lavoro da fare sia ancora parecchio.
COSA DOVREBBE SAPER FARE
L’intento di Amazon con Alexa+ sembra non solo quello di tornare a presidiare il settore degli assistenti digitali, la cui sopravvivenza è insidiata dalle AI, ma anche soprattutto di ridare slancio ai propri prodotti per la domotica.
Dialogando con la “super Alexa” sarà per esempio possibile intervenire sul termostato dicendole di aver freddo o caldo, all’interno di una conversazione dai toni decisamente più naturali rispetto agli ordini impartiti finora al software che l’ha preceduta.
Se tutto ciò si potrà davvero fare senza intoppi e incomprensioni, però, resta un mistero. Tra le poche certezze esistenti al momento, il fatto che sarà disponibile solo su abbonamento: negli USA per avere Alexa+ occorrerà sborsare ben 19,99 dollari al mese, mentre è gratuito per gli abbonati ad Amazon Prime.