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IA regina delle tecnologie. Ecco come rivoluzionerà guerra, geopolitica ed energia

L'IA rivoluzionerà guerra, geopolitica ed energia. Chi c'era e che si è detto durante la presentazione del libro “200 generazioni. Dalla pietra all’IA: storia delle armi nella storia dell’umanità”.

L’IA avrà un effetto più dirompente del nucleare sull’ordine politico, bellico ed energetico. Infatti, l’Intelligenza Artificiale modificherà i rapporti di potere, il valore del lavoro nella società e le tattiche militari. Arriverà il giorno in cui le macchine avranno compiti decisionali, oltre che operativi, e cambierà tutto. È quanto emerso nel corso della presentazione del libro di Gastone Breccia e Alessandro Ercolani, intitolato “200 generazioni. Dalla pietra all’IA: storia delle armi nella storia dell’umanità”, organizzata a Roma presso il Circolo degli Esteri.

IA e nucleare, le tecnologie del futuro

Cos’hanno in comune Intelligenza Artificiale e nucleare? Entrambe queste tecnologie hanno provocato – e provocheranno ancora – uno stravolgimento politico, bellico ed energetico.

“Il nucleare ha cambiato l’ordine politico, bellico e energetico. L’IA rivoluzionerà ancora di più queste tre dimensioni. Infatti, cambierà il valore del lavoro nella società. Inoltre, modificherà l’ordine politico e il potere sarà sempre più legato al controllo dei dati. Allo stesso tempo, cambierà anche la strategia militare. In futuro le macchine avranno anche compiti decisionali. Quando succederà, cambierà tutto”, ha affermato Alessandro Ercolani, Ceo di Rheinmetall Italy e co-autore del libro.

“Ho trovato molto interessante il capitolo del libro sull’Intelligenza Artificiale e sul nucleare. L’IA rappresenta la quintessenza di questo cambio epocale. Mi ha colpito la citazione delle leggi di Isaac Asimov (biochimico americano), a cui sarebbero dovuti essere sottoposti i robot per evitare che diventassero macchine di morte. Leggi che aprono prospettive interessanti su temi attuali”, ha detto l’ambasciatore Gabriele Checchia.

Il nucleare, secondo Gastone Breccia, potrebbe rappresentare un’eccellenza italiana, a patto che non sprechiamo il know-how nazionale continuando ad osteggiare lo sviluppo di questa fonte.

“Il film Oppenheimer che racconta l’invenzione della bomba atomica non ha reso abbastanza onore al contributo dell’ingegno italiano, che ha dato un contributo significativo alla sua creazione”, ha detto Gastone Breccia, professore di Storia bizantina e Storia militare antica nell’Università di Pavia e co-autore del libro.

Vantaggi dell’IA in guerra

L’Intelligenza Artificiale contribuirà a rendere le armi più efficienti, dando un vantaggio decisivo in guerra.

“Internet è lo strumento più recente che ha cambiato il volto dell’umanità e della guerra. Noi uomini dominiamo il Pianeta perché siamo i predatori più efficienti. E il sistema bellico ha bisogno dell’AI per migliorare, l’uomo non è affidabile in termini di velocità di reazione”, ha affermato Andrea Margelletti, Presidente del Ce.S.I. – Centro Studi Internazionali.

“Un argomento importante riguarda anche i LAWS, Legal Autonomous Weapon System. L’Intelligenza Artificiale individua il bersaglio, lo acquisisce se distruggerlo o meno. Sistemi che pongono un interrogativo etico. Non a caso la Santa Sede ha creato un centro di studi dedicato all’IA, coniando la definizione algoretica, per incorporare i nostri valori negli algoritmi. Come coniugare etica e progresso della scienza? Temi affrontati anche dal Papa nel corso del G7”, ha detto Checchia.

“Una delle caratteristiche dei vincitori è aver usato armi nel modo più efficace e avanzato. Una strategia che paga sempre, anche quando non c’è grande asimmetria negli armamenti. L’IA è una partita di calcio. Oggi il controllo delle tecnologie, però, è in mano ai singoli imprenditori”, ha sottolineato Gastone Breccia.

Il paradosso dei droni

I droni sono tra le innovazioni belliche più prorompenti, ma pongono un interrogativo importante sul fronte della difesa: la sostenibilità economica, secondo Margelletti.

“Il vero problema è che i droni costano un centinaio di migliaia di dollari, mentre i missili per abbatterli richiedono una spesa di milioni. Come può un Governo giustificare in Parlamento una simile spesa per la difesa?”, ha detto Margelletti.

“I droni hanno dissolto la nebbia della guerra. Oggi sappiamo dov’è e cosa fa il nemico”, ha sottolineato Ercolani.

“I droni rappresentano una delle nuove frontiere in campo bellico: costano poco, sono accessibili e facili da utilizzare”, ha affermato Breccia.

Parola d’ordine: deterrenza

La guerra in Ucraina si sarebbe potuta evitare se la Nato avesse puntato prima sulla strategia della deterrenza, secondo l’ambasciatore Chiecchia.

“Vorrei richiamare la gravità del momento in Europa, che sottolinea la necessità di sapersi difendere. La pace si costruisce sulla deterrenza. L’aggressione della Russia all’Ucraina forse non avrebbe avuto luogo se nel 2014 la Nato avesse sviluppato, in precedenza, una capacità di deterrenza come quella che sta mettendo in piedi adesso. Meglio tardi che mai”, ha detto Checcia.

“L’Unione Europea ha scommesso sulla fine della guerra, l’invasione dell’Ucraina ha cambiato le carte in tavola. Dobbiamo riscoprire la capacità di sacrificarsi per i propri valori, puntando sulla deterrenza”, ha affermato Ercolani.

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