Non è certo un mistero che le Big Tech siano desiderose di metter piede (anzi, entrambi i piedi) nel mondo bancario. E la recente esplosione del fintech sembra agevolarle. Per alcune, come Apple (che ha appena divorziato da Goldman) e X, si vocifera persino che l’ingresso sarà diretto, anche se dovranno fare i conti con normative parecchio rognose (di mezzo ci sono i risparmi della gente e, in caso di insolvenze bancarie, la tenuta sociale di interi Paesi). Altre, come Alphabet, il colosso tecnologico da 1,7 trilioni di dollari che possiede Google, passano invece dalle startup: per la precisione da Monzo, una delle maggiori banche digitali al dettaglio della Gran Bretagna.
COS’È CAPITAL G E IN COSA HA INVESTITO
Capital G, fondo di venture capital finanziato da Alphabet con sede a Mountain View in California, creato nel 2013 per focalizzarsi sulle società di tecnologia in fase di crescita (l’obiettivo sarebbe investire per profitto piuttosto che strategicamente per Google, ma i confini sono labili) ha alle spalle in appena dieci anni investimenti per circa 4 miliardi di dollari in 55 società, tra cui Airbnb, Stripe e SurveyMonkey. Adesso, si apprende, sarebbe vicino a un accordo per guidare un round di finanziamento che raccoglierà tra i 300 e i 400 milioni di sterline per Monzo.
COS’È MONZO
Monzo è stata fondata nel 2015 e oggi vanta 8,5 milioni di clienti, con un’ampia gamma di prodotti e servizi digitali che ora includono anche gli investimenti, grazie a una partnership con BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo.
L’ultima volta si è assicurata fondi dall’Abu Dhabi Growth Fund alla fine del 2021. Tra gli attuali investitori di Monzo figurano il gruppo cinese Tencent, Passion Capital, Accel e General Catalyst. Il round di finanziamento di Capital G potrebbe valutare Monzo a più di 4 miliardi di sterline, compreso il capitale appena raccolto.
PERCHE’ MONZO INTERESSA A GOOGLE
Una valutazione di circa 4 miliardi di sterline rappresenterebbe un risultato significativo per il consiglio di amministrazione di Monzo, soprattutto se si considera che due anni fa l’arrembante startup fintech era finita sotto la lente di ingrandimento dell’autorità di vigilanza della City per potenziali violazioni delle norme antiriciclaggio e non meglio specificati crimini finanziari.
Quel che è certo è che, come la maggior parte delle startup, è stata storicamente in perdita, sotto di 116 milioni di sterline ma questa raccolta di fondi dovrebbe essere l’ultimo round prima che Monzo presenti un’offerta pubblica iniziale, in cui cioè venderà azioni al pubblico. I tempi sarebbero insomma sufficientemente maturi da avere attratto l’attenzione del colosso del web, desideroso di entrare “in banca”.
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