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Fastweb-Viminale, che cosa succede ai braccialetti anti-stalker

I tre casi ravvicinati di femminicidio hanno riacceso i dubbi sull’efficacia dei braccialetti elettronici. I malfunzionamenti hanno sollevato forti critiche sui dispositivi forniti da Fastweb e gli interventi messi in campo dal ministero dell'Interno

Continuano le criticità nelle forniture dei braccialetti elettronici con funzionalità anti-stalking forniti da Fastweb.

Sono avvenuti tre femminicidi in meno di un mese commessi da uomini che avevano o dovevano indossare il braccialetto riaccendendo così dubbi sul funzionamenti di questi dispositivi.

In base al contratto assegnato a Fastweb dal ministero dell’Interno c’è la possibilità di utilizzare il braccialetto anche in funzione anti-stalking: l’autorità giudiziaria può così imporre allo stalker l’obbligo di portare un braccialetto elettronico dotato di dispositivo Gps, mentre la potenziale vittima sarà dotata di apparecchio in grado di rilevare la presenza dell’aggressore nelle vicinanze e di generare in tempo reale una segnalazione di allarme verso le Forze dell’Ordine.

Se già da tempo si lamenta la carenza di dispositivi elettronici, oltre che i gravi e ripetuti malfunzionamenti degli stessi denunciati dal personale di sicurezza, ora il tema è tornato all’attenzione vista l’importanza di questi strumenti essenziali per proteggere le donne vittime di violenze e stalking.

Continuano infatti le problematiche sul funzionamento del sistema di monitoraggio effettuato con l’ausilio dei braccialetti elettronici, tanto che “presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche del ministero della Giustizia” ha spiegato lo scorso 27 settembre il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco (FdI), chiamato a rispondere a un’interrogazione dei verdi in commissione Affari costituzionali alla Camera.

Ma ora i parlamentari dem chiedono audizioni urgenti con l’operatore sotto contratto, Fastweb, e il ministro Piantedosi.

Tutti i dettagli.

LA RIFORMA DEL CODICE ROSSO

Con l’approvazione all’unanimità della legge n. 168 del 2023, cosiddetta legge Roccella per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, è stato ulteriormente esteso l’ambito di applicazione del braccialetto elettronico, in primis, alla misura della sorveglianza speciale, previo consenso dell’interessato e la verifica della fattibilità tecnica, poi alla misura del divieto di avvicinamento, disposto d’urgenza e in via temporanea dal tribunale, in pendenza del procedimento per l’applicazione della misura del divieto o dell’obbligo di soggiorno, poi alla misura coercitiva dell’allontanamento dalla casa familiare.

I PROBLEMI RISCONTRATI

Secondo quanto appreso dal Fatto Quotidiano ci sono stati problemi fin dall’inizio, “il primo è stato l’eccesso di allarmi: l’apparecchio suonava anche quando il braccialetto del potenziale carnefice si spegneva o non dava segnali, gettando nel panico le possibili vittime”.

Come già detto presso il ministero dell’Interno è attivo Gruppo di lavoro interforze che se ne sta occupando insieme all’azienda fornitrice Fastweb.

“Dovrebbe cambiare l’interfaccia grafica che segnala gli allarmi alle forze dell’ordine, per renderla più comprensibile anche riducendo a 13 le attuali tipologie di allarme che sono oltre 70; il sistema riceverà indicazioni progressive sulle condizioni della batteria perché al momento, quando arriva il segnale low battery spesso è tardi; si discute di più accurati controlli della funzionalità tecnica nelle abitazioni del potenziale aggressore e della potenziale vittima, di un report settimanale delle anomalie – che al momento non si riesce a sapere quante sono – e di una più puntuale verifica della copertura di rete, perché Fastweb è un operatore virtuale che si avvale di alcune reti (Tim, Wind Tre) ma non di altre” segnala il Fatto Quotidiano.

Sono alcune delle “possibili soluzioni tecniche migliorative relativamente a criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei dispositivi, che sono state richieste al fornitore”, a cui si riferiva il sottosegretario all’Interno Prisco intervenuto alla Camera a fine settembre.

PIANTEDOSI E FASTWEB CHIAMATI IN AUDIZIONE DAI PARLAMENTARI DEL PD

Nel frattempo, a inizio settimana i parlamentari Pd nella Commissione Bicamerale Femminicidio, i senatori Cecilia D’Elia, vicepresidente, Filippo Sensi, Valeria Valente e le deputate Sara Ferrari, capogruppo dem, Antonella Forattini e Valentina Ghio hanno richiesto “audizioni urgenti del ministro Piantedosi e di Fastweb per comprendere cosa non sta funzionando e come intervenire per rendere immediatamente più efficace il sistema del braccialetto elettronico a monitoraggio delle misure cautelari per gli uomini maltrattanti”. È necessario infatti – proseguono i parlamentari dem – “capire quali sono le falle e come intervenire al più presto. Il braccialetto elettronico é uno strumento prezioso che può salvare molte vite. Occorre agire con tempestività”.

ITALIA VIVA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO PIANTEDOSI

E oggi è arrivata anche l’interrogazione depositata da Italia Viva al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

“È inaccettabile che il governo – dopo l’omicidio di tre donne in meno di un mese causato altresì del malfunzionamento del braccialetto elettronico, come denunciato, tra gli altri organi di informazione, da alcuni recenti servizi del programma televisivo ‘Le Iene’, in onda sui canali Mediaset – non abbia ancora posto in essere misure importanti e decisive per chiedere all’operatore del servizio rapidi accorgimenti per il corretto funzionamento dei dispositivi”, ha dichiarato la senatrice di Iv, Raffaella Paita, che ha presentato l’interrogazione parlamentare.

IL CONTRATTO AGGIUDICATO DA FASTWEB

Nel frattempo, abbiamo contattato Fastweb per avere delucidazioni in merito, ma non abbiamo ricevuto riscontro.

Al 18 ottobre sono oltre 4.600 i braccialetti elettronici attivi per i reati “codice rosso” come maltrattamenti e stalking, dunque destinati a chi ha il divieto di avvicinarsi a chi l’ha denunciato, in genere ma non sempre donne. Si arriva a 10.600 con i dispositivi per il controllo di detenuti ai domiciliari, gestione più agevole, riferisce ancora il Fatto quotidiano.

Come spiegato dalla stessa azienda nel 2018, per il Ministero dell’Interno il contratto per la fornitura e gestione dei braccialetti elettronici per il triennio 2018-2021 – che Fastweb si è aggiudicata [con un valore di 23 milioni di euro] – introduce importanti novità nel controllo delle persone sottoposte a provvedimento restrittivo.

All’epoca il progetto prevedeva infatti, l’attivazione di 1.000 braccialetti elettronici al mese – un numero di gran lunga superiore a quello del contratto precedente – consentendo una rilevante estensione dell’utilizzo di questo strumento. Fastweb provvederà a fornire l’intera infrastruttura per il collegamento e il controllo a distanza dei dispositivi, installando presso le abitazioni delle persone sottoposte agli arresti domiciliari le centraline (base station) collegate al Centro Elettronico di Monitoraggio che segnalano alle centrali delle Forze dell’Ordine l’eventuale allontanamento della persona soggetta a provvedimento restrittivo dal raggio di copertura.

L’APPALTO DEL 2023

Nel 2023 la società guidata da Walter Renna si è aggiudicata un altro bando fino al 2025 con un’offerta da 15,6 milioni di euro.

“A dicembre 2023, il numero di braccialetti attivi era di 5.695. Di questi, solo un quinto, ovvero 1.018 sono utilizzati per casi di stalking, 671 sotto il controllo dei carabinieri, 348 dalla polizia. Con l’introduzione della legge n.168 nel 2023 (“Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” presentata dai ministri Roccella, Piantedosi e Nordio) e le modifiche sul Codice rosso del 2019, i numeri per la fine del 2024 dovrebbero crescere ancora. Ad oggi sono 8.253 di cui 2.872 per casi di stalking”, riportava a fine settembre La Stampa.

Da parte sua Fastweb prevede di attivare mensilmente 1000 braccialetti elettronici, con la possibilità di incrementare del 20%, arrivando così a un massimo di 1.200 unità, con un tempo massimo di attivazione di 4 giorni.

“Alcuni magistrati ritengono già questo intervallo troppo lungo e, in certi casi, i tempi si allungano ulteriormente. Attualmente, le richieste mensili si attestano intorno ai 700 dispositivi, in aumento rispetto alla media degli anni precedenti (tra il 2019 e il 2022 la media era di 426), ma comunque al di sotto della soglia di 1.200” rilevava il quotidiano torinese.

LA POSIZIONE DELL’AZIENDA A FINE SETTEMBRE

Infine, sempre la Stampa nell’articolo del 24 settembre 2024, riferisce che Fastweb “ha indicato che l’aumento delle richieste di attivazione di braccialetti anti-stalking è conseguenza diretta delle nuove disposizioni introdotte dalla legge 168, entrata in vigore nei primi mesi dell’anno. Di fronte al rapido aumento della domanda e alla maggiore durata delle misure restrittive, Fastweb dichiara di aver sempre rispettato i tempi di attivazione richiesti e di aver adottato tutte le misure necessarie per rispondere efficacemente a questo incremento di richieste”.

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