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Facebook mira alla startup Bloomsbury per combattere le fake news

Facebook starebbe per acquisire Bloomsbury AI, startup londinese che si occupa di intelligenza artificiale e di elaborazione del linguaggio. Zuckerberg potrebbe schierarla nella lotta alle fake news Facebook ha dichiarato guerra alle fake news. Dopo aver aggiornato il newsfeed in modo da privilegiare le notizie da fonti attendibili e frenare quelle false e il clickbaiting,…

Facebook ha dichiarato guerra alle fake news. Dopo aver aggiornato il newsfeed in modo da privilegiare le notizie da fonti attendibili e frenare quelle false e il clickbaiting, il fondatore del social network Mark Zuckerberg si sta guardando intorno – e al di fuori di Menlo Park – per rendere la piattaforma ancora più “intelligente”.
Come ha riportato per primo il sito TechCrunch, Facebook starebbe per acquisire Bloomsbury AI, startup londinese che ha sviluppato una tecnologia di elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per aiutare le macchine a rispondere alle domande sulla base delle informazioni raccolte dai documenti.

LA SPESA DI ZUCKERBERG

La cifra sborsata dal gruppo di Menlo Park per acquisire Bloomsbury si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di dollari, tra contanti e azioni. Secondo le fonti, gli investitori della startup riceveranno circa 5,5 milioni di dollari, mentre al team di Bloomsbury spetterebbe i restanti 17,5 milioni di dollari, pagati in azioni da Facebook.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI BLOOMSBURY

Bloomsbury AI è emersa dall’acceleratore per startup Entrepreneur First, l’incubatore di società che investe in talenti tecnici e in competenze di settore aiutando le persone ad avviare proprie aziende. La startup è stata sostenuta anche da fondi quali Fly.VC, Seedcamp, IQ Capital, UCL Technology Fund.
Da osservare inoltre che uno degli investitori di Bloomsbury è William Tunstall-Pedoe, noto per il suo ruolo determinante nello sviluppo di Alexa, l’assistente digitale basata sull’intelligenza artificiale di Amazon. Bloomsbury AI sviluppa strumenti di linguaggio naturale per funzionalità di domanda e risposta e fiore all’occhiello della società è Cape, un’Api (interfaccia di programmazione di un’applicazione) in grado di leggere i documenti di testo e rispondere a domande su quel contenuto, comprese quelle che implicano il ragionamento e la sintesi.

OBIETTIVO: RICONOSCERE FAKE NEWS

La notizia dell’acquisizione, confermata poi dal sito britannico Telegraph, è la prova che Zuckerberg intende schierare il team della società britannica e la sua tecnologia per lavorare alla lotta contro le notizie false e per affrontare altri problemi relativi ai contenuti.
TechCrunch ipotizza che le mire di Facebook riguardano in particolare il talento di Sebastian Riedel, il responsabile della ricerca di Bloomsbury AI, professore alla University College di Londra nonché uno dei massimi esperti del settore NLP. Come scrive lo stesso Riedel sul proprio profilo LinkedIn, ha anche co-fondato Factmata, startup britannica che sviluppa soluzioni all’avanguardia per la sicurezza dei brand. “Il nostro obiettivo è ridurre la disinformazione online e i contenuti offensivi da Internet” si legge dal company profile. È chiaro dunque che Facebook sta puntando a potenziare l’area AI per schierare tutto l’arsenale possibile per rimuovere le fake news dal social network.

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