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Perché l’F-35 precipitato in Giappone è un problema per gli Usa (e una gioia per Cina e Russia)

L'approfondimento di Chiara Rossi

Piccole sezioni dell’ala. Al momento sono le uniche parti che l’Air Self Defense Force giapponese è riuscita a recuperare dell’F-35, precipitato nel Pacifico lo scorso 9 aprile. Recuperare il sofisticato jet da guerra è fondamentale, soprattutto prima che Russia e Cina ci mettano le mani. Ecco i dettagli.

QUELLO CHE SI SA DELL’INCIDENTE

Alle ore 7:27 pm di martedì il jet monoposto F-35A è scomparso a est della base aerea di Misawa, nella prefettura di Aomori, nella parte settentrionale di Honshu, l’isola più grande del Giappone.

L’aereo stava conducendo un’esercitazione insieme ad altri tre F-35 quando è scomparso dai radar appena 28 minuti dopo il decollo, ha rivelato il ministro della Difesa giapponese, Takeshi Iwaya.

Il pilota, attualmente disperso, aveva all’attivo 3.200 ore di volo ma solo 60 sull’F-35 e non ha segnalato problemi.

L’aereo si è schiantato in acque la cui profondità raggiunge circa 1.500 metri (4.920 piedi), rendendo difficile il recupero, in particolare del suo registratore di volo o della scatola nera.

CAUSA SCONOSCIUTA

La causa dello schianto finora è sconosciuta. “Avremo bisogno di collaborare con le forze statunitensi e credo che vengano presi degli accordi”, ha aggiunto il ministro Iwaya.

Due giorni dopo l’incidente una parte della coda dell’aereo è stata trovata e l’esercito americano sta aiutando nella ricerca secondo l’emittente nazionale giapponese.

LA REAZIONE DI LOCKHEED MARTIN

L’F-35 è un caccia di quinta generazione con caratteristiche stealth, ovvero a bassa rilevabilità radar,  realizzato dalla divisione Aeronautica della statunitense Lockheed Martin, prime contractor del programma Jsf (Joint Strike Fighter).

“Siamo consapevoli dell’incidente che è stato segnalato in merito a un F-35A giapponese e siamo pronti a sostenere l’Air Self Defense Force, se necessario”, ha dichiarato un portavoce della Lockheed Martin in una nota. L’azienda ha due sedi produttive internazionali – una in Giappone e una in Italia (la Faco di Cameri ndr)  – che conducono i lavori di assemblaggio finale del jet. L’aereo che si è schiantato all’inizio di questa settimana è stato assemblato da Mitsubishi Heavy Industries in Giappone, secondo Defense News.

SFORTUNATO F-35?

Non è la prima volta che un F-35 precipita. L’incidente di questa settimana segue infatti un altro incidente quando lo scorso 28 settembre un F-35 dello US Marine Corps si è schiantato in South Carolina, negli Usa. Quello era un F-35B, una variante realizzata per avere capacità di decollo e atterraggio verticale simili a quelle di un elicottero in volo. I dati iniziali hanno indicato problemi con un tubo del carburante. In quel caso il pilota è stato espulso in modo sicuro ed è sopravvissuto. Come ha ricordato il New York Times, gli Stati Uniti hanno temporaneamente messo a terra l’intera flotta di circa 220 F-35.

I JET LM A TERRA IN GIAPPONE

L’aereo, che ha meno di un anno, è stato il primo F-35 assemblato in Giappone che ha messo a terra gli altri 12 velivoli F-35 fino a quando non si saprà di più sull’incidente.

IL PRINCIPALE ACQUIRENTE

Al costo di circa 10 miliardi di yen ad esemplare (80 milioni di euro), Tokyo prevede di acquisire 105 F-35A e 42 F-35B (questi ultimi più costosi dei velivoli in versione A) a decollo corto e atterraggio verticale, che verranno impiegati sulle unità della Marina e negli arcipelaghi meridionali.

Il paese è diventato una parte importante del programma a dicembre, in quanto ha dichiarato di voler acquistare 105 F-35 in aggiunta a 42 che aveva già approvato, il che lo renderebbe il più grande acquirente del programma dopo gli Stati Uniti.

LE REAZIONI DEGLI ALTRI PARTNER DEL PROGRAMMA JSF

Al momento, nessun altro paese partner del programma F-35 ha messo a terra i suoi velivoli stealth. La Gran Bretagna ha detto che sta esaminando lo stato dei suoi 17 jet F-35B e altrettanto l’Australia. L’esercito israeliano ha fatto sapere che non vi è alcun impatto immediato sulle sue operazioni con gli F-35. L’aeronautica militare norvegese che ha preso in consegna nove dei 52 F-35 e si aspetta di riceverne altri sei quest’anno non prenderà alcuna misura. Lo stesso l’Olanda, che ha ordinato 10 F-35.

I RESTI CHE FANNO GOLA A CINA E RUSSIA

Oltre alle reazioni dei paesi partner del programma Jsf, c’è un’altra questione che allarma gli Stati Uniti riguardo il futuro della sua forza aerea. Come ha evidenziato ieri Business Insider, l’incidente dell’F-35 nel Pacifico rappresenta la prima opportunità in assoluto per la Russia e la Cina di mettere le mani sul sistema d’arma F-35. Le due super potenze rivali, che mantengono entrambe una forte presenza navale nella regione, potrebbero trovare per prime l’aereo precipitato in mare.

“Non c’è un prezzo troppo alto in questo mondo che Cina e Russia non paghino per ottenere l’F-35 mancante del Giappone, se possibile. Un grosso problema”, ha twittato Tom Moore, un esperto di Russia e proliferazione delle armi.

https://twitter.com/PaperMissiles/status/1115650865560465410

Secondo gli esperti Mosca e Pechino farebbero dunque qualsiasi cosa per dare un’occhiata al jet precipitato. In caso di riuscita, probabilmente non potrebbero ricostruire perfettamente l’F-35, ma una qualsiasi delle sue tecnologie che finisse nelle mani dei paesi rivali sarebbe un duro colpo per il cuore dell’esercito americano.

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