LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE UE PER MODIFICARE LE NORME SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La Commissione ieri ha avviato il processo di semplificazione delle regole digitali dell’Unione europea, aprendo un primo cantiere sull’Intelligenza artificiale. Non ancora pienamente applicata, la legge sull’IA sarà sospesa per la parte che disciplina i sistemi ad alto rischio, cioè quelli che possono incidere in modo significativo sulla salute, sulla sicurezza o sui diritti fondamentali delle persone. Alcune esenzioni riservate alle piccole e medie imprese saranno estese alle imprese a media capitalizzazione. Inoltre, la Commissione propone di modificare il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) per permettere alle società di IA di addestrare i loro modelli. Il pacchetto prevede anche un approccio molto meno rigoroso ai cookie, riducendo gli obblighi di chiedere il consenso per il trattamento dei dati degli utenti. La Commissione stima che grazie all’Omnibus digitale si possano risparmiare 9,6 miliardi di euro l’anno. “Colmare il divario di innovazione e ridurre la burocrazia sono fattori chiave per aumentare la produttività dell’Ue. Il Digital Omnibus mira a fare entrambe le cose”, ha spiegato il commissario agli Affari economici, Valdis Dombrovskis. Nella sua dichiarazione mancano le parole diritti e democrazia. Un conto sono le buone intenzioni, un altro come vengono attuate.
COME SI DIVIDONO I GRUPPI POLITICI
Il gruppo del PPE ha dato la sua benedizione all’Omnibus digitale della Commissione von der Leyen. “L’Europa non può permettersi una regolamentazione digitale che prosciuga tempo, talenti e opportunità”, ha detto l’eurodeputata Eva Maydell. Ma al Parlamento europeo ci sono molte preoccupazioni, perfino nel gruppo liberale, dove la regolamentazione non sempre viene accolta con entusiasmo. I socialisti sospettano che il PPE possa riaprire con l’estrema destra tutta la regolamentazione, andando ben oltre la semplificazione proposta dalla Commissione. “Come per l’Omnibus sulla sostenibilità, si rischia che dalla destra nei governi e all’Europarlamento arrivino emendamenti ancora più spinti nella direzione della deregulation, magari per compiacere qualche referente politico o tecnologico extraeuropeo”, ha detto l’italiano Brando Benifei, che era stato relatore sull’AI Act. Secondo Renew, il pacchetto “solleva importanti preoccupazioni. Tra queste, il possibile indebolimento dei principi fondamentali del GDPR, la riduzione della protezione dei dati sensibili e la creazione di nuove e ampie esenzioni che potrebbero consentire tracciamenti invasivi o profilazioni discriminatorie”. Per il gruppo dei Verdi questa è una capitolazione a Donald Trump e ai Tech Bro che ha messo sotto la sua ala protettiva (spesso in cambio di donazioni). “Lo champagne non è stappato nelle PMI europee. Oggi lo champagne è stappato a Meta e OpenAI”, ci ha detto Kim van Sparrentak.
COSA DICE IL GARANTE EUROPEO DELLA PRIVACY
Poco prima che la Commissione proponesse il suo Omnibus digitale, il Garante europeo per la protezione dei dati personali, Wojtek Wiewiorowski, ha lanciato un appello a preservare il GDPR da una deregulation che potrebbe minare i diritti fondamentali. “Il GDPR fornisce una base solida e a prova di futuro”, ha detto Wiewiorowski, durante un evento. “La nostra priorità immediata dovrebbe essere quella di chiarire le norme esistenti e allineare gli approcci di applicazione, non di rivedere radicalmente il panorama normativo”. La Commissione si è spinta troppo oltre? “La semplificazione è benvenuta quando chiarisce gli obblighi, responsabilizza gli individui e rafforza la fiducia”. Ma “una semplificazione che diluisce le garanzie, abbassa gli standard o ci spinge verso l’erosione dei diritti fondamentali è una linea rossa”.
(Estratto dal Mattinale Europeo)



