Per la prima volta nella storia, la Food and Drugs Administation (FDA) – agenzia governativa statunitense per la regolamentazione dei prodotti farmaceutici ed alimentari – ha consentito l’utilizzo della tecnologia della stampa in 3D per i prodotti farmaceutici.
Il primo medicinale della storia ad essere prodotto con l’ausilio di stampanti 3D sarà un farmaco anti-epilessia per uso orale prodotto dalla Aprecia Pharmaceuticals. Realizzato con un stampa 3d porosa, il farmaco potrà contenere dosi molto elevate sino a raggiungere in alto 1.000 mg. Il prodotto farmaceutico chiamato Spritam sfrutta la tecnologia “ZipDose” un sistema che prevede la creazione di dosi premisurate che si disintegrano in bocca con l’assunzione di un liquido. L’utilizzo della tecnologia potrebbe aiutare chi ha problemi di deglutizione delle pillole, soprattutto anziani e bambini, a seguire in modo corretto la terapia. Spritam sarà disponibile a partire dal primo trimestre del 2016 solo dietro prescrizione medica.
Nel settore sanitario l’utilizzo della stampa 3D diventa sempre più frequente. La nuova tecnologia di stampa viene già utilizzata dai dentisti per creare repliche di mascelle e denti così come alcuni impianti dentali, anche chirurghi ortopedici la utilizzano per realizzare protesi d’anca su misura. Gli scienziati britannici hanno usato la stampa 3D per creare modelli replica di parti cancerose del corpo per permettere ai medici di intervenire sui tumori con maggiore precisione. Sono inoltre in via di sviluppo tecniche che permettono la stampa 3D anche di organi come cuore e reni, ma anche tessuti, vasi sangugni e nervi.