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Che cosa faranno Facebook, Whatsapp e Snapchat per allinearsi al Gdpr

Prima Facebook, poi Instagram, Twitter e Whatsapp senza dimenticarci Snapchat. Ecco come le app social si adegueranno al Gdpr (General Data Protection Regulation) dell’Ue. Tutti i dettagli nell’approfondimento di Chiara Rossi Manca meno di un mese all’entrata in vigore del Gdpr – il regolamento Ue sulla privacy dei dati personali – e i social network vogliono…

Manca meno di un mese all’entrata in vigore del Gdpr – il regolamento Ue sulla privacy dei dati personali – e i social network vogliono farsi trovare pronti. In questi giorni stanno annunciando le loro azioni per adattarsi alla normativa di Bruxelles e il tempismo non è scontato: in caso di violazione si rischiano sanzioni pari al 4% del fatturato totale e le big-tech non vogliono rischiare. Soprattutto alla luce del socialgate Cambridge Analytica che ha travolto Facebook poco più di un mese fa e che ha coinvolto i dati personali di 87 milioni di utenti, le cui conseguenze non si sono ancora esaurite.

Vediamo tutti i dettagli.

IL GDPR UE

A partire dal 25 maggio 2018 sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri dell’Unione europea il Regolamento 2016/679, più noto Gdpr (General Data Protection Regulation) – relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali. Con il Gdpr si introducono regole più chiare su informativa e consenso e vengono definiti i limiti al trattamento automatizzato dei dati personali; poste le basi per l’esercizio di nuovi diritti. In particolare, sono state fissate norme rigorose per i casi di violazione dei dati (data breach) e le conseguenze per le diverse fattispecie vanno dalla più blanda diffida amministrativa alla sanzione pecuniaria fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato totale. Facebook & co si devono allineare per forza in quanto le norme si applicano anche alle imprese situate fuori dall’Unione europea ma che offrono servizi all’interno del mercato Ue.

ALERT PER I SOCIAL

Il Gdpr vieta, tra le altre cose, alle società di elaborare informazioni personali di minori di 16 anni, a meno che genitori o tutori legali non forniscano il loro consenso. I singoli paesi dell’Ue saranno anche in grado di determinare il proprio limite di età per il consenso sul trattamento dei dati per adolescenti tra 13 e 16 anni di età.

PER PRIMO FACEBOOK

Tramite un post pubblicato martedì scorso, il social network di Mark Zuckerberg ha annunciato che avrebbe consentito agli utenti di scegliere: se vogliono che Facebook utilizzi i dati raccolti da altri siti per mostrare annunci pubblicitari mirati e se cancellare informazioni come opinioni politiche e religiose o lo stato delle relazioni.

Per quanto riguarda il riconoscimento facciale – usato per suggerire gli amici che potresti voler taggare nelle foto e anche per rilevare quando altri potrebbero tentare di usare un’immagine che hai caricato come immagine del profilo – sarà facoltativo per i maggiorenni e disabilitato per chi ha meno di 18 anni.

Infine, per gli utenti più giovani, quelli di età compresa tra i 13 e i 15 anni, Facebook ha previsto una versione del social “meno personalizzata” in quanto avranno bisogno del permesso di un genitore per visualizzare annunci pubblicitari mirati per esempio.

POI TWITTER…

Questa settimana si sono accodati un po’ tutti al social network blu. Twitter ha pubblicato un post in cui annuncia i nuovi termini di servizio e le policy per la privacy specificando che saranno estesi a tutti gli utenti in tutto il mondo, non soltanto in Europa. Il social dei cinguettii consentirà agli utenti di avere un maggiore controllo sulle informazioni personali. “Nello specifico, sarai incoraggiato a rivedere completamente le nostre politiche aggiornate. Verrai quindi indirizzato alla tua singola sezione Impostazioni e privacy, dove ti chiederemo di rivedere le tue attuali impostazioni chiave. Puoi lasciarli tutti così come sono, modificarli e conoscere meglio le singole impostazioni prima di apportare una modifica: la scelta è interamente nelle tue mani”, parola di Damian Kieran, Data protection officer di Twitter.

…INSTAGRAM…

Sempre mercoledì un’altra app, stella della galassia Facebook, si è allineata al Gdrp: Instagram, il social numero uno per la condivisione delle foto con oltre 800 milioni di utenti, ha lanciato lo strumento che consente agli utenti di scaricare i dati. Sarà possibile farlo sia dal sito web sia tramite la app mobile, anche se in questo caso la funzione sarà estesa progressivamente agli utenti. Si potranno scaricare foto, video, storie archiviate, commenti e messaggi non temporanei. A richiesta inviata, l’utente riceverà un link a un file via mail entro 48 ore.

… E WHATSAPP

Whatsapp, altra figlia di papà Facebook, ha innalzato l’età minima degli utenti da 13 a 16 anni in Europa. Ne resto del mondo resta il limite a 13 anni. La decisione rientra in un aggiornamento dei suoi Termini di Servizio comunicato con un post sul suo blog. Nei prossimi giorni l’app di messaggistica istantanea, che conta a oggi un miliardo e mezzo di utenti al mese, chiederà agli europei di confermare di essere almeno sedicenni quando dovranno approvare i nuovi termini di servizio e l’informativa sulla privacy. Anche se, come ha rivelato per prima Reuters, non è chiaro come verrà verificata l’età visto che non è prevista l’esibizione di un documento da parte dell’utente.
Lo scoglio dell’età non è l’unico cambiamento. D’ora in avanti Whatsapp consentirà anche di scaricare una copia dei propri dati, non i messaggini inviati dal momento che sono cifrati “end-to-end”, ma la lista dei propri contatti, i gruppi di cui si fa parte e i numeri bloccati. Nel post la società ci tiene a ricordare come l’app non condivida le informazioni degli account con la casa madre Facebook per rendere più mirate le inserzioni sul social. Anche se alla fine si lascia una porta aperta: “in futuro vogliamo collaborare in maniera più stretta con le altre aziende di Facebook e continueremo ad aggiornarvi a mano a mano che sviluppiamo i nostri progetti”.

PER ULTIMO SNAPCHAT

Per ultima, ma ancora in tempo, è arrivata l’app che prima ha inventato le storie usa e getta. Per uniformarsi alle nuove regole Ue sulla privacy, Snapchat prevede di non conservare dati relativi agli utenti di età inferiore ai 16 anni in Europa, compresa la cronologia delle geolocalizzazioni.
Mercoledì un portavoce di Snapchat ha dichiarato al Financial Times che chiunque in Europa di età superiore ai 13 anni – l’età minima a livello globale – sarebbe ancora in grado di iscriversi e utilizzare l’app dopo l’introduzione del Gdpr il mese prossimo. Tuttavia, la società non elaborerà più alcun dato che potrebbe richiedere il consenso dei genitori, inclusa la conservazione della cronologia delle posizioni geografiche.
La mossa ha lo scopo di consentire alla società californiana di soddisfare i requisiti del regolamento generale sulla protezione dei dati senza dover negare a milioni di giovani adolescenti l’utilizzo dell’app.

CHI MANCA ALL’APPELLO

Ancora non sono arrivati annunci pubblici da parte di Signal e Telegram, entrambe messaging app famose per le conversioni cifrate. Soprattutto quest’ultima, ora coinvolta sul fronte russo (qui per leggere del blocco di Telegram in Russia), dovrebbe darsi una mossa se non vuole rischiare “malintesi” anche con l’Unione europea.

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