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I guai egiziani di Apple

La Mela di Cupertino è accusata dall’authority egiziana di violazione delle regole sulla concorrenza per rincaro dei prezzi sugli iPhone

Dopo lo schiaffo cinese arriva la mazzata egiziana per Apple. Bloomberg ha svelato oggi che l’Egitto ha concesso alla Mela di Cupertino 60 giorni per porre fine alla violazione della concorrenza. In caso contrario Apple dovrà incorrere in una causa legale.

IL BANDO CINESE

Proprio ieri invece Qualcomm festeggiava l’ingiunzione cinese con cui viene impedita la vendita di vecchi modelli di iPhone in Cina. Il tribunale di Fuzhou ha accolto infatti la richiesta di Qualcomm di due sospensive a carico di quattro controllate di Apple per violazione di due brevetti. Cnbc ha riportato Apple ha presentato appello al tribunale cinese chiedendo di riconsiderare il bando sulla vendita di iPhone 6S, iPhone 6S Plus, iPhone 7, iPhone 7 Plus, iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X.

L’ANTEFATTO EGIZIANO

Ma torniamo al Cairo. La mossa contro la società guidata da Tim Cook e il suo distributore in Medio Oriente, la Arab Business Machine con sede negli Emirati Arabi Uniti, arriva pochi giorni dopo che l’authority egiziana per la concorrenza ha accusato il produttore di iPhone di violare le leggi locali. Apple avrebbe impedito ai distributori regionali di vendere ai distributori egiziani. Non solo, il colosso di Cupertino avrebbe addirittura vietato le importazioni parallele di prodotti con la Mela morsicata nel mercato egiziano.
Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale minacciava azioni legali contro Apple e il suo agente regionale.

IL PREZZO DEGLI IPHONE IN MEDIO ORIENTE

In Egitto i prezzi degli iPhone raggiungono il 50% in più rispetto al resto del Medio Oriente. Un iPhone Xs Max costerà 1.306€ dollari negli Emirati Arabi Uniti e ben 1.983 in Egitto attraverso un rivenditore Apple autorizzato. Sebbene le aziende abbiano il diritto di specificare le aree di vendita, in Egitto il mercato locale è stato in effetti isolato da quello regionale che ha fissato prezzi significativamente più alti che in altre nazioni arabe sostiene l’authority.

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