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Moneta Digitale

A che punto sono le Pmi con il digitale?

Tutti i dati su Pmi e digitalizzazione nella ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano che sarà presentata a Torino

Solo il 26% delle circa 200mila piccole e medie imprese italiane possiede oggi le caratteristiche necessarie in termini di maturità digitale per sviluppare appieno il proprio business sfruttando le opportunità delle tecnologie. Sono i dati che emergono da una ricerca sul livello di conoscenza e di investimento da parte delle imprese italiane in ottica digitale, elaborata dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, che sarà presentata durante la 14a edizione della Fiera Internazionale A&T – Automation & Testing, in programma a Torino dal 12 al 14 febbraio 2020.

Dal campione rappresentativo raccolto dall’Osservatorio emerge che, nel 2019, la gran parte delle PMI in Italia ha compreso il ruolo strategico che il digital può giocare per il successo aziendale: l’88% delle piccole medie imprese italiane considera le innovazioni digitali come molto o abbastanza necessarie per lo sviluppo del business aziendale. Se, da un punto di vista teorico, l’importanza dell’innovazione digitale viene riconosciuta e dichiarata, nel lato pratico in molte organizzazioni manca la reale volontà di innovare.

Le cause sono molteplici: 3 imprese su 5 lamentano infatti freni legati agli investimenti in 4.0, alla gestione e implementazione delle progettualità digital, alla mancanza di competenze specifiche interne, allo scarso supporto da parte delle istituzioni, alla complessa burocrazia e l’incertezza della continuità nel tempo delle misure, alla scarsa conoscenza da parte delle imprese degli incentivi disponibili. Il 68% degli imprenditori ad esempio a oggi non conosce la figura e le competenze d’ingaggio degli Innovation Manager.

“È ormai indispensabile – commenta il Ceo di A&T, Luciano Malgaroli – avere una puntuale contezza delle evoluzioni tecnologiche dei sistemi di produzione industriale, ma anche degli scenari nazionali e internazionali e dei trend di mercato, per far conoscere e favorire la competitività delle nostre imprese. Il nostro obiettivo primario, nei tre giorni di Fiera ma in realtà nel corso di tutto l’anno sull’intero territorio nazionale, vuole essere proprio questo, contribuire alla conoscenza, all’informazione condivisa e alla cultura dell’innovazione attraverso l’esposizione di tecnologie e, contestualmente proporre un’offerta formativa ampia e specialistica”.

Nel 2019 la Fiera Internazionale ha registrato 15 mila visitatori, 400 espositori, 11 convegni nazionali, 12 sessioni specialistiche e 63 tra workshop formativi e incontri business. Numeri che l’organizzazione auspica di superare nel 2020. Oltre a presentare le novità per la manifattura 4.0,  il 13 febbraio A&T accoglierà i rappresentanti di tutti i centri di competenza operativi sul territorio nazionale per un confronto a un anno dalla loro nascita. Un evento che si concluderà con il Premio Innovazione 4.0 che ha la missione di mettere in evidenza le migliori opere dell’ingegno industriale e i più innovativi casi applicativi provenienti da aziende, start-up, gruppi di ricerca e istituti superiori.

Il comitato scientifico dovrà decidere i vincitori tra oltre 100 proposte pervenute, dedicate a controlli in produzione, Industrial IOT, intelligenza artificiale, tecnologie additive, manutenzione predittiva, robotica collaborativa, visione artificiale, testing, lean manufacturing e logistica. L’edizione 2020 fa registrare un forte incremento di progetti rivolti al mercato food and beverage e sanitario-medicale. Il monitoraggio della produzione agricola, il controllo qualità nella produzione alimentare, la localizzazione a garanzia del controllo di filiera sono esempi dello sforzo di applicare la programmazione di produzione e di processo in campi che hanno ampie possibilità di incremento.

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