skip to Main Content

Apple Goldman

Divorzio tra Apple e Goldman, che succede ora?

Apple straccia la collaborazione con Goldman Sachs. Il colosso bancario lamentava i troppi soldi spesi per la gestione della carta di credito e del conto. Cupertino intende aprirsi la sua banca?

È finita in modo assai brusco, ma a quanto pare consensualmente, la partnership fra Apple e Goldman Sachs nel settore delle carte di credito. Ma più che la notizia in sé ci si chiede ciò che la rottura del rapporto comporterà. Perché, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, sarebbe Cupertino ad aver voluto stracciare la collaborazione, inviando una proposta a Goldman per uscire dal contratto in essere nei prossimi 12-15 mesi. È dunque in arrivo una Apple Bank?

CHI HA ROTTO?

Nell’ambiente, doveroso riportarlo, si vocifera anche che sia accaduto il contrario: da tempo si ipotizza che il gigante bancario si fosse stancato dei risultati insoddisfacenti ottenuti col consumer banking (alte spese, pochi ritorni), rumor peraltro confermato dalla recente fine dell’altra partnership nel settore delle carte di credito: quella con General Motors.

Secondo alcune fonti di stampa, Goldman negli scorsi mesi avrebbe anche sondato l’interesse di American Express per provarle a cedere il programma ma il colosso statunitense delle carte di credito si sarebbe tirato indietro (o, secondo altri, starebbe compiendo altre valutazioni e prendendo tempo) esprimendo preoccupazione per diversi aspetti del programma, tra cui i tassi di perdita.

APPLE E GOLMDAN, DIVORZIO CONSENSUALE?

Quel che è certo è che tutto sembrava filare per il meglio: le due società avevano rinnovato la loro partnership nel 2022 con un accordo che avrebbe dovuto portarle al 2029. Per ciò che si sa al momento, la rescissione non sembra comportare strascichi legaleggianti (comunque sarebbe difficile venirne a conoscenza, perché ai tribunali i colossi preferiscono l’anonimato garantito da un arbitrato). Per i motivi fin qui espressi, si può supporre che, a dispetto di quanto riportato dai più, il divorzio, voluto da Apple ma ben accolto da Goldman, sarà consumato consensualmente.

ARRIVA LA APPLE BANK?

Ma perché è così importante stabilire chi ha rotto? Prendendo per buona l’ipotesi che sia stata Cupertino a staccare la spina al rapporto c’è la forte possibilità, è il pensiero di molti analisti, che Apple abbia altri programmi che non siano naturalmente l’intenzione di abbandonare il mondo fintech dopo la carta di credito lanciata nel 2019 e il conto di risparmio lanciato quest’anno.

«Goldman aveva agito da cavallo di Troia nell’attacco delle Big Tech all’industria bancaria – è il commento che Andrea Filtri, Co-head di Mediobanca Research, ha rilasciato quest’oggi al Sole 24Ore – consentendo ad Apple di non sorpassare la linea della regolamentazione ed evitandole di diventare un soggetto della supervisione bancaria».

Ecco perché, come si anticipava, più che il fatto in sé sono interessanti le possibili conseguenze. Se è vero che Goldman è insoddisfatta degli esperimenti posti in essere lato consumatori è altrettanto vero che non c’è big del tech, da Alphabet a Meta e con ogni probabilità X, che non sta guardando con interesse al mondo del fintech. E Apple non farebbe differenza.

Sempre sul Sole 24Ore il numero uno della Vigilanza Bancaria di Bce Andrea Enria ha detto esplicitamente che «le Big Tech rappresentano la vera sfida per le banche, se ottenessero una licenza Bancaria si porrebbe il problema della dimensione del potere di mercato che avrebbero per la loro capacità di mettere assieme un’enorme quantità di informazioni a livello globale».

I TIMORI DEL MONDO BANCARIO

Quello che potrebbe accadere – e che il mondo bancario teme – insomma è che a seguito della rottura tra Goldman e Apple la software house di Cupertino si armi per entrare in modo autonomo nel settore. Certo, in questo caso c’è una ferrea regolamentazione da dover rispettare, visto che ci sono di mezzo i risparmi della gente e, in caso di insolvenze bancarie, la tenuta sociale di interi Paesi.

Per fare un esempio, la chiacchieratissima Revolut, che è stata valutata 33 miliardi di dollari in un round di finanziamento nel 2021, non ha ancora ricevuto una licenza bancaria nel Regno Unito nonostante mesi di colloqui con le autorità di regolamentazione. Un ostacolo rognosetto, dunque, ma non insuperabile, specie per Apple.

Back To Top