skip to Main Content

Google Antitrust

Grane antitrust per Google sulla ricerca di lavoro online

In Europa Google deve affrontare un reclamo antitrust da parte di Jobindex, rivale danese nella ricerca di lavoro online. Tutti i dettagli

 

Nuova tegola antitrust per Google in Europa.

Il colosso di Mountain View deve affrontare una denuncia presentata all’Antitrust Ue dal rivale danese nella ricerca di lavoro online Jobindex. Secondo la società danese, Google avrebbe ingiustamente favorito il proprio servizio di job research sul suo motore di ricerca. A riportare per primo la notizia è stata l’agenzia Reuters.

Secondo l’agenzia stampa, “il reclamo potrebbe rinvigorire il controllo del servizio Google for Jobs da parte del capo dell’antitrust Ue Margrethe Vestager”. Tre anni fa, Vestager aveva annunciato che stava esaminando la questione. Tuttavia, la Commissione non avviò nessuna indagine formale.

Nel 2019 infatti ben ventitré siti di ricerca di lavoro si sono rivolti proprio alla commissaria Vestager per chiedere a Big G di ritirare il suo servizio di job research dai risultati del motore di ricerca Google. I siti, che includevano il britannico Best Jobs Online, il tedesco Intermedia e Jobindex appunto, sostenevano che Google stesse spingendo ingiustamente gli utenti verso il proprio servizio, trascinando le loro pagine sul fondo nei risultati di ricerca.

Oggi la Commissione europea ha dichiarato che valuterà il reclamo secondo le procedure standard.

Negli ultimi anni Vestager ha comminato multe a Google per un importo totale di oltre 8 miliardi di euro per varie pratiche anticoncorrenziali.

Tutti i dettagli.

TUTTE LE ACCUSE ANTITRUST DI JOBINDEX A GOOGLE

Jobindex si è rivolto all’antitrust europeo accusando Google di aver distorto il mercato danese della ricerca di lavoro online — altamente competitivo. Secondo la società danese il colosso di Mountain View ha favorito il suo servizio attraverso mezzi anticoncorrenziali.

Inoltre, Jobindex ha affermato di aver notato esempi di free-riding. Ovvero alcuni dei suoi annunci di lavoro copiati senza autorizzazione e commercializzati tramite Google for Jobs per conto dei partner commerciali di Jobindex. Ha anche citato i rischi per la privacy per i candidati al lavoro e i suoi clienti.

Pertanto, Jobindex ha esortato la Commissione a imporre a Google di fermare le presunte pratiche anticoncorrenziali, multare la società e imporre pagamenti periodici per garantire la conformità.

LA REPLICA DI BIG G

Non batte ciglio Google. La società afferma di collaborare con i fornitori di lavoro per indirizzare le persone a siti Web con annunci di lavoro pertinenti, riporta Reuters.

“Qualsiasi fornitore di lavoro, grande o piccolo, può partecipare e le aziende stanno assistendo a un aumento del traffico e delle corrispondenze di lavoro come risultato di questa funzione”, ha affermato un portavoce di Google.

COS’È GOOGLE FOR JOBS

Lanciato in Europa nel 2018, Google for Jobs si collega ai post aggregati di molti datori di lavoro, consentendo ai candidati di filtrare, salvare e ricevere avvisi sulle aperture, anche se devono rivolgersi altrove per presentare domanda. Google posiziona un widget di grandi dimensioni per lo strumento nella parte superiore dei risultati per le normali ricerche sul Web.

Nel 2019 Google sosteneva che il suo strumento era progettato per affrontare le precedenti denunce antitrust. Inoltre, il colosso tecnologico precisava che il suo servizio si collega in modo evidente a siti di annunci di lavoro.

All’epoca uno dei senior product manager di Google, Nick Zakrasek, dichiarava a Reuters che molte società di annunci di lavoro “hanno visto un aumento significativo del numero di domande di lavoro che ricevono. Secondo Zakrasek “migliorando l’esperienza di ricerca per i lavori, [Google è] in grado di fornire più traffico ai siti sul Web e supportare un sano ecosistema di ricerca di lavoro”.

UNA VALANGA PER IL SERVIZIO DANESE

Eppure per Jobindex l’ingresso di Google for Jobs ha stravolto il mercato.

Il fondatore e ceo di Jobindex, Kaare Danielsen, ha dichiarato che la sua società aveva creato il più grande database di posti di lavoro in Danimarca quando Google for Jobs è entrato nel mercato locale lo scorso anno. “Tuttavia, nel breve tempo successivo all’introduzione di Google for Jobs in Danimarca, Jobindex ha perso il 20% del traffico di ricerca, ha sottolineato Danielsen a Reuters. Colpa del basso posizionamento riservato dal motore di ricerca. Quest’ultimo avrebbe privilegiato invece Google for Jobs.

“Mettendo il proprio servizio in cima alle pagine dei risultati, Google in effetti nasconde alcune delle offerte di lavoro più rilevanti alle persone in cerca di lavoro. I reclutatori a loro volta potrebbero non raggiungere più tutte le persone in cerca di lavoro, a meno che non utilizzino il servizio di ricerca lavoro di Google”, ha aggiunto il ceo di Jobindex.

“Questo non solo soffoca la concorrenza tra i servizi di reclutamento, ma danneggia direttamente i mercati del lavoro, che sono centrali per qualsiasi economia”, ha concluso Danielsen.

Back To Top