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Solar Orbiter

In viaggio Solar Orbiter grazie a Thales Alenia Space, Leonardo, Sitael e Planatek

La sonda europea Solar Orbiter che fotograferà la parte superiore e inferiore del Sole è stata lanciata con successo per mezzo del vettore Atlas V della Nasa. Tutti i dettagli sulla tecnologia italiana a bordo di Leonardo, Sitael e Planetek

Nei prossimi 10 anni avremo una visione più approfondita del Sole. Questa mattina alle 5:03 ota italiana, la sonda Solar Orbiter è stata lanciata a bordo del razzo Atlas V di United Launch Alliance per il suo viaggio verso la nostra stella più vicina.

Il veicolo spaziale ha iniziato il suo lungo viaggio che lo porterà molto vicino al Sole, effettuando osservazioni ravvicinate.

La sonda è un’impresa di punta dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ma con la partecipazione della sua controparte statunitense, la Nasa.

IL VIAGGIO DI SOLAR ORBITER

Sfruttando la gravità di Venere e della Terra, tra due anni Solar Orbiter raggiungerà la sua orbita operativa nella regione più interna del Sistema Solare, osservando il Sole da una distanza minima di soli 0,28 Unità astronomiche (Ua) ovvero 28% della distanza media terra-Sole e fino a 34° sopra l’equatore solare.

Per la prima volta, la sonda europea scatterà le foto dei poli del Sole. Fino ad ora, quasi tutti i veicoli spaziali di sorveglianza solare hanno orbitato attorno all’eclittica, o lo stesso piano in cui i pianeti viaggiano attorno al sole.

I dati di Solar Orbiter integreranno le informazioni raccolte dalla sonda solare Parker, lanciata dagli Stati Uniti nel 2018, con cui condivide molti degli stessi obiettivi scientifici e persino alcuni degli stessi tipi di strumenti.

I COSTI DELLA MISSIONE

L’Esa sta guidando la missione, con la Nasa che paga il veicolo di lancio e uno dei 10 strumenti a bordo. Il contributo economico totale della Nasa alla missione è di circa 386 milioni di dollari, con l’Esa che ha contribuito con 877 milioni di dollari su un costo complessivo di circa 1,5 miliardi di dollari.

L’OBIETTIVO

La missione è progettata per aiutare i ricercatori a capire come il Sole possa condizionare sia i cambiamenti climatici del nostro pianeta sia l’ambiente spaziale in continua evoluzione in tutto il sistema solare. Più comprendiamo l’influenza del Sole sui pianeti nel nostro sistema solare e lo spazio che attraversiamo infatti, più possiamo proteggere i nostri astronauti e veicoli spaziali diretti sulla Luna o su Marte.

GLI STRUMENTI SCIENTIFICI A BORDO

Il veicolo spaziale è dotato di 10 strumenti scientifici: 6 per il “telerilevamento”, dedicati all’osservazione e all’imaging del Sole, e 4 “In situ”, per misurare l’ambiente eliosferico circostante. Durante la sua missione settennale, questa sofisticata apparecchiatura misurerà il plasma eolico solare, il campo magnetico, le onde elettromagnetiche ed elettrostatiche e le particelle energetiche emesse dal Sole e otterrà immagini spettacolari con una risoluzione mai raggiunta prima, compresa la completa caratterizzazione della corona solare, grazie a Metis.

IL CORONOGRAFO METIS PARLA ITALIANO

Il coronografo Metis è stato realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e con il Cnr, diverse università italiane e istituti di ricerca sparsi in tutto il mondo.

Inoltre, Metis è il primo coronografo in grado di ottenere immagini della corona solare simultaneamente in luce visibile e ultravioletta. I dati raccolti da Metis forniranno agli scienziati una caratterizzare completa a distanza dei due più importanti componenti della corona e del vento solare (elettroni e protoni). E forniranno elementi per rispondere alle domande fondamentali sulle origini del vento solare rapido e di quello lento, sulle fonti di particelle energetiche solari e sull’eruzione e i primi cambiamenti nelle espulsioni di massa coronale.

LO SCUDO TERMICO REALIZZATO DA THALES ALENIA SPACE

A causa della sua vicinanza al Sole, Solar Orbiter sarà esposto a un’intensità 13 volte maggiore rispetto a quella della energia solare terrestre, con temperature sulla superficie che arriveranno a oltre 500° C. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), ha realizzato per conto di Airbus Defence and Space lo scudo termico Heat Shield e, in consorzio con la società Ohb Italia, Metis, finanziato dall’Asi.

L’Heat Shield è uno scudo termico altamente efficiente, progettato e costruito da Thales Alenia Space, che impedirà al veicolo spaziale di danneggiarsi e fondersi, e allo stesso tempo consentirà a Metis e ad altri sensori di osservare direttamente il Sole. Lo strato più esterno al titanio, dipinto di nero resistente ad altissime temperature è composto da diversi strati protettivi di titanio ed è ulteriormente isolato dal satellite da una combinazione di manti a bassa temperatura, a forma di nido d’ape in alluminio e un supporto a stella in titanio.

ANCHE LEONARDO, SITAEL E PLANETK A BORDO

L’Italia ha contribuito inoltre alla sonda con la DPU (Data Processing Unit) di SWA (Solar Wind Analyser) e il software di STIX (Spectrometer/Telescope for Imaging X-rays) rilevatore di raggi X. La DPU è in grado di operare scelte decisionali in modo autonomo e rappresenta, in tal senso, un importante riferimento per missioni spaziali future.   La DPU è stata realizzata da un raggruppamento temporaneo di imprese con mandataria Techno System Developments e mandanti Sitael, Leonardo e Planetek.

Infine, Solar Orbiter potrà orientarsi e mantenersi nella corretta orbita con l’aiuto di sensori di assetto stellare (AA-STR) di Leonardo. Come delle bussole, i due sensori a bordo contribuiscono a guidare ed orientare il satellite nello spazio in modo accurato ed affidabile, con una massa molto ridotta e con un basso consumo di energia per la tipologia di strumento.

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