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Google Copyright

Google affosserà Internet con l’intelligenza artificiale?

Niente più ore di ricerca per mettere insieme informazioni o confrontare decine di siti per acquistare un prodotto online o avere informazioni su un fatto. Google, attraverso una tecnologia di IA generativa simile a quella di ChatGpt, dice di voler “semplificare” la vita degli utenti (creando, tuttavia, altri problemi). Tutti i dettagli

 

L’intelligenza artificiale (IA) la farà da padrone anche nella ricerca online. A deciderlo è proprio il motore di ricerca più usato al mondo: Google. L’azienda di Mountain View, infatti, la scorsa settimana, durante la sua conferenza annuale I/O ha annunciato che integrerà nei risultati delle ricerche una tecnologia di IA generativa simile a quella di ChatGpt.

Nella pratica significa che non serviranno più ore, ma nemmeno troppi minuti, per cercare e confrontare diversi siti per mettere insieme le informazioni perché Google proporrà in cima ai risultati un paragrafo in cui l’IA sintetizza i risultati raccolti da diverse fonti su Internet.

Questo però pone due questioni. La prima è l’attendibilità, vista la tendenza dell’IA a fornire anche informazioni false (le cosiddette allucinazioni), la seconda riguarda la diminuzione del traffico di utenti sui singoli siti poiché le persone otterranno ciò di cui hanno bisogno direttamente dalla pagina di ricerca di Google.

LE GIRAVOLTE DI GOOGLE SULL’IA

Nonostante negli ultimi anni Google abbia investito molto nell’IA, l’arrivo di ChatGpt sul mercato gli ha creato qualche problema. Lo scorso marzo, il gigante guidato da Sundar Pichai ha annunciato il lancio del competitor Bard e il mese dopo ha detto che avrebbe fuso il suo gruppo di ricerca sull’IA con DeepMind, altra società di IA di Alphabet. Adesso, l’ultima mossa è quella di integrare la tecnologia di generazione del testo direttamente nel suo punto di forza, ovvero la ricerca.

IL NUOVO VOLTO DI GOOGLE RIDEFINITO DALL’IA

Come ha spiegato il colosso, la nuova versione del motore di ricerca di Google alimentata dall’IA e denominata Search Labs ha l’obiettivo di “eliminare il lavoro di ricerca” in modo da poter “comprendere più rapidamente un argomento, scoprire nuovi punti di vista e approfondimenti, e fare le cose più facilmente”.

UN ESEMPIO PRATICO

Prendiamo un esempio. Alla domanda “Per una famiglia con bambini sotto i 3 anni e un cane è meglio visitare il Parco nazionale del Bryce Canyon o quello di Arches?”. Per arrivare a una conclusione solitamente dovremmo leggere più siti, mettere insieme diverse informazioni non sempre contenute in un’unica pagina, ma con la nuova funzione di Google l’IA fornirà come primo risultato una risposta che ha già aggregato varie fonti e fatto quello che farebbe un utente.

I meno pigri potranno comunque consultare i link di approfondimento che verranno forniti.

Sotto alla sintesi saranno poi suggerite altre domande che potrebbero sorgere spontanee, alle quali verranno date altre risposte.

COME INFLUIRÀ SUGLI ACQUISTI

Ma l’IA di Google avrà un ruolo anche negli acquisti online. Se la ricerca riguarda infatti l’acquisto di un prodotto – per esempio, “qual è la migliore lavatrice?” o “il miglior amplificatore per una festa in piscina”, come riportato nell’esempio qui sotto di Search Engine Land – il nuovo motore di ricerca fornirà una panoramica delle offerte online corredata da informazioni, recensioni, prezzi e immagini.

“Questo perché – spiega l’azienda – la nuova esperienza di acquisto generativa dell’intelligenza artificiale si basa sullo Shopping Graph di Google, che conta più di 35 miliardi di inserzioni di prodotti, il che lo rende il set di dati più completo al mondo di prodotti, venditori, marchi, recensioni e inventari in continua evoluzione. Infatti, ogni ora, più di 1,8 miliardi di inserzioni vengono aggiornate nel nostro Shopping Graph per offrire ai clienti risultati freschi e affidabili”.

GIF via Search Engine Land

DI COSA NON PARLA L’IA DI GOOGLE

Tuttavia, a differenza di ChatGpt, la nuova versione del motore di ricerca di Google alimentato dall’IA generativa, oltre a non avere un’interfaccia antropomorfa con cui dialogare, non fornirà una risposta su qualsiasi argomento. Non si otterranno infatti risposte circa argomenti sensibili o controversi, come salute, economia o politica.

Inoltre, lo strumento, per ora accessibile solo in inglese negli Stati Uniti, non sarà subito attivato per tutti gli utenti.

EDITORI NEL PANICO?

La novità che Google vorrebbe introdurre sarebbe anche una rivoluzione – non positiva – per gli editori, che vedrebbero un drastico calo delle visite sui propri siti, ovvero le fonti originali, da cui l’IA attinge per poi riproporne i contenuti. A cui si aggiungerebbe una possibile minaccia per i ricavi delle affiliazioni che gli editori traggono dalle raccomandazioni di prodotti.

Ma questo, osserva Wired, significa anche che “Google dovrà evitare di cannibalizzare la sua attività pubblicitaria nel settore, che rappresenta una fetta significativa delle sue entrate”.

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