Il presidente Usa ha incontrato il presidente degli Emirati Arabi Uniti per promuovere una maggiore spinta all’intelligenza artificiale.
Lunedì il presidente americano ha accolto alla Casa Bianca l’omologo emiratino, Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan. “Il mio team è in costante contatto con le controparti e stiamo lavorando per una de-escalation che permetta alle persone di tornare alle loro case in modo sicuro” ha detto Biden ai giornalisti, prima dell’incontro alla Casa Bianca con il presidente degli Emirati arabi uniti Mohammed bin Zayed, parlando dell’escalation tra Israele ed Hezbollah.
Oltre alle tensioni in Medio Oriente, la visita che incluso colloqui alla Casa Bianca sui piani dello stato del Golfo per l’intelligenza artificiale.
L’incontro avviene durante il primo viaggio ufficiale dello sceicco al-Nahyan negli Stati Uniti in sette anni e sottolinea la sua determinazione a ottenere il sostegno della Casa Bianca nei suoi sforzi per trasformare gli Emirati Arabi Uniti in un leader dell’intelligenza artificiale, osserva il Financial Times.
Dopo che Biden e lo sceicco Mohammed si sono incontrati lunedì, hanno incaricato i loro alti funzionari di sviluppare un memorandum d’intesa che descriva in dettaglio la futura collaborazione sull’intelligenza artificiale, secondo la Casa Bianca, riporta il New York Times.
Allo stesso tempo, – sottolinea Reuters – l’amministrazione Biden teme lo stretto legame tra Abu Dhabi e Pechino tanto che hanno imposto restrizioni alle esportazioni di alcune tecnologie americane negli Emirati Arabi Uniti e in altri stati del Medio Oriente per timore che potessero essere condivise con Pechino.
Tutti i dettagli.
LE AMBIZIONI DEL GOLFO
“Non possiamo lasciare che questa ondata di innovazioni tecnologiche ci passi accanto e non essere in qualche modo in partnership con essa”, ha detto ai giornalisti Anwar Gargash, consigliere diplomatico del presidente degli Emirati Arabi Uniti, giovedì, prima della visita alla Casa Bianca.
Proprio Abu Dhabi sta investendo miliardi di dollari nell’intelligenza artificiale, che ha incluso lo sviluppo di applicazioni di chatbot in lingua araba e hindi simili a ChatGPT di OpenAI.
IL CASO G42 E L’INVESTIMENTO DI MICROSOFT
Lo scorso aprile il colosso tecnologico di Redmond ha investito 1,5 miliardi di dollari in Group 42 Holding (G42) con sede ad Abu Dhabi per portare la sua tecnologia di intelligenza artificiale negli Emirati Arabi Uniti e, più in generale, nella regione. Difatti anche il Medio Oriente ha iniziato a essere più in vista nella guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, mentre la competizione per dominare l’intelligenza artificiale si intensifica.
Dopodiché a maggio, le due società hanno annunciato un pacchetto da 1 miliardo di dollari di investimenti digitali in Kenya, che includeva il contributo sia del governo degli Stati Uniti che di quello degli Emirati Arabi Uniti.
LO SPAURACCHIO CINESE
Se da una parte i sostenitori dell’investimento in Kenya lo vedono come un modo per gli Stati Uniti di espandere la propria influenza nelle regioni in cui opera anche la Cina, i funzionari statunitensi sono preoccupati che l’accordo, che include il governo degli Emirati, possa rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, secondo Bloomberg.
In un segno della spinta degli Emirati Arabi Uniti ad approfondire i rapporti con le aziende statunitensi, la scorsa settimana G42 ha annunciato di aver stretto una partnership con Nvidia, l’azienda statunitense che produce chip essenziali per l’intelligenza artificiale, per un’iniziativa di previsioni meteorologiche.
E PECHINO?
Ma come ricorda Reuters, anche la Cina vede gli Emirati Arabi Uniti come un partner tecnologico a lungo termine. Durante una visita a Pechino a maggio dello sceicco Mohamed, il presidente cinese Xi Jinping ha invitato i due paesi a rafforzare la cooperazione sull’intelligenza artificiale.
Mentre il governo degli Stati Uniti potrebbe avere delle riserve sulla ricerca dell’intelligenza artificiale e sui legami con la Cina da parte degli Emirati Arabi Uniti, ciò che è fondamentale per l’industria americana è che gli Emirati Arabi Uniti abbiano sia le risorse finanziarie per finanziare una costosa ricerca sull’intelligenza artificiale sia un governo impegnato a promuoverne lo sviluppo, conclude Reuters.