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Guerra Apple-samsung

Guerra Apple-Samsung: un precedente per le future battaglie sui brevetti

Nuova battaglia nella guerra Apple-Samsung: la Corte Suprema ha deciso che l’azienda asiatica di smartphone non ha copiato (in toto) il dispositivo di Cupertino Un nuova battaglia nella guerra Apple-Samsung. E questa volta a portare a casa una importante vittoria è Samsung: la Corte Suprema americana ha deciso che la casa coreana non ha copiato…

Nuova battaglia nella guerra Apple-Samsung: la Corte Suprema ha deciso che l’azienda asiatica di smartphone non ha copiato (in toto) il dispositivo di Cupertino

Un nuova battaglia nella guerra Apple-Samsung. E questa volta a portare a casa una importante vittoria è Samsung: la Corte Suprema americana ha deciso che la casa coreana non ha copiato (almeno non in toto) il dispositivo della Mela morsicata. Finalmente arriva una buona notizia per l’azienda asiatica, coinvolta negli ultimi mesi nello scandalo delle batterie del Galaxy Note e delle lavatrici che esplodono.

La sentenza rappresenta un precedente importante per le future battaglie sui brevetti. Ma partiamo dall’inizio.

L’annosa guerra Apple-Samsung

L’infinita guerra Apple-Samsung per i brevetti di designe è iniziata nel 2012. La casa di Cupertino ha accusato Samsung di aver violato la proprietà intellettuale della Mela Morsicata, ma la casa coreana (anche in questo caso) non ci sta.

guerra apple-samsungDopo le diverse vittorie di Apple, una delle quali condannava la casa sudcoreana a pagare ben 399 milioni di dollari per aver infranto alcuni brevetti di Cupertino, Samsung ha vinto una piccola battaglia. Un tribunale d’appello federale ha infatti stabilito che il gruppo sudcoreano non ha infranto un brevetto di Apple (quello sul sistema per accedere ai link veloci) e gli altri due contestati (‘slide-to-unlock’ e l’autocorrettore) non sono brevetti validi.

La sentenza della Corte Suprema

Per vincere la guerra e non una sola battaglia, Samsung si è rivolta ai giudici della Corte Suprema, che hanno stabilito che la copiatura c’è stata davvero, ma solo in parte. E dunque, la multa da 399 milioni di dollari imposta alla casa coreana è ingiusta. L’importo da pagare, secondo i giudici della Corte Suprema, dovrebbe essere calcolata sui singoli infrangimenti del copyright.

Ma non solo. La Corte ha anche deciso che la guerra non è finita e la partita è ancora da giocare. Non mancheranno altre battaglie, sconfitte e vittorie.

Un importante precedente

La sentenza rappresenta un importante precedente nella storia dei brevetti. I colossi dell’hi-tech ora dovrebbero aver chiaro che il risarcimento per plagio dovrà essere proporzionato a quanto si è copiato. Secondo l’Alta Corte statunitense, infatti, se un singolo pezzo del prodotto viene infranto, il titolare di quel brevetto non può richiedere danni sui profitti generati dall’intero prodotto.

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