Altro che Telegram, la piattaforma roccaforte della privacy è Signal.
Dopo che a fine agosto il fondatore di Telegram Pavel Durov è stato arrestato a Parigi con l’accusa di essere complice delle attività illegali permesse da Telegram, la piattaforma è corsa ai ripari. Telegram ha modificato le sue policy per poter condividere più dati con le autorità governative, un cambiamento importante per la piattaforma che ha dovuto affrontare anni di critiche per aver lasciato che il traffico di droga, la criminalità informatica e il materiale di abuso sessuale sui minori dilagassero sui suoi canali, ricorda Politico.
Non resta che Signal come baluardo di privacy. «Anche quando è costretta dalle autorità, questa app non dà nulla, perché non salva neppure i metadati», spiega al Corriere della Sera Paolo Dal Checco, consulente informatico forense che collabora con procure, tribunali e studi legali. «È un semplice canale di comunicazione, che per le legislazioni non è responsabile per quello che scrivono gli utenti. Signal, insomma, si muove nella legalità».
Tutti i dettagli sul servizio di messaggistica che garantisce gli standard più elevati in fatto di privacy e sicurezza, fondato nel 2014 dal programmatore Moxie Marlinspike e oggi guidato dalla ricercatrice Meredith Whittaker.
I CAMBIAMENTI ADOTTATI DA TELEGRAM
L’app di messaggistica Telegram consegnerà alle autorità giudiziarie gli indirizzi IP delle connessioni per risalire all’identità delle persone e i numeri di telefono degli utenti nel caso di procedimenti legali nei loro confronti.
Lo ha annunciato lunedì il fondatore della piattaforma, Pavel Durov, in un post sul proprio canale. Un cambiamento per la piattaforma che ha ricevuto critiche per i contenuti, perché collaborava poco con le autorità e forniva i dati degli utenti solo in caso di sospetto di attività terroristiche.
ALLA FINE DUROV CEDE SULL’ACCESSO AI DATI
Sempre Politico ricorda che Durov aveva precedentemente ottenuto un forte sostegno da parte dei sostenitori della libertà di parola di destra, tra cui il proprietario di X Elon Musk, per il suo rifiuto di lunga data di dare ai governi l’accesso ai dati della sua piattaforma. La promessa di mantenere riservati i dati ha spinto tutti, dai cartelli della criminalità organizzata ai gruppi dissidenti politici nei regimi repressivi e all’esercito russo e ucraino a usare Telegram.
Ma ora lo stesso Durov ha affermato nel suo messaggio che “Non permetteremo che i malintenzionati mettano a repentaglio l’integrità della nostra piattaforma da quasi un miliardo di utenti”.
RESTA SIGNAL
Dunque, resta Signal come roccaforte di sicurezza e privacy per gli utenti.
Come racconta Wired, da luglio 2014, Signal si è trasformata da una curiosità cypherpunk, creata da un programmatore anarchico, gestita da un team sgangherato che lavorava in una stanza singola a San Francisco, diffusa tramite passaparola da hacker che gareggiavano per punti paranoia, in un fenomeno di comunicazione crittografato a tutti gli effetti, mainstream. Centinaia di milioni di persone hanno scaricato Signal, secondo la testata.
ORGANIZZAZIONE NO-PROFIT
Inoltre, Signal è un’organizzazione no profit finanziata da donazioni. Non ha mai ricevuto investimenti, rende il suo prodotto disponibile gratuitamente, non ha pubblicità e non raccoglie praticamente alcuna informazione sui suoi utenti.
“Siamo un’organizzazione no profit, non perché vogliamo sopravvivere con monete lanciateci addosso in un cappello. Siamo un’organizzazione no-profit perché quel tipo di struttura organizzativa è, a questo punto della storia, fondamentale per concentrarsi sulla nostra missione. Nel nostro settore, il profitto si ottiene monetizzando la sorveglianza o fornendo beni e servizi a chi lo fa. Non esiste un modello di business per la privacy su Internet” ha spiegato quest’estate la presidente di Signal Meredith Whittaker in una lunga intervista rilasciata a fine agosto a Wired.
NEL 2021 OSANNATA DA MR MUSK
Eppure fino a qualche anno fa lo conoscevano in pochi. Poi nel 2021 il miliardario americano Elon Musk, patron di tesla e SpaceX – all’epoca non aveva ancora acquisito la piattaforma di messagistica Twitter – proprio su Twitter certificò il suo endorsement per Signal invitato i suoi seguaci di lasciare WhatsApp per approdare sull’app.
Use Signal
— Elon Musk (@elonmusk) January 7, 2021
CHI COLLEZIONA PIÙ DATI TRA WHATSAPP, MESSENGER (FACEBOOK), SIGNAL E TELEGRAM
Disponibile su tutti i sistemi Android, iOS e, lato computer, Windows, Mac e Linux, utilizza la crittografia end-to-end per scudare i messaggi di testo, le immagini, gli audio, i video, nonché le conversazioni telefoniche sull’app.
Come mostrato dalle etichette sulla privacy delle app di messaggistica sull’App Store, entrambe le app di proprietà di Facebook (Messenger e WhatsApp) raccolgono dati di utilizzo e dettagli sulla posizione, a differenza delle altre app. Al contrario, Signal sembra essere l’app di messaggistica più privata e non raccoglie alcun dato utente, come da dettagli sulla privacy evidenziati su App Store.
L’APP “PER CHIUNQUE ABBIA INFORMAZIONI RISERVATE”
Infine, Signal non stocca alcunché sui propri server. Per questo la vulgata vuole (ma nulla esclude che siano gli sviluppatori stessi ad avere messo in giro questa voce) che sia l’app più usata dai servizi segreti, riportava tre anni fa Carlo Terzano su Startmag aggiungendo che è sfruttata da un buon numero di professionisti (commercialisti, avvocati, operatori di Borsa) per interloquire abitualmente con i loro clienti, soprattutto quando si parla di denaro.
“Ora Signal è un’infrastruttura critica consolidata per i militari, per i dissidenti, per i giornalisti, per i ceo, per chiunque abbia informazioni private e riservate” ha assicurato la presidente Whittaker.