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5g Gualtieri Roma Antitrust

L’Antitrust folgora Gualtieri sul 5G con Bai di Luciani (ex Tim), tutti i dettagli

Il Garante del mercato ha inviato una segnalazione al Comune di Roma riguardo il bando di gara per il piano 5G lanciato dalla giunta Gualtieri:  riscontrate "significative criticità che non solo compromettono le dinamiche competitive ma pongono dubbi sull’effettiva fattibilità del progetto"

Altolà dell’Antitrust sul piano di Gualtieri per il 5G di Roma.

Lo scorso 16 marzo il sindaco capitolino Roberto Gualtieri ha svelato un progetto da 100 milioni di euro per installare infrastrutture 5G in tutta la città entro il 2026. Il Comune di Roma ha avviato quindi un bando di gara, esito di un partenariato pubblico-privato con la società americana Bai Communications (guidata in Italia dall’ex manager di Tim, Luca Luciani).

In gioco ci sono investimenti per 97,7 milioni, di cui 33,3 milioni a carico del Comune, con una concessione per 25 anni dal valore stimato di 505,7 milioni.

Ma l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una segnalazione invitando «Roma Capitale a porre in essere le misure correttive necessarie a ripristinare le corrette dinamiche concorrenziali rispetto alla realizzazione del Progetto 5G», come riportato da Agi e Il Sole 24 Ore.

A questo punto l’ente capitolino può decidere di andare avanti con l’aggiudicazione, ma esponendosi al rischio che l’Authority possa intervenire successivamente, aggiunge ancora il quotidiano confindustriale.

Allo stesso tempo, sempre il Sole 24 Ore segnalava lo scorso giugno che la la tower company Cellnex e gli operatori telco, critici sul bando del Comune di Roma per la copertura 5G e wi-fi, hanno presentato una serie di ricorsi al Tar del Lazio sulla gara che, per il momento, non ha ravvisato l’urgenza e quindi ha deciso di andare direttamente al giudizio di merito a ottobre.

Tutti i dettagli.

IL PROGETTO ROMA 5G

Entro il 2026 tutta Roma sarà coperta da rete 5G e Wi-fi neutrale ad alta densità.

È quanto prevede il progetto della Giunta Gualtieri che lo scorso marzo ha pubblicato la gara che chiuderà a ottobre per l’implementazione e diffusione della fibra 5G. Il progetto prevede una rete completa per tutta la città all’interno del raccordo anulare capace di migliorare la vita dei romani attraverso la gestione dei flussi del traffico, con i semafori intelligenti; dei pendolari con i trasporti pubblici ma anche del ciclo dei rifiuti ottimizzando la raccolta.

Secondo il cronoprogramma, la conclusione di una prima parte dei lavori è fissata a dicembre del 2024, quando si aprirà la Porta Santa e avrà inizio il Giubileo: per quella data la rete 5G coprirà interamente la linea A della metropolitana, dalle stazioni ai tunnel, e il 50% della linea B.

COSA FA BAI COMMUNICATIONS ITALIA

Alla base del bando di gara, in questo progetto di partenariato pubblico-privato, c’è la proposta di Bai Communications, controllata dal fondo pensioni canadese Cppib.

“Milano è stata stravolta dall’Expo ed è diventata una città capace di attrarre capitali da tutto il mondo. Roma è un posto incredibile e secondo a nessuno”, commentava a Reuters Luca Luciani, responsabile di Bai Communications Italia, in occasione della presentazione del progetto Roma 5G.

Sempre il Sole 24 Ore ricordava che Bai in Italia si pone come concorrente di Inwit e Cellnex e punta sull’uso della small cell, cioè delle piccole antenne piuttosto delle macro, è pronto a investire 500 milioni in 5 anni, a partire da progetti come quello di Roma Capitale appunto.

I PIANI DI BAI

“Il piano industriale prevede 500 milioni di euro in 5 anni, ma vorremmo arrivare molto prima a impiegare questa cifra” ha spiegato Luciani in un’intervista al Sole 24 Ore di aprile. “In generale, non abbiamo vincolo agli investimenti, il nostro azionista è il Fondo Pensione Canadese (CPPIB) che gestisce oltre 530 miliardi di dollari di asset. Il problema è poi come remunerare gli investimenti” ha sottolineato il manager italiano.

“Il progetto che abbiamo annunciato a Roma, di partenariato pubblico-privato, è un esempio che andrà a gara che noi ci auguriamo di vincere […]. Ovviamente gli investimenti privati devono essere remunerati e la formula del PPP che abbiamo presentato va proprio in questa direzione” ha aggiunto ancora Luciani al quotidiano confindustriale.

ALLA BASE DEL BANDO DI GARA DEL COMUNE

Dunque, dal momento che la proposta di Bai è alla base di partenza del bando, gli altri player dovrebbero almeno uniformarsi per competere con l’offerta. Inoltre per Bai Communications è previsto un diritto di “last call”: l’ultima parola, evidenzia il Sole 24 ore.

LE CRITICITÀ SEGNALATE DALL’AUTORITÀ ANTITRUST SUL PIANO 5G LANCIATO DA GUALTIERI

E sul bando di gara formulato dal Comune di Roma è giunta la segnalazione dell’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli, visionata dal quotidiano confindustriale, che ha rilevato alcune criticità.

Innanzitutto «la creazione della rete 5G interamente ex novo senza tener conto delle infrastrutture esistenti». Questo, peraltro, non renderebbe chiari i vantaggi dell’operazione a parere dell’Autorità. In secondo luogo «non è richiesto ai partecipanti la titolarità di diritti d’uso di frequenze» con il rischio che «la costruzione di un’infrastruttura gestita da un soggetto differente dai titolari di frequenze non garantisca la continuità del servizio e la sua efficienza». E infine Antitrust parla di «altri disincentivi a partecipare alla gara per gli Mno», in particolare legati all’assenza di «obiettivi di connettività chiari e misurabili quali capacità di trasmissione, la latenza, l’affidabilità del collegamento e la tipologia di rilegamento delle stazioni radio base». Da qui l’invito a Roma Capitale «a porre in essere le misure correttive necessarie», riassume il Sole 24 Ore.

LA POSIZIONE DI ROMA CAPITALE

Tuttavia, al Campidoglio non sembrano turbati dai rilievi sollevati dall’Antitrust.

“In merito a notizie di stampa relative a presunti ‘stop’ dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato riguardo al progetto 5G di Roma Capitale, il Campidoglio precisa di aver ricevuto una segnalazione ai sensi dell’art. 21 della legge 287/1990 circa le modalità di realizzazione della rete in questione che non implica in alcun modo un rallentamento o un’interruzione del processo in atto“, spiega l’amministrazione Gualtieri in una nota. “Nel ribadire che si tratta di un progetto nato dalla necessità di dotare la città di una infrastruttura tecnologica moderna e al passo con i tempi, Roma Capitale precisa che non solo fornirà tutti i chiarimenti richiesti, ma si farà parte attiva per promuovere un dialogo con tutti gli operatori del settore per la migliore configurazione possibile della rete, che sfrutti appieno gli investimenti già realizzati e, al contempo, indirizzi lo sviluppo del progetto nell’interesse tanto degli operatori, quanto dei cittadini e della Capitale”.

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