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Fino a quando DeepSeek riuscirà a far tremare le Big Tech Usa?

Quatta quatta DeepSeek ha colto tutti di sorpresa (a cominciare dalla Silicon Valley) e con il nuovo modello di IA in arrivo, più economico ed efficiente, si prepara a portare un'altra volta scompiglio. Inoltre, il suo successo sta aiutando anche altre aziende tech cinesi a raccogliere fondi. Fatti, nomi, numeri e commenti

 

Quando ormai gli Stati Uniti sembravano dominare il settore dell’intelligenza artificiale (IA) ecco che ha fatto il suo ingresso DeepSeek, l’IA cinese a cui sono bastati 6 milioni di dollari e due mesi per mettere in dubbio quanto fatto, detto e speso finora dai big della Silicon Valley.

Non contenta starebbe anticipando il rilascio di un nuovo modello più economico ed efficiente. Inoltre, il suo successo sta diventando il successo anche di altre aziende tecnologiche cinesi, aiutate pure dalla benedizione del presidente Xi Jinping, che recentemente ha incontrato vari imprenditori, tra cui il cofondatore di Alibaba, Jack Ma.

ACCELERAZIONI IN CORSO

La corsa di DeepSeek è inarrestabile. Dopo aver scatenato un sell-off di oltre 1.000 miliardi di dollari sui mercati azionari globali con un modello di ragionamento di IA a prezzo ridotto che ha superato molti concorrenti occidentali, l’azienda di Hangzhou vuole ora consolidare il suo vantaggio senza perdere tempo.

Si vocifera infatti che voglia far uscire al più presto il suo nuovo modello R2, che avrebbe dovuto essere rilasciato a maggio. Tra le ambizioni ci sarebbero quella di una migliore codifica e che sia in grado di ragionare in altre lingue oltre all’inglese.

UNA MINACCIA PER L’OLIGOPOLIO USA

Per le big tech statunitensi, che devono ancora riprendersi dal lancio del primo modello R1, potrebbe essere un altro duro colpo. “Il lancio del modello R2 di DeepSeek potrebbe essere un momento cruciale nel settore dell’IA”, ha dichiarato Vijayasimha Alilughatta, direttore operativo del fornitore indiano di servizi tecnologici Zensar. Il successo di DeepSeek nella creazione di modelli di IA economicamente vantaggiosi “potrebbe spingere le aziende di tutto il mondo ad accelerare i propri sforzi… rompendo la morsa dei pochi operatori dominanti nel settore”, ha aggiunto.

UN’IMPRESA DIVERSA DA TUTTE LE ALTRE

Di DeepSeek non si sa molto, così come del suo fondatore Liang Wenfeng, diventato miliardario grazie al suo hedge fund quantitativo High-Flyer, noto per le sue strategie di trading basate sull’IA. Liang, descritto come una persona “di basso profilo e introversa”, non parla con i media dal luglio 2024, ma Reuters ha intervistato alcuni ex dipendenti, i quali hanno riferito di un’azienda che funziona più come un laboratorio di ricerca che come un’impresa a scopo di lucro e che non attua alcune delle pratiche dei giganti tecnologici cinesi come una rigida gerarchia, i bassi salari per i giovani dipendenti e il “996”, ovvero il lavoro dalle 9 alle 21 per sei giorni alla settimana.

Secondo alcune fonti, il successo del suo modello di IA a basso costo si basa su un investimento decennale e sostanziale di High-Flyer nella ricerca e nella potenza di calcolo.

UNA RAPPORTO SPECIALE CON IL GOVERNO

Anche i rapporti di DeepSeek con il governo di Pechino si distinguono da quelli dei suoi competitor in patria. L’atteggiamento di Liang risulterebbe infatti gradito alle autorità cinesi, che gli hanno chiesto di mantenere un basso profilo per non attirare troppo l’attenzione.

Stando ai media statali, a gennaio, prima del rilascio di R1, Liang ha partecipato a un incontro con il premier cinese Li Qiang a Pechino in qualità di rappresentante designato del settore dell’IA, davanti ai leader di aziende più note. I suoi modelli poi sono stati adottati da aziende ed enti governativi cinesi a una velocità non paragonabile a quella di altre società.

Come ha confermato Alfred Wu, esperto di politica cinese presso la Lee Kuan Yew School of Public Policy di Singapore, i leader cinesi Xi e Li “hanno mostrato il loro appoggio a DeepSeek” e “ora tutti lo approvano”.

LE ALTRE AZIENDE DI IA CINESI CHE FANNO AFFARI

Ma della ritrovata armonia tra il presidente cinese e un settore privato a lungo marginalizzato stanno beneficiando anche altre aziende del Paese. La scorsa settimana infatti il produttore di robot UBTech Robotics, il produttore di chip Black Sesame International Holding e l’azienda che lavora alla scoperta di farmaci con l’IA XtalPi Holdings hanno dichiarato che stavano raccogliendo fino a 546 milioni di dollari da collocamenti azionari per attività come la ricerca e lo sviluppo e l’espansione aziendale.

Anche l’azienda di intelligenza artificiale Beijing Fourth Paradigm Technology, all’inizio di febbraio, ha raccolto circa 180 milioni di dollari.

LE SFIDE CHE ATTENDONO DEEPSEEK (E NON SOLO)

Questo nuovo clima disteso però potrebbe non bastare a eliminare le principali difficoltà delle aziende cinesi di IA. Dalla Corea del Sud all’Italia infatti gli app store stanno rimuovendo DeepSeek per timori relativi alla privacy e la sua ampia diffusione tra le entità statali cinesi potrebbe rappresentare “un’altra ragione per inasprire le restrizioni sui chip o sulle collaborazioni software”, ha detto Stephen Wu, esperto di IA e fondatore dell’hedge fund Carthage Capital.

Limite di cui è ben consapevole lo stesso Liang, il quale lo scorso luglio ha detto: “Il nostro problema non è mai stato il finanziamento, ma l’embargo sui chip di fascia alta”.

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