Cyber attacco contro Emmanuel Macron. I documenti rubati non sono stati ancora pubblicati e forse potrebbero servire solo in caso di vittoria del candidato di En Marche! il 7 maggio
Emmanuel Macron, il favorito per l’elezione presidenziale francese dopo il primo turno, è stato vittima, nelle scorse ore, di un cyberattacco, collegato (almeno secondo le prime indiscrezioni) all’agenzia di intelligence militare russa GRU.
Al momento nessun documento compromettente è stato ancora pubblicato (potrebbe essere ancora presto), ma quali potrebbero essere le conseguenze di una simile azione? Marine Le Pen potrebbe approfittare della cosa? Ricordiamo che proprio lo scorso anno Hialry Clinton, colei che era favorita dai sondaggi, è stata vittima di un attacco simile che ha portato alla luce vicende che hanno fatto discutere per settimane. Ma andiamo per gradi.
L’attacco cyber contro Emmanuel Macron
Emmanuel Macron è stata presa di mira da un gruppo di cyber spionaggio, collegato all’agenzia di intelligence militare russa GRU. Questo almeno è il parere della società di sicurezza informatica Trend Micro, che sostiene di aver trovato delle prove secondo cui il gruppo Pawn Storm avrebbe preso di mira la campagna del favorito all’Eliseo con phishing via mail e tentativi di installare malware sul sito della campagna della formazione politica En Marche!.
Influenzerà il voto?
Difficile anticipare le mosse degli hacker. Come dicevamo, al momento, nulla di compromettente è stato pubblicato. Con molta probabilità, però, i documenti non verranno pubblicati subito e dunque non avranno alcun impatto sulla campagna elettorale e sulle elezioni.
Secondo i sondaggi, Macron dovrebbe vincere su Le Pen con uno scarto di 20 punti percentuali (60-40, circa). E solo dopo la sua vittoria, forse, verrà pubblicato quanto rubato dagli hacker, con l’obiettivo di indebolire la posizione del Presidente di Francia.
Macron, c’è da dire, è supportato dal candidato della destra gollista François Fillon (Républicains), che subito dopo la sconfitta del 23 Aprile, ha fatto campagna elettorale contro Marine Le Pen. Proprio come ha fatto il candidato del Partito socialista Benoit Hamon.
A scagliarsi contro Le Pen è stato anche il presidente François Hollande, che in diretta tv, ha affermato che preferisce (e voterà) Emmanuel Macron. La presenza al ballottaggio di Marine Le Pen “impone la mobilitazione e la chiarezza, voterò Emmanuel Macaron”, ha detto Hollande.
Macron punta anche sul digitale per vincere la sfida contro Le Pen
Un attacco informatico proprio contro Macron, contro colui che ha deciso, per vincere sulla Le Pen, di puntare anche sul digitale. “L’industria francese è arretrata, colga la rivoluzione digitale o perderà la battaglia”, ha affermato il candidato all’Eliseo.
E in effetti, sull’innovazione e la digitalizzazione, Macron ci crede proprio tanto. Una volta al potere, Macron sarà il primo Presidente a credere nei valori del digitale, dell’innovazione e delle start up. Quando era ministro dell’Economia si è impegnato affinchè crescesse l’ecosistema delle startup francesi, portando al CES di Las Vegas i risultati della sua politica: 190 giovani e innovative imprese (un numero inferiore solo a Usa e Cina).
Durante il suo incarico, Macron ha fatto approvare una legislazione (che porta il suo nome) per semplificare il processo di creazione di una impresa, per facilitare i finanziamenti alle aziende giovani e per permettere di fallire per poi riprovarci, senza alcun problema. Grazie al lavoro di Macron, la Francia è diventata la culla delle start up, basti pensare che nei prossimi giorni dovrebbe essere inaugurato proprio nella nazione d’Oltralpe il più grande acceleratore del mondo, Station F., un campus che punta ad ospitare mille startup.
Anche da Presidente, se sarà eletto, Macron ha detto che continuerà ad impegnarsi per fare della Francia il Paese delle start up, provando a tornare leader mondiale nei prossimi 5 anni.
Dobbiamo anche aggiungere che il candidato di En Marche! tifa senza se e senza ma per l’Europa. Se vincesse anche il prossimo turno, dunque, svanirebbe il rischio Frexit, programma primario della Le Pen.
Le Pen lascia la guida del Front National
A sorpresa, intanto, la candidata Marine Le Pen ha annunciato le dimissioni dalla carica di capo del partito Front National, provando a concorrere all’Eliseo senza quei legami politici che potrebbero influenzare la decisione dei cittadini francesi.
Potrebbe essere una decisione presa troppo tardi, ma comunque Le Pen, per le prossime settimane ha promesso di essere al di sopra gli interessi di partito, provando ad essere il candidato di tutti i francesi e proteggere la Francia.
Le distanze dal Front National non cambiano le idee della Le Pen, che intende portare la nazione d’Oltralpe fuori dall’Ue e dalla moneta unica, replicando il programma Brexit.
La candidata all’Eliseo promette, entro sei mesi, la convocazione del referendum su quella che è stata ribattezzata “Frexit”, annuncia un negoziato per l’uscita del Paese dall’Unione europea, dalla moneta unica e dalla Nato e la sospensione immediata di Schengen.
E ancora: promette il ripristino dei confini nazionali, la riduzione dell’immigrazione legale e altre restrizioni per i richiedenti asilo.
Gli attacchi Cyber degli ultimi tempi
Ritornando a parlare di attacchi hacker, dobbiamo dire che qualcosa di simile era successo l’anno scorso al candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton, che poi ha perso le lezioni contro Donald Trump. Ben 19.000 e-mail di rappresentanti del Partito Democratico americano hackerate, durante la campagna elettorale per le elezioni Usa.
Ma non solo. Il 2016 è stato un anno pessimo in tema di sicurezza informatica, con cinquecento milioni di account Yahoo rubati e 81 milioni di dollari sottratti a una banca in Bangladesh.
E ancora: un attacco DoS ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti mandando in tilt i siti web di molte grandi società, tra cui anche Twitter. New York Times, Financial Times, Paypal, Spotify, Reddit ed e-Bay. L’attacco aveva colpito il provider DNS Dyn che funge come linea telefonica che ci collega ai principali siti americani. Quando digitiamo l’indirizzo di un sito, infatti, non ci connettiamo direttamente al sito, ma inoltriamo a un server la richiesta di vedere una determinata pagina. E siccome Dyn svolge da linea telefonica per numerosissimi e importanti siti, l’attacco ha fatto cadere le pagine web. Il blocco dei siti americani è durato circa due ore.