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Pentagono F-35

F-35, cosa succederà dopo la sostituzione di Alis con Odin

Lockheed-Martin sostituirà il sistema software Alis sull'F-35. Fatti e commenti dopo l'annuncio del Pentagono

Dopo decenni di lavoro e miliardi di dollari per tentare di riparare il software, Lockheed Martin getta la spugna con Alis, il cuore nevralgico dell’F-35. Mercoledì scorso Ellen Lord, la responsabile degli acquisiti del Dipartimento della Difesa, ha annunciato che il sistema Alis sarà sostituito con l’Operational Data Integrated Network (Odin). L’operazione verrà effettuata comunque da Lockheed Martin e senza costi aggiuntivi per il contribuente, ha sottolineato Reuters.

SOFTWARE RIDISEGNATO ENTRO IL 2022

Il caccia di quinta generazione F-35 Lightning II prodotto da Lockheed Martin non è estraneo a polemiche per ritardi e non solo. Ora è previsto un sostituto per Alis ma il sistema aggiornato non sarà utilizzato fino al 2022.

IL COMMENTO DELL’ANALISTA GIANSIRACUSA

Ma cosa rappresenta questo cambio della piattaforma chiave velivolo? “Era nei piani perché i nuovi lotti di produzione hanno capacità operative e di software maggiori rispetto ai lotti fin qui prodotti” ha commentato su Facebook l’analista Aurelio Giansiracusa, animatore di Ares-Osservatorio Difesa.

COS’È ALIS

Nonostante sia spesso descritto come il cervello del computer all’interno dell’F-35, Alis (Autonomic Logistics Information System) è un sistema molto più ampio che comprende componenti fisici sul velivolo, nonché il back-end di rete basato su cloud che li collega tutti insieme.

Come si legge in un approfondimento di Ares, “il primo aspetto da chiarire è che Alis è un sistema complesso composto da diversi sottosistemi che, una volta raggiunta la maturità, andranno a interfacciarsi tra di loro al fine di garantire la massima operatività della flotta”.

Il produttore Lockheed Martin lo ha descritto in passato come uno “smartphone” che è responsabile della gestione di “più di 65 applicazioni che fanno di tutto, dalle operazioni di gestione e formazione a manutenzione e catena di approvvigionamento “.

Da sempre definito un aiuto per semplificare la manutenzione e altre attività operative, il sistema dovrebbe consentire al personale di individuare più facilmente le tendenze problematiche di manutenzione e scambiare rapidamente importanti dati di missione tra le unità.

I PROBLEMI RISCONTRATI DAL GAO

Tuttavia, in un rapporto di novembre il Government Accountability Office (Gao) ha riportato che “un’unità dell’aeronautica ha stimato di spendere l’equivalente di oltre 45.000 ore all’anno per svolgere attività aggiuntive e soluzioni manuali perché Alis non funziona come necessario”.

Senza contare i costi. Sempre il Gao aveva stimato che Alis sarebbe costato più di 16,7 miliardi di dollari lungo il suo “ciclo di vita” pluriennale.

UN SISTEMA “FRUSTRANTE”

Negli anni Alis è stato spesso accusato di ritardare la manutenzione dei velivoli anziché facilitarla. L’ex segretario dell’Air Force Heather Wilson una volta ha descritto il sistema “così frustrante da usare”. Tanto che a marzo 2019 ha addirittura scherzato così: “Posso garantire che nessun manutentore dell’Aeronautica militare nominerà mai la figlia Alice”, ha riferito Breaking Defense.

TANTI DATI…

Oltre alla manutenzione, il sistema funge anche da punto di upload e download per pacchetti di dati operativi per il velivolo, che include informazioni sulla pianificazione come la posizione di potenziali minacce e rotte generali da e verso le aree di missione.

Dopo una missione, gli equipaggi di terra possono quindi estrarre tali informazioni, oltre a dati aggiuntivi raccolti dalla potente suite di sensori dell’F-35, per scopi di debriefing e per supportare la pianificazione di operazioni future. Si tratta dunque di una grande mole di dati e informazioni chiavi.

MA IN MANO A CHI?

In realtà, oltre ai ritardi e ai costi, sarebbe proprio la proprietà intellettuale dei dati forniti dal velivolo il motivo del braccio di ferro tra Pentagono e Lockheed Martin sul sistema di gestione Alis.

“Capire dove si trova tutta la proprietà intellettuale e assicurarsi che il governo abbia accesso a ciò per cui ha pagato è una parte fondamentale dello sviluppo di Alis” aveva dichiarato Ellen Lord come riportato Defense News.

La lotta per la proprietà intellettuale deriva dal concetto originale del programma, che ha dato a Lockheed Martin il controllo su praticamente tutti gli aspetti principali dell’F-35, dalla progettazione e fabbricazione alla manutenzione, parti e logistica. Ma negli ultimi anni, insoddisfatto dall’aumento dei costi e dei ritardi, il Pentagono ha cercato di ottenere un maggiore controllo da Lockheed. “Una delle sfide che abbiamo è il fatto che molti dei dati e delle funzionalità di Alis funzionano tramite i computer Lockheed Martin”, aveva sostenuto Lord. “Quindi, ciò di cui abbiamo bisogno in un Alis riqualificato è quello in un cloud governativo e accessibile”.

COSA CAMBIA CON ODIN

Non è chiaro al momento se Odin soddisferà queste specifiche. Secondo Metadefense, sostituendo Alis non ci sarà più una centralizzazione eccessiva delle informazioni, criticata in particolare dagli altri partner del programma Jsf. Il nuovo sistema Odin dovrebbe avere quindi flussi più limitati ma efficienti, evitando così qualsiasi forma di accumulo eccessivo di informazioni digitali e si baserà su un’infrastruttura cloud.

LA TABELLA DI MARCIA PER LA SOSTITUZIONE

Oltre a ciò, resta da vedere quando Odin potrà produrre risultati reali. Lord ha dichiarato che il nuovo sistema informatico dovrebbe essere disponibile per tutte le unità F-35  entro il 2022, se tutto andrà secondo i piani. Anche se  il deputato John Garamendi, presidente del sottocomitato per la prontezza dei servizi armati della Camera, ha definito due anni “un arco temporale molto stretto”.

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