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F-35, guerra fra Aeronautica e Marina. Tutti i dettagli

Che cosa sta succedendo fra Marina militare e Aeronautica militare sugli F-35B? Fatti, numeri, nomi, indiscrezioni e approfondimenti

 

Il primo F35B è stato consegnato alla Marina militare ed ora è negli Stati Uniti. Il secondo è stato costruito e non sono state applicate le insegne di forza armata anche perché è uno di quelli che risultano non pagati. E sul secondo c’è bagarre perché la Marina spinge per averlo ma l’Aeronautica ha già concesso il primo e non vuole cedere il passo.

E’ questo lo stato dell’arte sui primi F35 Stovl e sulla guerra sotterranea fa Aeronautica militare e Marina militare, mentre si rincorrono le voci di rumorosi dissidi ai quali cerca di porre rimedio il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, come ha raccontato il Messaggero.

CHE COSA SUCCEDE FRA MARINA E AERONAUTICA SUGLI F35 DELLA LOCKHEED MARTIN

Ma da dove nascono le tensioni? Ha scritto giorni fa Analisi Difesa; “L’Aeronautica intende costituire sulla sua base di Amendola, dove schiera già un primo Gruppo di Volo con l’F-35A a decollo convenzionale, un secondo reparto con i suoi F-35B, lo stesso aereo chiesto dalla Marina. Il Gruppo sarà interforze, cioè impiegato tanto dall’Aeronautica quanto dalla Marina, ma avrà una sola “targa”, quella dell’AM. Tutto nasce tre anni fa dalla decisione salomonica presa in veste di “arbitro” della rinnovata querelle fra le due forze armate sui velivoli da combattimento imbarcati, dal generale dell’Esercito Claudio Graziano, fino al 2018 Capo di Stato Maggiore della Difesa”.

LE TENSIONI SPIEGATE DA ANALISI DIFESA DI GAIANI

Il tira e molla comunque durerà, aveva anticipato il giornale diretto da Gianandrea Gaiani: “La Marina reclama per sé, cioè per il suo Gruppo di volo attualmente montato sugli Harrier II Plus, la maggior parte dei prossimi F-35B. Il motivo è che l’addestramento in mare e la stessa implementazione dell’operatività a bordo della portaerei Cavour richiedono un maggior numero di attività tecnologiche e umane di quelli su una base terrestre. Da qui la precedenza che le era stata accordata nei piani iniziali di produzione-consegne degli STOVL. Ma la novità del nuovo gruppo bi-forza armata potrebbe scardinare i suoi piani, che fino all’autunno scorso prevedevano il rapido rientro in Italia dei tre velivoli “addestratori”. Anche l’Aeronautica però ha le sue priorità, e s’è portata avanti: ad Amendola ha già predisposto le infrastrutture necessarie a ricevere i 15 STOVL, mentre nella base di Grottaglie dell’Aviazione Navale i lavori per accogliere i 15 F-35 “tutti Marina” (già spesi 20 milioni) sono sospesi da almeno due anni. La precedenza ora ce l’ha l’Aeronautica”.

LA RICOSTRUZIONE DI START MAGAZINE

Dice un addetto ai lavori che preferisce l’anonimato a Start Magazine: “Quello che è certo è che nel programma sono finanziati e previsti i lavori di adattamento delle basi di Amendola, già fatti in buona parte e di Ghedi, sono appena partiti. Di Grottaglie, attuale base degli Harrier non c’è traccia in alcun documento ufficiale. Quello che si sa è che girano sempre più frequenti le voci di una Joint Strike Force italiana per gli F35B dell’Aeronautica e della Marina che dovrebbero avere un’unica base (si parla proprio di Amendola), con unica linea logistica ed addestrativa (a terra). Bisognerà vedere se l’Aeronautica riuscirà a piazzare i suoi B sui ponti di volo della Marina. Del resto la Marina ha un problema enorme, non ha risorse e gli F35B sono tutt’altra musica rispetto agli Harrier che già di loro erano/sono piuttosto problematici e costosi come manutenzione”.

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