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Lyft Uber

Google vs Uber, la guerra continua

Google abbandona Uber e sceglie di investire nel suo rivale principale, Lyft   Ancora tempi di guerra tra Google ed Uber, i due colossi della tecnologia da amici amatissimi sono diventati acerrimi nemici. E la guerra tra le due aziende si consuma a suon di progetti concorrenti, denunce e investimenti in rivale. Google, per esempio,…

Google abbandona Uber e sceglie di investire nel suo rivale principale, Lyft

 

Ancora tempi di guerra tra Google ed Uber, i due colossi della tecnologia da amici amatissimi sono diventati acerrimi nemici. E la guerra tra le due aziende si consuma a suon di progetti concorrenti, denunce e investimenti in rivale. Google, per esempio, ha deciso di investire in Lyft, principale concorrente della società di San Francisco. Ma ripercorriamo tutta la storia.

Uber-Google: i vecchi tempi

Google e Uber, non sono sempre stati nemici, anzi. C’è stato un tempo in cui Uber e Google erano amici: proprio Alphabet, tramite il suo braccio di venture capital GV (ex Google Ventures), ha investito in Uber ben 258  milioni di dollari. A fronte di una cifra così importante, David Drummond, dirigente Google di lunga data, è entrato a far parte del board di Uber.

Tutto sembrava andare a gonfie e vele tra le due società, fino a quando non hanno deciso di impegnarsi su progetti concorrenti. Ed è per questo, come racconta il New York Times, che al signor Drummond (di Google) era stato proibito di partecipare alle riunioni dei dirigenti Uber.

C’è da dire, che Google ha un lungo elenco di dirigenti che siedono nei consigli di amministrazione di aziende che potrebbero presto essere concorrenti. Eric E. Schmidt, presidente esecutivo di Alphabet, è stato membro del consiglio di amministrazione di Apple, proprio quando la sua azienda stava sviluppando Android, sistema operativo concorrente dell’IOS di Apple.

Google denuncia Uber

Waymo, la divisione di Google dedicata alle auto senza pilota, ha denunciato un ex capo progettista di avere ‘rubato’ una importante tecnologia, che avrebbe aiutato Uber a mettere insieme una flotta di veicoli automatici. Il furto (presunto, almeno per ora) è descritto in una denuncia presentata alla corte federale di San Francisco dalla Waymo, che otto anni fa ha cominciato a progettare, inizialmente in segreto, le auto che si guidano da sole, e che ora opera come una divisione della controllata Google Alphabet Inc.

waymoLa denuncia si basa su delle prove. La società di Google punta il dito contro Anthony Levandowski, ex manager addetto al progetto, che avrebbe scaricato 14.000 file confidenziali su un computer portatile prima di dar vita, nel 2016, ad una propria società. Uber ha poi acquistato la start up di Levandowski, ‘Otto’, lo scorso anno per 680 milioni di dollari.

“Prendiamo seriamente in considerazione le accuse mosse contro Otto e i dipendenti Uber, e approfondiremo attentamente la questione”, afferma un portavoce di Uber.

Google, un nuovo servizio Taxi

La sfida tra i big non si consuma solo ed esclusivamente sul fronte delle auto a guida autonoma. Google, infatti, ha lanciato un nuovo ‘servizio taxi’. Realizzato grazie a Waze, startup israeliana acquisita da Alphabet nel 2013, che monitora il traffico con le segnalazioni degli utenti via app, il nuovo servizio di Google permette agli autisti di raccogliere sulla strada persone che hanno la stessa destinazione. Insomma, una sfida diretta a UberPop.

Il servizio disponibile, inizialmente, nella sola città di San Francisco, dà la possibilità all’autista di arrotondare le sue entrate grazie a una cifra che corrisponde al pagamento della benzina e del tempo speso, un aiuto per le affrontare le spese che derivano dal possesso di un’auto. Insomma, un servizio simile a quello lanciato da Uber, anche se in questo secondo casi, gli autisti lo vedono come un lavoro vero e proprio.

Google investe nel rivale di Uber, Lyft

LyftL’ultima mossa in questa guerra fredda, se così la vogliamo chiamare, la fa Google.  Alphabet, holding di Big G, secondo indiscrezioni di Bloomberg,  ha iniziato a parlare con Lyft di un possibile investimento da 1 miliardo di dollari. Tutto potrebbe concludersi con un nulla di fatto, ma certo è che il denaro farebbe molto comodo alla startup di San Francisco, che recentemente ha cercato di mettere un freno alle spese per lo sviluppo.

In questo modo, infatti, Lyft garantirebbe l’autonomia finanziaria del breve periodo che il suo co-fondatore John Zimmer ritiene una priorità. Potrebbe unatre sul marketing e continuare a guadagnare quote di mercato, come sta già facendo.

Uber scommette su Dara Khosrowshahi

Uber, intanto, rivoluzione il suo management. La casa di ha scelto il successore di Kalanick. E’ Dara Khosrowshahi, un uomo d’affari di origini iraniane (nato a Teheran). Ha conseguito una laurea in ingegneria elettrica presso la Brown University nel 1991 e ha avuto una brillante carriera, fino a diventare,nell’agosto 2005, il ceo di Expedia, società di viaggi. Grazie al suo lavoro, Expedia ha esteso la sua presenza in oltre 60 paesi in tutto il mondo.

Nel 2015 ha firmato un nuovo contratto con la società di viaggi: 90 milioni di dollari l’anno e permanenza fino al 2020. Ma, il 27 agosto 2017, il consiglio di amministrazione di Uber lo ha scelto come nuovo amministratore delegato della società di San Francisco.

Prima di entrare in Expedia, Khosrowshahi è stato Ceo di IAC Travel, ha lavorato presso Allen & Company dal 1991 al 1998, rivestendo anche il ruolo

 di vice presidente dal 1995 al 1998. E’ anche un manager di BET.com, Hotels.com e molte altre società, è nel consiglio di amministrazione della New York Times Company.

Nel giugno 2013 Ernst & Young ha eletto Dara Khosrowshahi vincitore del premio dell’imprenditore dell’anno per l’area del Pacifico nord-occidentale.

Il ruolo principale di Dara Khosrowshahi sarà quello di rendere profittevole Uber.

La società di San Francisco, comunque, sembra essere già fortemente impegnata su questo fronte. Nell’ultimo trimestre, infatti, il rosso è sceso a 645 milioni dai 708 milioni del trimestre precedente. Bene anche le vendite, che sono giunte a quota 1,75 miliardi di dollari, registrando un +17%, mentre le corse sono salite del 150% annuo grazie in particolare ai mercati emergenti e alla Russia, dove c’è stato un +250%.

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