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Fibercop e Tim, ecco perché Fastweb e Tiscali plaudono alle mosse di Cdp

Cosa hanno scritto gli amministratori delegati di Fastweb e Tiscali nella lettera aperta ai ministri dell'Economia e dello Sviluppo economico elogiando il progetto della società Fibercop

“E’ lo strumento più idoneo non solo a migliorare ulteriormente la posizione del paese sulle infrastrutture a banda ultralarga ma ad incrementare sensibilmente le garanzie di non discriminazione”. Così gli amministratori delegati di Tiscali e Fastweb, Renato Soru e Alberto Calcagno, in una lettera aperta ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, descrivono la newco Fibercop di Tim e non solo di Tim, visto che entrerà nell’azionariato il fondo Kkr e Fastweb (che apporterà la sua quota in Flashfiber).

Calcagno e Soru, nella lettera inviata ai ministri, spiegano le motivazioni della loro partecipazione al progetto e rispondono alle critiche sul progetto della rete unica manifestate da altre tre aziende, Vodafone, WindTre e Sky.

Andiamo per gradi.

COSA E’ FIBERCOP

Partiamo dal principio. FiberCop è una newco in cui confluiranno la rete secondaria di Tim, quella che va dagli armadi in strada alle abitazioni, e le attività di FlashFiber, oggi controllata all’80% da Tim e al 20% da Fastweb. Prevista anche la partecipazione del fondo KKR Infrastructure: 1,8 miliardi di euro per il 37,5%.

Due giorni fa Tiscali e l’ex monopolista hanno annunciato anche un memorandum of understanding in cui si definiscono i termini di una partnership strategica per lo sviluppo del mercato ultra-broadband attraverso la partecipazione dell’azienda guidata da Renato Soru, al progetto di co-investimento FiberCop. Tiscali non diventerà azionista, al momento: come invece aveva annunciato Repubblica (la nota di Tim e Tiscali ha di fatto smentito questa ipotesi lanciata dal quotidiano diretto da Maurizio Molinari.

STRUMENTO IDONEO PER MIGLIORARE PAESE

Fastweb e Tiscali hanno scelto di partecipare al progetto Fibercop perché lo ritengono “lo strumento più idoneo non solo a migliorare ulteriormente la posizione del paese sulle infrastrutture a banda ultralarga ma ad incrementare sensibilmente le garanzie di non discriminazione e dunque la capacità di tutti gli operatori alternativi di competere in modo efficace nel mercato”, hanno scritto gli Amministratori nella lettera inviata ai ministri.

RETE NON PIU’ INTEGRATA IN TIM

“Le perplessità sollevate da parte di altri operatori alternativi sarebbero legate al fatto che il modello non garantirebbe i concorrenti di Tim perché verticalmente integrato”, spiegano gli Ad. “Proprio in qualità di concorrenti storici di Tim riteniamo che questa rappresentazione non sia corretta. Con FiberCop le reti in rame e in fibra presenti e future non saranno più (come lo sono ora) integrate dentro Tim ma scorporate in una società terza. Si tratta di una scelta epocale di separazione societaria della rete attraverso cui asset storicamente prerogativa di Tim verranno conferiti in un veicolo terzo, peraltro aperto alla partecipazione del governo e di altri operatori”.

MODELLO PREVISTO DALL’UE

“Il modello di coinvestimento “aperto” è esplicitamente previsto dall’Unione Europea nel recente Codice delle Comunicazioni come strumento per promuovere lo sviluppo di reti a larghissima banda sotto la supervisione dell’Autorità di settore” aggiungono i capi azienda di Fastweb e Tiscali. “Il modello del coinvestimento aperto è equiparato in tutto e per tutto dunque a quello “wholesale only” dal punto di vista della tutela della competizione”.

FIBERCOP COME OPEN FIBER

Dunque, la newco in cui confluirà la rete secondaria in rate e fibra di Tim si ispira al modello Open Fiber. “Sarà FiberCop, una società terza – e non direttamente gli operatori che forniscono servizi ai clienti finali – ad occuparsi di costruire infrastrutture e venderle a livello wholesale a tutti, senza quindi nessun rischio di discriminazione e mantenendo un modello di competizione infrastrutturale che ha già mostrato in questi anni significativi benefici per il mercato”, spiegano Soru e Calcagno, che vedono nel coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti – indirettamente attraverso Tim o direttamente attraverso una partecipazione in Fibercop – una “garanzia di terzietà per la tutela della competizione”.

LA RICHIESTA: UN INCONTRO CON I MINISTRI

Nella lettera i due top manager chiedono anche “un incontro” ai ministri in cui spiegare, dal vivo, le motivazioni della loro partecipazione al progetto.

L’INCONTRO TRA GOVERNO E VODAFONE, WIND TRE E SKY

Si è tenuto ieri, invece, l’incontro tra gli amministratori delegati di Sky Italia Maximo Ibarra, Vodafone Italia Aldo Bisio e Wind Tre Jeffrey Hedberg e i Ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli e l’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo. Le tre telco hanno espresso le loro perplessità circa il progetto.

“L’incontro ha fornito ai manager l’occasione per esporre i loro punti di vista in merito alla indipendenza strategica e operativa della nuova società. Questa indipendenza è il fattore cruciale per uno sviluppo rapido e diffuso della rete a banda ultra larga, fondamentale per la realizzazione di una piena digitalizzazione del Paese, portando ovunque la fibra fino alle sedi degli utilizzatori finali (FTTH – Fiber to the Home)”, hanno commentato post incontro i tre top manager delle telco.

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