Il 23 marzo, a Roma, andrà in scena il Digital Day: si parlerà di auto a guida connessa, industria 4.0, big data e competenze
Appuntamento a Roma, il 23 marzo, con il Digital Day, evento organizzato a Roma nel quadro delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma. La manifestazione ha come obiettivo quello di mettere in risalto le sfide digitali dell’Europa e il ruolo crescente del digitale nella vita quotidiana degli europei, la loro economia, la società.
L’evento Digital Day è promosso dalla Commissione europea e dal Governo italiano, con la collaborazione della presidenza maltese del Consiglio dell’Unione nell’ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma. Proviamo a capire i temi trattati e il programma completo dell’evento.
Digital Day: i temi che verranno trattati
Sono quattro le sessioni che verranno trattate al Digital Day: ‘Guida cooperativa, connessa e automatizzata’, ‘Digitalizzazione dell’industria europea’, ‘Calcolo ad alte prestazioni’ e ‘Trasformazioni digitali nella società e nelle politiche del lavoro’.
Guida cooperativa, connessa e automatizzata

“L’Europa sta investendo moltissimo sulla trasformazione del settore dei trasporti nell’ambito in particolare del Comnnecting Europe Facility. E stiamo ora entrando in una nuova fase, quella dei veicoli connessi e a guida autonoma che di fatto si configurano come veri e propri centri di comunicazione. La sfida è correlata anche e soprattutto allo sviluppo del 5G”, ha detto Viola. “A Roma sarà discussa l’ipotesi di testare questo tipo di aspetti e l’Italia deve e può essere protagonista anche in considerazione dei valichi del Brennero e del Piemonte. Chiediamo ai ministri di definire una lettera di intenti per identificare i corridoi autostradali su cui effettuare le sperimentazioni”.
Digitalizzazione dell’industria europea (Industria 4.0)
Il Digital Day sarà importante per il settore dell’industria 4.0. In quei giorni verrà lanciata “la piattaforma delle piattaforme, per lo scambio di buone pratiche ed esperienze e anche per immaginare strumenti operativi”, ha detto Stefano Firpo, Direttore Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Pmi del ministero dello Sviluppo Economico.

Calcolo ad alte prestazioni
Per calcolo digitale e Big Data ha preso la parola il Presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo.
“Bisogna partire dalle applicazioni ma soprattutto definire quelle tecnologie in grado di collocare l’Europa fra le prime tre posizioni in materia di supercalcolo. Oggi siamo al 12mo posto con l’Italia a fare da capofila con il Cineca: bisogna recuperare la strada persa e quindi destinare investimenti in questa direzione”, ha affermato Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, che durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, ha anche annunciato investimenti al 2020, fino a 5 miliardi di euro.
In base a quanto detto da Profumo, poi, gli stati membri dovrebbero impegnarsi “all’istituzione di un quadro di cooperazione multigovernativo EuroHPC per l’acquisizione e la diffusione di un’infrastruttura di supercalcolo su scala exa integrata”.
Trasformazioni digitali nella società e nelle politiche del lavoro

Digitale: Italia bocciata da Ue
Il Bel Paese non supera la prova digitale: ci sono stati pochi progressi e nella classifica del Digital Economy and Society Index 2017 (Desi), la graduatoria annuale che fotografa la digitalizzazione nei 28 Stati dell’Unione europea, l’Italia si piazza nuovamente al 25esimo posto, come lo scorso anno. Qualche progesso, a dirla tutta, c’è stato, ma non è abbastanza. Solo Grecia, Bulgaria e Romania fanno peggio. Approfondiamo.
Ricordiamo che per stilare la classifica, il Desi valuta cinque criteri: connettività, capitale umano, uso di internet, digitalizzazione delle imprese e servizi pubblici digitali.
Piccoli progressi

I miglioramenti, ad ogni modo, sono ancora troppo piccoli e l’Italia resta sotto la media continentale sotto tutti i fronti.
Connettività

La copertura in fibra è aumentata (55% rispetto al 53% del 2015) ma non gli abbonamenti ai servizi da 30 Mbps o superiori. Valevano il 5% nel 2015, nel 2016 siamo arrivati al 12% (contro una media Europea del 37%). I numeri, per il settore, si fanno posizionare 24esimi su 28.
Capitale Umano
Se è vero che sempre più persone sono online, è anche vero che le competenze restano basse in tutti gli indicatori. Il 67% degli italiani accede a internet (contro una media europea del 79%), ma ancora pochi sono gli specialisti Ict.
Uso di internet
Il 79% si diletta con videogiochi, musica e video. Il 60% legge notizie (ma come sappiamo spesso non le capisce). Il 60% si gode i social network.
Servizi digitali e Pubblica Amministrazione
C’è da dire che qualcosa il Governo ha fatto: l’erogazione dei servizi, infatti, è aumentata ma a a scendere è la percentuale di utenti (16% contro il vecchio 18%). Facciamo peggio del 2016 anche in tema di documentazione pre-compilata online (33% contro 37%).








