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Anonymous

Vi racconto il flop della guerra di Anonymous all’Italia

Che cosa è successo davvero dopo l'annuncio di Anonymous di assaltare sul web l'Italia? Il commento di Umberto Rapetto

Devo essere sincero. Mi aspettavo il giudizio universale di bibliche proporzioni e invece mi vedo dinanzi a quello descritto da Benigni nel Papocchio, con le lavandaie e i fenici con cui non sanno di che parlare, con il faraone che si sente chiedere dal terzino della Sampdoria in che squadra giocava e se conosceva Squatarroni della Spal…

E così – da veterano di certi scenari e oggi nel ruolo di spettatore sugli spalti – non riesco a trattenere la mia “delusione”, proporzionale solo a quella della collettività che sognava il cambiamento promesso pochi mesi fa nei preliminari della tenzone politica dello scorso inverno.

La “settimana nera” annunciata dalla coalizione di pirati informatici di Anonymous, LulzSec e AntiSec sembra figlia del reddito di cittadinanza o dell’eradicazione della legge Fornero. Chiacchiere tante, fatti pochi.

Come si dice spesso delle stagioni, “non ci sono più gli hacker di una volta” e in entrambi i casi si è portati ad esser confermati da un lato dai bollettini meteo e dall’altra dai consuntivi degli attacchi portati a termine dai briganti digitali.

La #blackweek che sembrava far tremare l’infrastruttura tecnologica del Paese si è tradotta – almeno finora – in poco più di una manciata di atti vandalici paragonabili a quello degli sfigati che rigano la carrozzeria di una vettura lasciata in sosta per strada.

L’avvio dell’Operazione 5 Novembre, marcata con l’hashtag #FifthOfNovember e anticipata con una vera e propria dichiarazione di guerra in formato multimediale, è stato puntualmente segnato da una serie di aggiornamenti quotidiani con il resoconto dei bersagli acquisiti. Ci si aspettava una sorta di ecatombe e invece i consuntivi – pur interessanti – non hanno emozionato gli appassionati di cyber war.

Il 29 nel mirino c’è finito il mondo universitario e le premesse si profilavano interessanti: il dichiarato saccheggio di parecchi atenei – pur non rappresentando un pantagruelico “happy hour” – si poteva considerare un discreto aperitivo. Ma già il giorno successivo non era difficile riconoscere un po’ di fiacca, inammissibile per “legionari” la cui baionetta virtuale avrebbe dovuto mietere vittime ben più illustri.

Forse contagiati dalla propaganda politica e speranzosi di trovare un pubblico acclamante a fronte di dichiarazioni troppo facilmente verificabili, hanno preso di mira il panorama industriale e raccontato di aver messo KO niente meno che le Ferrovie dello Stato. In realtà – quasi il loro tiratore scelto fosse un redivivo Mister Magoo, il vecchietto ipovedente dei cartoon di un tempo – nel carniere c’è finita FastFerrovie, una compagine sindacale operante nel settore del trasporto su rotaia.

Il campo di battaglia del terzo giorno? L’informazione. Chi ipotizzava una strage di testate illustri ha dovuto accontentarsi del “defacement” di qualche giornale di minor caratura e del sito dell’Ordine dei Giornalisti del Molise (che grazie ad Anonymous ha conosciuto finalmente un minimo di notorietà dopo il distacco da quello del Lazio di cui fino a qualche anno fa era coinquilino).

Mentre gli sfegatati della rivolta sul web intonano virtualmente il ritornello “Si può fare di più” di Morandi/Tozzi/Ruggeri, qualcuno preferisce una colonna sonora di stampo classico. I melomani – nel valutare le fasi della “sinfonia” in esecuzione – appiccicano etichette come “adagio”, “moderato”, “andante”. Qualcuno si aspetta un cambiamento (è inutile, siamo incorreggibili!) e – magari memore di Bruno Bozzetto – intravede un “Allegro non troppo”. Qualcun altro immagina addirittura un crescendo rossiniano e, se così fosse, le preoccupazioni non possono certo sopirsi.

La quiete attuale speriamo ricalchi il Leopardi e non rifletta l’espressione gergale anglofona “Calm before the storm”. Quel dopo o prima della tempesta, potrebbe fare la differenza. Un’enorme differenza.

Umberto Rapetto
Generale GdF in congedo – già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche
Docente universitario, giornalista e scrittore
CEO @ HKAO Human Knowledge As Opportunity 
Consigliere di amministrazione di Olidata con delega alla cybersecurity

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