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Federica Galloni

Federica Galloni: “Strategie chiare per valorizzare l’arte e la cultura grazie alla tecnologia”

Federica Galloni è architetto e Direttore Generale della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Start Magazine ha parlato con lei di come il mondo della cultura si sta proiettando nel futuro, aprendosi alle possibilità offerte dall’ innovazione tecnologica, senza però…

Federica Galloni è architetto e Direttore Generale della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Start Magazine ha parlato con lei di come il mondo della cultura si sta proiettando nel futuro, aprendosi alle possibilità offerte dall’ innovazione tecnologica, senza però snaturare la sua missione di arricchimento della società.

Federica Galloni, come l’innovazione e la tecnologia stanno cambiando il mondo della cultura? E in particolare, quali sono le nuove strade che vede nella promozione della cultura e dell’arte?

Le opportunità che l’ innovazione tecnologica offre al mondo della cultura in generale e a quello della creatività contemporanea in particolare, sono numerosissime. L’arte contemporanea per sua stessa natura spinge la collettività a interrogarsi, sperimentare ed essere protagonista.
Per quanto riguarda il tema più ampio dell’innovazione tecnologica nel settore culturale, la Direzione Generale ha una propria strategia molto chiara. Puntiamo a valorizzare i progetti che nascono dal basso e dare voce alle comunità, attraverso la capacità della cultura di mettere in relazione le persone.
In questi tre anni di attività ho cercato di favorire un processo di rinnovamento della pubblica amministrazione, finalizzato a instaurare un dialogo proficuo con il mondo privato e del terzo settore per favorire sinergie a livello sia culturale sia imprenditoriale.
Dati aperti, partecipazione, trasparenza: sono questi i principi ai quali mi ispiro nell’ideazione di ogni progetto che punti al miglioramento della qualità di vita dei cittadini grazie alla cultura.

Grazie alla tecnologia le esposizioni sono diventate sempre più interattive, la vistor experience sempre più dinamica e coinvolgente. Crede che il progresso tecnologico possa dare nuova linfa ai musei e all’arte, rendendola più fruibile?

Sono convinta di sì. Grazie alle idee di giovani creativi, alcuni musei archeologici offrono la possibilità di visite virtuali delle collezioni, avvicinando così i giovani con un nuovo modo di fruire dei musei. Penso, ad esempio, al caso dei prodotti realizzati dal media center del Museo Archeologico di Napoli.
Nel campo dell’arte contemporanea il discorso è diverso, perché molte opere già utilizzano le nuove tecnologie come linguaggio artistico espressivo, e spesso richiedono anche l’interazione e il coinvolgimento attivo del visitatore.

Nella direzione di Federica Galloni ci sono progetti che coniugano l’arte, l’architettura e la tecnologia?

Federica Galloni

Ritengo che la promozione, la valorizzazione e la diffusione dell’arte contemporanea siano legate sempre più strettamente al concetto di accessibilità gratuita e rapida alle immagini e alle informazioni sul patrimonio pubblico nazionale.
Per questo, e per avvicinare un maggior numero di persone all’arte contemporanea, con AMACI, l’Associazione Musei d’Arte Contemporanea Italiani, abbiamo realizzato il progetto RAAM – Ricerca Archivio AMACI Musei. Si tratta di una piattaforma che mette a disposizione di tutti un patrimonio di oltre 13000 opere di 3000 artisti italiani e stranieri.
Per quello che riguarda l’architettura, è in preparazione un atlante digitale che permette di fruire dei contenuti relativi ai censimenti nazionali del moderno e del contemporaneo. Dobbiamo costruire un nuovo storytelling, nuovi percorsi tematici a partire dai luoghi e dalle comunità che vi abitano per valorizzare l’eredità architettonica contemporanea, tutelarla e trasmetterla alle generazioni future.

È molto importante lavorare per promuovere la passione per l’arte contemporanea in Italia. Quali sono le strategie per avvicinare nuovi pubblici, e in particolare i giovani, a questo settore dell’arte?

L’innovazione tecnologica ha un indubbio valore come strumento comunicativo. D’altra parte, la Direzione Generale ha promosso progetti in aree connotate da disagio sociale, con l’obiettivo di avvicinare i giovani all’arte e all’architettura contemporanee attraverso linguaggi espressivi più tradizionali che favorissero l’osservazione e le esperienze personali, grazie al coinvolgimento di artisti e architetti di fama.
Mi riferisco a progetti come “Scuola: spazio aperto alla cultura”, per rendere gli istituti scolastici presidi culturale e spazi di sperimentazione per attività rivolte alle comunità, o come “Arte alla luce”, realizzato in collaborazione con Save the Children per contrastare la povertà educativa dei ragazzi diffondendo la conoscenza dell’arte contemporanea.

La tecnologia può aiutare la cultura ad avere un impatto più efficace sui territori e sulle periferie urbane?

Spesso, nelle aree caratterizzate da marginalità, la cultura non è sentita come bisogno primario per l’individuo. Al contrario, è ampiamente comprovato come aiuti a creare benessere e sia un fattore determinante di inclusione sociale.
Attraverso la tecnologia si possono creare opportunità di aggregazione e avvicinamento alla dimensione creativa. Una sorta di “Social street” della cultura, un progetto che partendo dal virtuale è arrivato a favorire la socializzazione reale delle persone.
Per questo, a breve uscirà un bando della Direzione Generale dedicato a Musei che, in collaborazione con imprese sociali, puntino a sviluppare azioni capillari per la crescita culturale dei territori, anche utilizzando l’innovazione tecnologica.

(Valerio Giardinelli)

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