Chi non ha avuto la curiosità di interrogare ChatGpt almeno una volta dal suo lancio?
Apparentemente pochi visto che, prima di essere scalzato da Threads, era stato definito il sito più trafficato al mondo. Ora, però, la società di analisi Similarweb riferisce che a giugno il chatbot ha registrato, per la prima volta dal suo lancio a novembre, un calo delle visite.
Ecco i dati e le possibili cause.
LA FRENATA DI CHATGPT
In particolare, il traffico mondiale da desktop e mobile verso il sito di ChatGpt è diminuito del 9,7% a giugno rispetto a maggio, mentre i visitatori unici sono calati del 5,7%. Anche il tempo trascorso dai visitatori sul sito è diminuito dell’8,5%.
In controtendenza, invece, è il dato che riguarda il traffico all’url dedicato agli sviluppatori, che risulta in crescita del 3,1% a giugno rispetto al mese precedente.
TUTTI I RECORD DI CHATGPT
A partire da novembre, il sito di ChatGpt ha iniziato a essere frequentatissimo da addetti ai lavori, nerd ma anche semplici curiosi oltre che studenti a caccia di qualcuno che facesse i compiti al posto loro. L’intelligenza artificiale generativa è entrata nella quotidianità delle persone, tanto da aver raggiunto i 100 milioni di utenti attivi mensili a gennaio – solo due mesi dopo il suo lancio.
A fine maggio, Visual Capitalist scriveva che “il traffico del sito è aumentato nel corso dell’anno, passando da circa 20 milioni al mese nell’autunno dello scorso anno a 1,8 miliardi nell’aprile 2023”.
Prima dell’arrivo di Instagram Threads – il competitor di Twitter che ha raggiunto i 100 milioni di utenti in cinque giorni – era l’applicazione per i consumatori che aveva registrato la crescita più rapida in assoluto.
“In 20 anni di attività nel settore internet, non ricordiamo un’espansione più rapida”, hanno scritto gli analisti di UBS. Secondo i dati di Sensor Tower riportati d Reuters, TikTok ha infatti impiegato circa nove mesi dal lancio globale per raggiungere i 100 milioni di utenti e Instagram due anni e mezzo.
Oggi vanta oltre 1,5 miliardi di visite mensili, il che lo colloca comunque tra i primi 20 siti al mondo.
È GIÀ PASSATA LA MODA?
Per David Carr, Senior Insights Manager di Similarweb, il calo di visite sul sito di ChatGpt è il “segno che la novità del chatbot si sta esaurendo”, mentre per mentre Rishi Jaluria, analista di RBC Capital Markets, “i dati indicano una maggiore richiesta di IA generativa con informazioni in tempo reale”.
DA SITO AD APP
Anche la creazione dell’app ChatGpt sul sistema iOS, rilasciata a maggio, potrebbe aver sottratto un po’ di traffico al sito. Stando a data.ai, citato da Reuters, a partire al 4 luglio, il chatbot era stato scaricato da oltre 17 milioni di persone a livello globale.
La società di analisi ha inoltre riferito che i download hanno raggiunto il picco il 31 maggio e hanno continuato a essere diffusi negli Stati Uniti, con una media di 530.000 download a settimana nelle prime 6 settimane dal lancio.
UTENTI IN VACANZA
Ora che le scuole hanno chiuso per la pausa estiva sia negli Stati Uniti che in Europa, osserva il Washington Post, si ipotizza che il calo delle visite possa essere imputabile alla mancanza di studenti che vi si affidavano per svolgere i compiti, ripassare o preparare una tesina. Fortune afferma infatti che queste richieste sono seconde solamente a quelle di stesura di un curriculum o di una lettera di presentazione.
E SE INVECE SI TRATTASSE DEI LIMITI DI CHATGPT?
Secondo alcuni analisti citati dal WP, non si può poi non tenere conto dei limiti e del calo della qualità nelle risposte di ChatGpt, che potrebbe essere dovuto a una riduzione dei costi di gestione del chatbot che consuma “un’enorme quantità di costosa potenza di elaborazione”.
Lo stesso Sam Altman, padre di ChatGpt, ha definito i costi di gestione dei servizi “da capogiro” – stime esterne riportate da Similarweb li hanno valutati in circa 700.000 dollari al giorno. OpenAI ha previsto un fatturato di 200 milioni di dollari per quest’anno.
Il chatbot al momento è gratuito, ma prevede anche un abbonamento premium, in cui gli utenti possono pagare 20 dollari al mese per accedere a Gpt-4, il modello più avanzato di OpenAI. Finora, secondo le ultime stime di YipitData, negli Stati Uniti è stato sottoscritto da circa 1,5 milioni di persone.
C’ENTRA LA REGOLAMENTAZIONE?
Infine, altri ipotizzano che le preoccupazioni per l’incombente regolamentazione dell’intelligenza artificiale abbia indotto OpenAI e altre aziende di IA a ridurre le capacità dei loro chatbot “per non incorrere nei timori dei politici, preoccupati che i bot vengano usati per diffondere disinformazione, infondere pregiudizi in altri prodotti tecnologici e incidere sui posti di lavoro di persone reali”.
Tuttavia, per Sarah Hindlian-Bowler, analista della banca d’investimento Macquarie, si tratta di “una combinazione tra la necessità di cambiare l’addestramento del modello e quella di gestire le potenziali implicazioni della regolamentazione” poiché “se continuiamo a vedere un aumento della produzione sulla falsariga di ‘Non sono in grado di rispondere a questa domanda perché sono un chatbot, ci preoccuperemo sempre di più che la regolamentazione stia togliendo potere a ChatGpt”.