L’immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani impongono l’adozione di iniziative umanitarie che dovrebbero tenere conto delle possibilità predittive che le tecnologie sono in grado di offrire. Il controllo della situazione e l’adozione dei provvedimenti più idonei possono essere agevolati dalla già ampia disponibilità di soluzioni di sorveglianza elettronica.
Le riprese satellitari sono in grado di far vedere flussi ed attività, permettendo di ricostruire percorsi e di conoscere ogni dettaglio della catena logistica che sfocia nelle tragedie in mare.
Tre anni fa il documento “European space capacities support responses to the refugee crisis” offriva un quadro esauriente degli strumenti e degli agreement già operativi. Quella relazione dell’Unione Europea – riletta a distanza di tempo – permette di scoprire quale fosse un punto di partenza all’8 marzo 2016.
Copernicus, programma comunitario che garantisce alla Ue l’accesso costante e indipendente alla vasta gamma di informazioni acquisite dall’osservazione satellitare, contribuisce ad incrementare la consapevolezza (e il controllo) dei movimenti migratori.
I dati che vengono raccolti forniscono la visione puntuale dei porti e delle coste, la rilevazione delle imbarcazioni e della loro dislocazione, il riscontro istantaneo delle progressioni delle operazioni di salvataggio.
È un sistema che coadiuva il mantenimento in efficienza dello European Border Surveillance System (normalmente identificato come Eurosur) che è utilizzato da Frontex. Eurosur è il sistema multifunzione che vigila sui confini comunitari per rilevare l’immigrazione clandestina, preavvisare gli organi competenti e mettere a disposizione strumenti di coordinamento per il salvataggio di vite umane.
Le immagini ad alta definizione di Copernicus zoomano sulle situazioni di emergenza permettendo di non perdere alcun dettaglio utile per il riconoscimento e la schedatura di chi può risultare di interesse investigativo e per ogni altra azione di carattere preventivo.
Frontex si avvale anche del fondamentale ausilio assicurato dal ricco patrimonio informativo fornito dall’Emsa, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima, e dal Satcen, ossia il Centro Satellitare della Ue. I report delle flotte dispiegate nel Mediterraneo e le ricognizioni aeree fanno il resto.
Un’attenta analisi di dati e immagini può portare – come Pollicino con le molliche e poi con i sassolini – alla casella del “Via!” di qualcosa che non è certo un gioco. Non si è alle prese con Monopoli, ma con una terribile sfida a Risiko in cui le tecnologie nulla possono contro la politica e le relazioni internazionali.
(Estratto di un articolo pubblicato su Il Secolo XIX)
Umberto Rapetto
Generale (ris.) della Guardia di Finanza – già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche
Docente universitario, giornalista e scrittore
CEO @ HKAO Human Knowledge As Opportunity
Consigliere di amministrazione di Olidata con delega alla cybersecurity