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Tutto su DJI, il gruppo cinese dei droni colpito da Biden

Gli Stati Uniti inseriranno otto aziende cinesi in una lista nera per limitare gli investimenti americani: c'è anche DJI, che domina il settore dei droni. Ecco cosa sappiamo

 

Il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti inserirà otto aziende cinesi in una lista nera (blacklist) con lo scopo di vietare agli imprenditori americani di investire in soggetti legati al complesso militare di Pechino.

QUALI SONO LE AZIENDE PENALIZZATE

Nell’elenco sono già presenti sessanta società cinesi, e tra le ultime aggiunte – motivate dal loro coinvolgimento nelle operazioni di sorveglianza della minoranza uigura nello Xinjiang – c’è anche DJI, il più grande produttore di droni commerciali al mondo.

Ci sono poi Megvii e CloudWalk Technology, che sviluppano software di riconoscimento facciale; Dawning Information Industry, Leon Technoogy e NetPosa Technologies, che si occupano di cloud computing; Xiamen Meiya Pico, azienda di cybersicurezza che collaborano con le autorità di polizia; Yitu Technology, che opera nel settore dell’intelligenza artificiale.

Tutte queste otto società sono già presenti nella entity list del dipartimento del Commercio degli Stati Uniti: si tratta di un elenco di soggetti stranieri – come aziende, appunto, o enti di ricerca – considerati pericolosi per la sicurezza nazionale americana e pertanto sottoposti a restrizioni di natura commerciale. Le entità incluse nella lista non possono accedere liberamente a tecnologie o componenti sviluppati negli Stati Uniti; le compravendite possono avvenire solo dietro rilascio di licenze da parte del governo americano, ma generalmente i contatti vengono negati.

LE PROSSIME MOSSE DELL’AMMINISTRAZIONE BIDEN

L’amministrazione di Joe Biden ha già annunciato un boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 per via delle pratiche di repressione degli uiguri nello Xinjiang: si stima che oltre un milione di loro, assieme ad altre minoranze etniche, siano stati confinati dentro campi di detenzione nella regione. La Camera del Congresso americano ha anche approvato una legge (l’Uyghur Forced Labor Prevention Act) che vieta le importazioni di prodotti dallo Xinjiang che non dimostrino di essere stati realizzati senza lavoro forzato.

Il Financial Times scrive che Washington metterà nella entity list un’altra decina di società cinese – ad esempio alcune che si occupano di biotecnologie – e potrebbe inasprire le restrizioni alla vendita di tecnologie americane a SMIC, il principale produttore di microchip in Cina (un settore cruciale per la competitività economica ma sul quale Pechino è in ritardo, e sta cercando di recuperare).

COSA FA DJI

DJI era stata inserita nella entity list alla fine del mandato dell’ex-presidente Donald Trump. E si è rifiutata di commentare l’inclusione della blacklist, scrive il Financial Times.

L’azienda – il nome completo è SZ DJI Technology Co. – è stata fondata da Frank Wang, ha sede nel Guangdong e realizza droni principalmente per scopi commerciali (riprese e fotografie), ma i suoi prodotti sono stati utilizzati anche dai corpi di sicurezza cinesi. Nel 2017, ad esempio, annunciò un accordo di “cooperazione strategica” con le autorità dello Xinjiang sulla fornitura di droni per operazioni di polizia.

Oltre a essere il più grande produttore di droni al mondo, DJI occupa una posizione dominante nel mercato statunitense, quello principale per il suo business: ha una quota del 77 per cento; Intel, al secondo posto, non arriva al 4.

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