Tra le tante critiche che possono essere mosse a Cupertino non troverebbe mai posto il fatto che non sappia spettacolarizzare ogni cosa: in casa Apple anche la distribuzione – o ‘rilascio’, per usare il terribile verbo mutuato dall’inglese release – di un nuovo sistema operativo diventa un evento. E infatti l’arrivo di iOS 18, l’ultima edizione del firmware che sorregge l’intelaiatura software animando l’hardware della Mela morsicata, è stata vissuta dalla fanbase con trepidazione.
iOS 18, SU QUALI DEVICE ATTERRA
L’iOS 18 arriverà nativamente con gli iPhone 16 che saranno lanciati il 20 settembre, ma potrà essere scaricato anche dai possessori di hardware un po’ più stantii. A iniziare dagli iPhone XR, XS, XS Max, 11, 11 Pro, 11 Pro Max, 12, 12 mini, 12 Pro, 12 Pro Max, 13, 13 mini, 13 Pro, 13 Pro Max, passando per i 14, 14 Plus, 14 Pro, 14 Pro Max e naturalmente ricomprendendo anche i 15, 15 Plus, 15 Pro, 15 Pro Max e iPhone SE (2ª e 3ª generazione).
Per quanto riguarda i tablet, potranno scaricarlo i modelli del 2018 e successivi, dunque gli iPad Pro, gli iPad Air, gli iPad mini e iPad datati 2020 e naturalmente versioni successive. Per ciò che concerne il macOS Sequoia: iMac dal 2019 in poi, iMac Pro dal 2017, Mac Studio dal 2022, MacBook Air dal 2020, Mac mini dal 2018, MacBook Pro dal 2018 e Mac Pro dal 2019 in poi.
Infine, con riferimento agli smartwatch, l’aggiornamento al watchOS 11 potrà essere fatto su Apple Watch SE (2ª generazione), Apple Watch Series 6, Series 7, Series 8, Series 9, Series 10, Ultra e Ultra 2. Apple specifica comunque che non tutte le funzioni sono disponibili su tutti i dispositivi.
LE NOVITA’
Le principali novità su cui Cupertino ha insistito maggiormente riguardano nuove opzioni di personalizzazione (come su Android, sarà infine possibile posizionare app e widget ovunque sullo schermo, modificare i colori delle icone delle app e personalizzare il Centro di Controllo), ma soprattutto l’arrivo di una versione completamente rivista dell’app Foto, cui fanno il paio gli annunciati miglioramenti all’app Messaggi e una nuova app dedicata alla gestione delle password.
Novità di rilievo anche su iPadOS 18, che introduce l’app Calcolatrice nativa (dotata del software Math Notes attraverso il quale Apple sembra strizzare l’occhio all’utenza che si compone da studenti, dato che è pensata per risolvere espressioni e fare grafici delle funzioni) e una funzionalità avanzata di scrittura a mano. La funzione Smart Script nell’app Note migliora la leggibilità della scrittura a mano e permette di convertire registrazioni vocali in testo.
Per ciò che concerne il watchOS 11, sarà finalmente possibile mettere in pausa gli Anelli attività giornalieri, una funzione che chi monitora il proprio esercizio fisico con AppleWatch chiedeva da tempo. Gli obiettivi giornalieri saranno personalizzabili in base al giorno della settimana e sarà possibile modificare le metriche visualizzate nell’app Fitness. La nuova app Vitals offre un monitoraggio avanzato del sonno mentre uno strumento per il carico di allenamento aiuterà a valutare l’impatto dell’attività fisica sul corpo nel tempo.
Si segnala inoltre che, in scia di quanto già fatto da altri colossi dello streaming, tvOS 18 introduce InSight che consente di avere in tempo reale informazioni su cast, personaggi e colonne sonore durante la visione di contenuti su Apple TV+.
iOS 18, COSA MANCA
Spiace non trovare su macOS Sequoia la funzione iPhone Mirroring che consente di visualizzare e controllare lo schermo dell’iPhone direttamente dal Mac. A quanto pare noi europei dovremo attendere un po’. Ma l’elefante nella stanza è naturalmente un altro e risponde al nome di Apple Intelligence.
Apple sul tema è in gran ritardo e l’ultimo evento, benché sia stato utile almeno ad avere un cronoprogramma, lo ha confermato. Attenendosi dunque a quanto detto da Cupertino, l’Intelligenza artificiale dovrebbe debuttare sui suoi device il prossimo mese negli Stati Uniti, quindi, entro dicembre, in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sud Africa e Regno Unito.
Il 2024 dovrebbe insomma concludersi con algoritmi smart in grado di comprendere esclusivamente l’inglese, per poi iniziare a comprendere anche altre lingue come lo spagnolo, il cinese, il francese e il giapponese nel corso del prossimo anno. E l’italiano? Una domanda alla quale nemmeno Apple Intelligence sarebbe in grado di rispondere, al momento.