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Google all’Ue: vogliamo tasse semplici

Google chiede di pagare le tasse in un unico Paese dove genera valore e non nei Paesi in cui opera   Google chiede all’Europa tasse più semplici. L’azienda di Mountain View non intende andare via dal Vecchio Continente, il mercato è favorevole ed investire potrebbe essere una grande opportunità, a patto che anche Bruxelles faccia…

Google chiede di pagare le tasse in un unico Paese dove genera valore e non nei Paesi in cui opera

 

Google chiede all’Europa tasse più semplici. L’azienda di Mountain View non intende andare via dal Vecchio Continente, il mercato è favorevole ed investire potrebbe essere una grande opportunità, a patto che anche Bruxelles faccia la sua parte. Questo, in breve, quanto Google ha affermato al Web Summit, un evento tecnologico in corso a Lisbona.

L’azienda vorrebbe “tasse più semplici”, ha detto Matt Brittin, capo europeo della divisione business&operations di Big G. Brittin non ha potuto fare a meno di parlare delle beghe legali tra il colosso tecnologico e la Commissione Antitrust Ue: l’Ue accusa Google di elusione fiscale e abuso di posizione dominante per le applicazioni del suo software di comparazione prezzi Shopping e del suo sistema operativo Android.

smartphone Google facebookQuello che vorrebbe Brittin è trovare un accordo che permetta a Google di pagare le imposte in un unico Paese dove genera valore e non nei diversi mercati dove opera (Italia inclusa). Insomma, le idee di Big G. per ora andrebbero a contrastare con i principi della WebTax.

Sul fronte delle accuse Europee, invece, Matt Brittin sostiene che gli utenti “sono liberi di fare quello che vogliono”, rispondendo alle accuse di abuso di potere e influenza dei consumatori. “Gli utenti possono fare quello che ritengono. Ci vogliono 30 secondi per togliere la “barra” delle ricerche di Google e impostarne un’altra”.

Tocca anche l’argomento privacy, tanto caro a Bruxelles. Google Europe “prende la questione sul serio” e sta cercando di rendersi inattaccabile. “I nostri sviluppatori di Monaco hanno messo a punto myaccount.google.com (uno strumento per verificare l’utilizzo delle proprie informazioni, ndr) proprio per questo – ha detto – Abbiamo interesse per privacy e sicurezza degli utenti”.

“Bisognerebbe lavorare sul mercato digitale unico. Noi abbiamo formato 5,6 milioni di persone in 49 paesi alle digital skills, le competenze digitali”, ha concluso Brittin.

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