In pochi credevano che sarebbe davvero cambiato qualcosa con la sentenza dello scorso dicembre, quando un tribunale in California ha stabilito che Google, il principale colosso di internet, “sta abusando del suo monopolio sul mercato delle app, a scapito degli sviluppatori” e lo ha fatto nella causa intentata oltre tre anni prima da Epic Games, la software house nota soprattutto per il videogame campione d’incassi Fortnite. Epic, lo ricordiamo, per i medesimi motivi ha trascinato in tribunale anche Apple, contro la quale ha ottenuto però vittorie solo parziali.
LE RICHIESTE DI EPIC A GOOGLE
In pochi ci credevano perché era chiaro che Google avrebbe ricorso in appello. Il mese scorso Epic ha avanzato a Google una pluralità di richieste, possibili rimedi per ridurre la situazione di monopolio, chiedendo per esempio di fornire ai negozi di app di terze parti l’accesso al catalogo dei videogiochi del Play Store per sei anni; consentire ai consumatori e agli sviluppatori di scegliere come effettuare e offrire gli acquisti in-app, senza commissioni e restrizioni; permettere ai consumatori di scaricare le app al di fuori del Play Store e creare un comitato di conformità, una sorta di arbitrato permanente con un responsabile che comunichi ogni anno alla corte se Google rispetti o meno l’ingiunzione.
LA RISPOSTA DI GOOGLE A EPIC
Inutile dire che Google ha bollato l’intero pacchetto come irricevibile.
“Nel complesso, i rimedi proposti da Epic hanno l’effetto cumulativo di impedire a Google di competere a scapito dei consumatori, degli sviluppatori, degli OEM e dei vettori in tutto l’ecosistema Android e oltre”, si legge nel documento che Google ha vergato chiedendo al Tribunale di tenere conto dei suggerimenti presentati da Epic Games.
Il Gruppo, noto soprattutto per il motore di ricerca, è poi andato oltre, promettendo battaglia: “Non solo la loro proposta va ben oltre la portata del recente verdetto del processo statunitense – che noi impugneremo – ma è anche inutile a causa dell’accordo che abbiamo raggiunto l’anno scorso con i procuratori generali degli Stati di tutti gli Stati e di diversi territori”, ha dichiarato a TechCrunch Wilson White, vicepresidente di Google per gli affari governativi e le politiche pubbliche.
Inutile dire che le furibonde battaglie che vanno quotidianamente in scena su Fortnite sono nulla rispetto alla guerra che stanno combattendo Google ed Epic Games, ben lungi dall’essere vicina a una tregua.