In seguito a un’istruttoria aperta il 4 luglio 2024, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha chiuso oggi con impegni il procedimento avviato su Google riguardo alla richiesta di consenso per il “collegamento” dei suoi servizi.
Google dovrà quindi rendere più chiare le informazioni su come il consenso comporti un uso combinato dei dati personali tra i vari servizi, inclusi quelli di IA come Gemini. Dovrà anche spiegare meglio che il consenso può essere modulato per singoli servizi e che, senza collegamento, la maggior parte delle funzioni rimane comunque disponibile.
Infine, Google invierà agli utenti italiani che avevano già espresso una scelta una comunicazione che riepiloga la loro preferenza e presenta la nuova informativa.
IL CASO È CHIUSO
Il 4 novembre l’Agcm ha deliberato la chiusura del procedimento istruttorio PS12714, avviato nei confronti di Alphabet Inc. e Google Ireland Limited. L’istruttoria era stata aperta il 4 luglio 2024 per esaminare presunte pratiche commerciali scorrette adottate da Google in merito alla richiesta di consenso per l’uso combinato e incrociato dei dati personali dell’utenza tra la pluralità dei suoi servizi.
L’Autorità ha ritenuto gli impegni presentati da Google pienamente idonei a risolvere le criticità contestate, decidendo così di “rendere obbligatori” tali impegni e di “chiudere il procedimento senza accertare l’infrazione”.
LE ACCUSE
L’Agcm aveva contestato a Google la violazione degli articoli 20, 21, 22, 24 e 25 del Codice del consumo, ravvisando profili sia di ingannevolezza che di aggressività. Sotto il profilo della trasparenza, la richiesta di consenso, diffusa su servizi come Google Search, YouTube e Play, sembrava “omettere informazioni rilevanti – o fornirle in modus lacunoso e impreciso”, si legge nel testo del provvedimento.
Le carenze informative riguardavano in particolare l’effettivo oggetto del consenso, la vasta gamma di servizi Google interessati e la possibilità per l’utente di “modulare e personalizzare il consenso fornito limitandolo a solo alcuni dei servizi di Google”.
Per quanto riguarda l’aggressività, l’Autorità ha censurato il “blocco temporaneo del servizio Google Search finché non veniva assunta una decisione attiva da parte dell’utenza sulla richiesta di consenso”. Inoltre, si contestava “la minaccia, nella richiesta di consenso, che laddove esso venisse negato, “alcune funzionalità (…) [dei] servizi Google saranno limitate o non saranno disponibili””, un elemento che poteva indebitamente condizionare l’utente ad acconsentire.
GLI IMPEGNI DI GOOGLE
Per eliminare i profili di scorrettezza, Google ha proposto una serie di modifiche che l’Agcm ha accolto. Per migliorare la chiarezza dell’informativa relativa al consenso (richiesto ai sensi dell’articolo 5(2) del Digital Markets Act o DMA), Google si impegna a:
- Chiarire la finalità del consenso introducendo la frase: “Quando i servizi sono collegati, possono condividere dati personali tra loro per combinarli o utilizzarli come descritto di seguito”.
- Sostituire la generica dicitura “dati” con “dati personali” in tutte le sezioni rilevanti della richiesta.
- Rendere più esplicita la possibilità di personalizzazione, rinominando il pulsante “Altre opzioni” in “Scegli i servizi” e specificando: “Puoi personalizzare i servizi da collegare in “Scegli i servizi” e modificare le tue scelte in qualsiasi momento all’indirizzo g.co/privacytools.”.
Gli impegni mirano anche a ridurre la pressione psicologica sull’utente. Google si è impegnata a riformulare il linguaggio relativo al diniego, aggiungendo la frase rassicurante: “Se non collegati, la maggior parte delle funzionalità di questi servizi continuerà a funzionare”.
Inoltre, per attenuare il senso di urgenza derivante dal blocco temporaneo, Google uniformerà a tre il numero di rinvii possibili della decisione di consenso per tutti e tre i servizi interessati (Search, Play e YouTube), laddove inizialmente Play e YouTube permettevano solo un rinvio.
TEMPI DI ATTUAZIONE
Gli impegni, ritenuti idonei a “riparare” agli eventuali effetti pregiudizievoli delle richieste precedentemente circolate, devono essere attuati nella loro totalità entro sei mesi dalla data di adozione del provvedimento.
La nuova versione della richiesta sarà inviata ai nuovi account e agli “utenti passivi” (coloro che non hanno ancora espresso una scelta). Inoltre, Google invierà una comunicazione individuale via email agli “utenti attivi” (coloro che avevano già compiuto una scelta), fornendo un riepilogo delle nuove informazioni, permettendo loro una “revisione informata” della scelta passata.
RISCHIO SANZIONI
L’Agcm ha infine precisato che, in caso di inottemperanza agli impegni resi obbligatori, Google è soggetta all’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria che può variare da 10.000 a 10.000.000 euro.