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F-35, Lockheed Martin sceglie la britannica Bae System per aggiornare l’apparato elettronico

L'approfondimento di Arcangelo Milito, analista strategico e di intelligence

 

Un aggiornamento software con le patch di sicurezza, efficienza e miglioramenti vari: proprio come lo smartphone che ci portiamo appresso. Riguardo al caccia-bombardiere strategico stealth F-35 II Lightning si è detto molto al punto da richiedere un lungo elenco: tante le osservazioni tecniche critiche espresse in passato da parte del Gao americano (Government Accountability Office — report dell’8/8/2017), perplessità da parte britannica sui costi stratosferici e nascosti (Rapporto della Camera dei Comuni del 12/12/2017, capitoli 4-5) o stessa Usaf (audizione al Comitato Forze Armate del Congresso del Gen. Jerry D. Harris, Jr, Vicecapo dello Staff for Strategic Plans and Requirements, 07/03/2018, con cifre fino a  1 miliardo di dollari/anno per tutto il programma JSF).

Tuttavia, nella seconda metà di agosto 2019 l’aggiornamento dei sistemi EW a bordo del cacciabombardiere stealth F-35 (vedi Forbes o The National Interest, per es.), si è finalmente concretizzato. La settimana scorsa Lockheed Martin ha affidato ai britannici di BAE Systems il contratto (valore: 349 milioni di dollari, equivalenti a 314,25 milioni di euro) per l’ammodernamento del sistema di ‘Electronic Warfare’ (guerriglia e protezione elettronica, d’ora in poi: EW) AN/ASQ-239 a bordo del cacciabombardiere F-35 da almeno 14 anni, con sviluppo e configurazione Block 1, 2, 3 e altri in arrivo. Deborah Norton, VP per F-35 Solutions di BAE Systems, ha chiaramente detto che l’F-35 sarà in servizio per decenni, quindi si fornirà un vantaggio operativo ai piloti: “an AN/ASQ-239 capability that affords a decisive and sustained EW operational advantage”.

In particolare, l’aggiornamento EW riguarderà il Block 4 e 4.1. I dettagli tecnici specifici sono comprensibilmente lacunosi per motivi di sicurezza, ma secondo BAES stessa i vantaggi del sistema EW di prossima generazione comprenderebbero vari elementi, fra cui:

  • contromisure radar integrate (allarme, identificazione bersaglio);
  • riduzione costi a causa di aerei a terra bisognosi di manutenzione software;
  • incremento di raggio dello spazio di battaglia a 360°;
  • maggiore rapidità di risposta dati per l’equipaggio;
  • identificazione più accurata delle minacce e scelta rapida delle contromisure elettroniche adeguate;
  • maggiore capacità di identificare gli obiettivi desiderati in ambienti con forte inquinamento elettronico (in Inglese “ad alta densità elettronica e digitale”).

Secondo il Col. Todd Caruso (USMC, retired), direttore del Business development, F-35 Solutions, l’upgrade o aggiornamento (secondo il programma ‘Continuous Capability Development and Delivery’ – C2D2) riguarderà il Block 4 con “larger, more complex algorithms” con circa 11 miglioramenti riguardanti calcolo peso velivolo, velocità di calcolo e migliorie al processore. Il tutto dovrebbe concludersi nell’arco di 6-12 mesi, con l’aggiornamento di oltre 500 F-35 AN/ASQ-239 EW/CM shipsets.

Come evidenzia un articolo del National Interest americano dello scorso 17 febbraio, eloquentemente titolato “The F-35 is Set to Receive the Deadliest (and Most Expensive) Software Patch in History”, l’F-35 si è sempre contraddistinto per una gestione software alquanto problematica. Per dovere di cronaca, corre l’obbligo di ricordare che proprio a causa di ciò Israele è l’unico Paese acquirente che ha avuto il permesso di adeguare il software e talune parti strutturali degli F-35 I ‘Adir’, come Israel Aerospace Industries (IAI) ha fatto autonomamente nella base di IAF (Israeli Air Force) Nevatim Airbase (a sudest di Beesheba).

Secondo voci di intelligence, queste recenti modifiche, come l’ottimizzazione del rifornimento in volo su lunghe distanze, vero problema logistico, avrebbero permesso a IAF di effettuare raid chirurgici contro depositi di armi e consiglieri militari iraniani vicino Camp Ashraf in Iraq, a nordest di Baghdad a più riprese (19/07 e 28/07/2019, vedi al-Sharq al-Awsat e Jerusalem Post) e il sorvolo della stessa capitale iraniana Tehran, al pari del nevralgico centro petrolifero di Bandar Abbas sul Golfo Persico. Questi sorvoli — sempre nel Luglio 2019 — sarebbero stati la causa principale della destituzione del Gen. Farzad Ismaili, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica iraniana a opera dell’Ayatollah Khamenei.

Fonti specialistiche del settore avionica, tuttavia, appaiono scettiche sui raid condotti con F-35 I ‘Adir’ sul teatro operativo iraniano, proprio a causa della raggio d’azione per il rifornimento in volo da e per l’Iran (circa 520 miglia), giacché mancano ancora conferme ufficiali.

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