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Russia Putin

Ecco come Putin controllerà le comunicazioni satellitari estere in Russia

La Russia ha deciso di porre serie limitazioni all’operatività degli operatori stranieri di telecomunicazioni satellitari. L’articolo di Umberto Rapetto, Generale (ris.) della Guardia di Finanza, già comandante del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche

 

La cortina di ferro è digitale.

La Grande Madre Russia ha deciso di porre serie limitazioni all’operatività degli operatori stranieri di telecomunicazioni satellitari, ma dalle nostre parti la risoluzione n° 175 varata dal Cremlino il 21 febbraio 2019 è passata – più o meno comprensibilmente – inosservata.

In termini spiccioli il documento impone alle aziende TLC estere di far transitare tutto il loro traffico di fonia e dati attraverso stazioni trasmissive di terra localizzate nel territorio sovietico. E così gli operatori satellitari stranieri non saranno più in condizioni di mettere direttamente in collegamento i propri utenti in Russia ma potranno garantire la ricezione e l’effettuazione di chiamate e messaggi esclusivamente passando attraverso le infrastrutture tecnologiche locali.

Il transito sotto le moderne forche caudine porta a conseguenze facilmente immaginabili anche da chi ha minor dimestichezza con questioni elettroniche o di telefonia di ultima generazione. Il dover veicolare il proprio flusso di comunicazione tramite gateway sotto specifico controllo lascia agevolmente comprendere che la possibilità di spionaggio è talmente elevata da far pensare ad una concreta certezza.

Proprio le ragioni a connotazione di intelligence sono quelle che hanno determinato la promulgazione del provvedimento. Il Governo di Mosca ha infatti ritenuto di arginare il rischio che le tecnologie satellitari potessero garantire un by-pass a chi voleva far sapere oltre confine qualcosa di inopportuno o di illecito sfuggendo ad un controllo difensivo della Nazione che lo ospita.

Mentre il Cremlino spia per non esser spiato, a farne le spese sono gli utenti anche i più lontani dal mondo degli intrighi internazionali.

L’applicazione della direttiva in argomento non tocca certo in sorte al dicastero competente per poste e telecomunicazioni… L’incarico di dare attuazione è stato, infatti, affidato al Ministero della Difesa, all’FSB (equivalente della nostra AISE) e all’FSO (omologo dell’italiana AISI).

L’iniziativa non scatta immediatamente perchè ci sono tempi tecnici di realizzazione e secondo l’agenzia di stampa RosBiznesKonsalting (RBK) si dovrà aspettare all’incirca un anno per mettere in pratica gli ambiziosi propositi.

La manovra, però, ha qualche effetto istantaneo come la significativa inibizione all’ingresso di nuovi soggetti industriali interessati al mercato delle telecomunicazioni russe e che già pronti a far business per decine di milioni di dollari.

Non subiranno un forte impatto gli operatori storici come Globalstar, Inmarsat, Iridium e Thuraya che hanno già accettato condizioni coerenti con la visione delle autorità e hanno ottenuto i relativi permessi dalle Agenzie governative.

Il progressivo riassetto di Mosca nel comparto delle telecomunicazioni era già stato segnato dall’annuncio di una prossima disconnessione della Russia dalla Rete delle Reti che dovrebbe vedere la luce (o vederla spegnere…) a breve al compimento di un progetto avviato nel 2014 e di cui nessuno di noi si è preoccupato in precedenza.

Forse è il caso di alzare lo sguardo, allontanandolo dalla punta delle nostre scarpe verso un orizzonte che rischia di modificarsi prima ancora di essere stato messo a fuoco.

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