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Eurodrone

Eurodrone, ecco come Airbus, Dassault, Leonardo e Indra scalderanno i motori

L'approfondimento di Aurelio Giansiracusa, animatore di Ares-Osservatorio Difesa

Entro la fine del corrente anno, i Paesi partecipanti al programma Eurodrone, un uav MALE (Medium Altitude Long Endurance) dovrebbero prendere la decisione formale in merito alla fase esecutiva del progetto.

Il programma Eurodrone è stato caratterizzato fin qui da polemiche e critiche, soprattutto, incentrate sul costo del progetto, ritenuto esagerato, dalla Francia che, più volte, nel corso dei negoziati con la controparte industriale ha minacciato di abbandonare il programma multinazionale.

Al programma Eurodrone partecipano Francia, Germania, Italia e Spagna con Airbus, Dassault, Leonardo ed Indra presenti dal lato industriale.

Parigi, in questi mesi, ha esercitato enormi pressioni sul comparto industriale al fine di raggiungere una sostanziale revisione al ribasso dei costi, ritenuti esagerati e non concorrenziali con gli analoghi prodotti statunitensi ed israeliani. Infatti, Parigi ha sempre sostenuto che un costo unitario troppo elevato potrebbe impedire al prodotto europeo di imporsi sul mercato internazionale.

I Paesi partecipanti al programma hanno previsto una spesa di circa 7 miliardi di euro per la fase di sviluppo e certificazione del drone, nonché per l’acquisto di 21 sistemi, ognuno su una stazione di controllo a terra e tre aeromobili (63). Pertanto, i quattro partner stanno concludendo le discussioni relative all’ammontare di questa spesa, per ottenere un deciso risparmio che, a detta dei Ministeri interessati, non dovrebbe superare i 160 milioni di euro a sistema contro i circa 200 milioni di euro del MQ-9 Reaper che continua ad essere il punto di riferimento per aeronautiche ed organi tecnici-politici. Da notare che la Commissione Europea ha stanziato per questo programma la somma di 100 milioni di euro nell’ambito del programma EDIDP per lo sviluppo industriale della difesa europea

Sempre sul fronte dei risparmi, i partner desiderano che i costi per ore di volo per l’Eurodrone siano attorno ai 3.000 euro contro i 4.000 euro necessari per il Reaper.

Al momento, le tempistiche prevedono le consegne dei primi sistemi alla Germania ed alla Francia, rispettivamente, nel 2027 e nel 2028.

Peraltro, c’è da notare che Parigi ha ordinato nel frattempo altri 4 MQ-9B Reaper, Berlino ha stipulato contratti di leasing con l’israeliana IAI per cinque Heron TP, la Spagna sta introducendo 4 Reaper. In Italia, la sostituzione dei primi MQ-1 Predator è sul tavolo delle decisioni da prendere in tempi brevi, dato che le macchine in questione si avvicinano alla fine della vita operativa, nonostante la recente introduzione di una coppia di tali APR in versione ad autonomia ampliata.

 

Articolo pubblicato su aresdifesa.it

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